Arriva in sala il docufilm “Life in 12 bars” su Eric Clapton

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Dal 26 al 28 febbraio arriverà nei cinema italiani “Life in 12 bars“, il il docu-film diretto dal premio Oscar Lili Fini Zanuck su Eric Clapton che ha conquistato il Toronto Film Festival.

Il film, accompagnato da alcuni classici di Clapton (tra cui “I Feel Free“, pezzo iconico dei tempi dei Cream), ripercorrerà tutti i momenti più importanti della carriera di “Slowhand“, dai grandi successi fino alla tragedia dell’alcolismo e della morte del figlio Connor, che ha ispirato la commovente “Tears in Heaven“, come dice lo stesso Clapton: “Questo film mostra tutte le mie brutte abitudini, come quella di bere la birra con la vodka, e come ci sia sempre la luce alla fine del tunnel. Credo sia importante vedere che c’è un lieto fine, è come una redenzione. Se andate a vedere il film, preparatevi ad un cammino non facile.”

Il documentario è pieno di riprese d’archivio, lettere scritte a mano, testimonianze esclusive e immagini iconiche (tra cui la famosa scritta “Clapton is God” che apparve sui muri di Londra) e sullo sfondo le testimonianze di amici e colleghi di una vita, per offrire uno sguardo completo sulla carriera di uno dei chitarristi più importanti della storia della musica.

La notizia arriva nel momento in cui il chitarrista ha dichiarato di avere grossi problemi di salute e di star diventando sordo durante un’intervista alla BBC Radio 2: “Voglio ancora suonare dal vivo, ma l’unica cosa di cui sono al momento preoccupato è avere settantanni e sentirmi ancora in forma. Sto diventando sordo, ho l’acufene ma le mie mani sono ancora al lavoro. Spero che la gente mi venga a sentire suonare per curiosità o per passione, voglio dire, è incredibile come io sia ancora attivo. Ogni volta che devo suonare la chitarra devo scendere al fondo della scala per poterla accordare e poi risalire per trovare la coordinazione. Ho avuto un sacco di dolori lo scorso anno che hanno portato alla scoperta di una neuropatia periferica. Devo imparare a convivere con queste cose.”

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