Emanuele Barbati, cantautore pugliese originario di Taranto, dopo una lunga gavetta nella scena ska e punk italiana con i Ranks è uscito con il suo secondo disco solista, “Sulla stessa via“.
Questo disco segue il suo primo EP “Come sempre” pubblicato nel 2010 e che gli era valso l’attenzione da parte degli addetti ai lavori e dalle radio e che lo aveva portato ad essere semifinalista del premio De Andrè e finalista del prestigioso premio Lunezia.
Dopo questa carriera (culminata con una laura in Musicologia all’Università di Lecce) Barbati ha deciso di pubblicare questo album su come lui vive la musica, cosa che spiega ampiamente sul suo sito ufficiale.
Mio padre dava a mia mamma lezioni di chitarra, poi sono nato io. Ho ben presente gli step fondamentali della mia vita quasi tutti legati alla musica, la mia passione da bambino per De Gregori e i cantautori, la scoperta del punk rock a 14 anni , lo stile americano, la chitarra di Ben Harper e Jack Johnson, l’amore per la mia terra e per il surf, la mia laurea in musicologia, tutto questo sono io, solo questo è quello che è riversato nelle mie canzoni, a me la musica rende felice e per essere felici bisogna essere capaci.
Il disco “Sulla stessa via“, che vede la collaborazione con il produttore Simone Bertolotti (già produttore di importanti artisti tra cui Laura Pausini, Giusy Ferreri e Niccolò Agliardi), vede il finanziamento di parte della produzione da parte di Puglia Sounds, programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale ed è un lavoro di 10 tracce per quasi 39 minuti di musica.
Il disco parte con il pop brillante e ad effetto istantaneo di “Dèfaillance“, brano che ben apre il disco e che mostra le abilità sia vocali che tecniche di Barbati, che costruisce melodie con una facilità apparente che quasi lascia basiti: il secondo pezzo, “Di nuovo lei“, risente molto dell’influenza di Jack Johnson, mescolandola al pop all’italiana e trasportandola nella sua città, Taranto, così come in “Aceto“, pezzo dal sound molto americano e particolare.
L’album mostra che Barbati sa anche avere momenti più lenti come con “Come sempre” e “Lisca“, ballads d’amore che suonano come dei classici, a cui fa da contraltare il pop-punk scanzonato e giocherellone di “Scacco matto” dalla melodia che insegue l’ascoltatore.
“Scarpe gialle“, “Sulla stessa via” e “Un’altra Luna” confermano il talento di Barbati, mentre “Nella stanza“, la canzone che chiude il disco, con il suo canto quasi sussurrato e una tastiera minima e minimale svelano doti cantautorati non da poco con un crescendo musicale ibrido e sporco.
“Sulla stessa via” è un disco di un autore di talento che, dopo anni di cammino, ha finalmente messo nero su bianco tutte le note che gli ballavano in testa. E’ un disco dal sapore maturo ma che sa anche essere scanzonato e divertente, come mostrano la prima e l’ultima canzone, due lati di una stessa medaglia che risponde al nome di Emanuele Barbati. Una moneta da lanciare per aria per decidere da che parte far girare il destino di un giorno no per un’altra dèfaillance.