Editors: “The Weight Of Your Love”. La recensione

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Editors - The Weight Of Your Love - Artwork

Parlare d’amore in musica è ormai usanza assai antica, ma non tutti riescono a farlo con risultati accettabili. Volendoci accontentare sono tante le opportunità che abbiamo di ascoltare musica fatta per bene, e in questa vasta scelta, sicuramente ci troviamo gli Editors, che nel corso degli anni ci hanno abituati bene. All’attivo ormai da quasi un decennio la band di Birmingham, orfana di chitarrista, ha scelto il 2013 con “The Weight Of Your Love” per parlare ancora una volta di musica. Partiti da un ambientazione buia e misteriosa gli Editors si sono fatti conoscere soprattutto per un mood trascinante, complice anche l’accattivante e baritonale interpretazione del leader Tom Smith. Sbarcati in discografia insieme ad una miriade di band nel pieno del periodo indie, gli Editors si sono distinti per un carattere melodico inconfondibile, che risulterebbe impossibile descrivere a parole.

I sentimenti perdono di stoffa a volerli aprire per metterli in mostra, ed è così che la musica degli Editors è di quelle che andrebbero solo ascoltate e mai raccontate. “The Back Room” e “An End Has A Start” hanno portato gli Editors in alto alle classifiche internazionali, trascinandoli in giro per tutto il mondo ad esibirsi su palchi dinanzi a fiumi di persone. “In This Light And On This Evening” ha segnato il cambiamento: album concepito in un periodo di maturità della band, è stato l’outsider di un’intera discografia, e ha diviso i fan, che un po’ delusi ma anche un po’ sorpresi dal cambiamento musicale hanno deciso di aspettare fiduciosi un nuovo degno successore.

The Weight Of Your Love” è un album che parla d’amore, ma non lo fa alla maniera classica, né rispetta i canoni della storia d’amore per eccellenza. Il nuovo album degli Editors parla della sofferenza dell’amore, parla della passione, dei sentimenti che passano e che lasciano un vuoto, parla della profonda delusione e del piacere che un sentimento così grande possa donare all’animo. La maniera di Tom Smith di raccontarsi così appassionatamente, nonostante i continui cambiamenti di registro è sicuramente un marchio di fabbrica per gli Editors, e in “The Weight Of Your Love” si può dire che lo abbia fatto con tutto il cuore. Il giudizio complessivo potrebbe essere che l’album si presenta un po’ sotto tono, ma un’attenta analisi derivata da un attento ascolto ci dimostra che la band ormai ha consolidato la sua reputazione nel panorama discografico. “The Weight Of Your Love” è diverso da tutti non solo musicalmente ma anche concettualmente e spiritualmente. L’ultimo arrivato in casa Editors è nato in maniera del tutto naturale e si racconta in una maniera così trasparente che serve a ben poco parlare e descrivere ogni singolo momento.

Editors - The Weight Of Your Love - Artwork
Editors – The Weight Of Your Love – Artwork

Un primo approccio ci suggerisce che abbiamo perso un po’ l’impronta musicale degli Editors soprattutto quando l’album ci accoglie all’ascolto con “The Weight“, dove gli Editors si riconoscono solo grazie al timbro baritonale di Smith. “Sugar” comincia in maniera dura, e seppur abbia le atmosfere cupe degli Editors di una volta, una venatura leggermente accentuata e più cattiva, ha perso totalmente la stoffa che la band aveva costruito per il terzo album orientativamente più synthetico. “A Ton Of Love” è la scelta giusta per presentare un album del genere, e lanciato alla grande come singolo già dagli inizi ci aveva fatto percepire un cambiamento d’ispirazione che ha spinto gli Editors ad orientarsi più verso i Pearl Jam e gli U2 che verso i Joy Division e i The Smiths, come agli inizi di carriera ci era parso di capire. “What is This Thing Called Love” ci disorienta perché non è cosa comune ascoltare la voce di Smith portata su di almeno un’ottava.

Il quarto momento musicale di questo disco ci parla dell’amore con tutta la delicatezza possibile, peculiarità incontrata anche in “Nothing“, piccola pietra preziosa di questo album. Un momento quasi solenne, degno dei canoni di Pachebel, reso tale dalla presenza degli archi e da un modo nuovo di concepire una ballata di intermezzo da parte degli Editors. Una parentesi interessante e anche giusta in un disco che in fondo parla d’amore. “Formaldehyde” ricorda ancora una volta Seattle, ma in fondo non ci sembra un fallito tentativo di imitazione, piuttosto ci suona come una svolta matura verso una musica più “materiale“. “Hyena” sembra appena uscita dal passato degli Editors ed è un dolce ricordo di album passati tanto ascoltati e tanto apprezzati. Tornati ancora una volta a “The Back Room” con “Two Hearted Spider“, “The Phone Book” si distacca totalmente dall’impronta musicale di Birmingham, e ci porta all’ultimo brano di un disco scivolato via meglio del previsto con il brano “Bird Of Prey” che porta un po’ il carattere del precedente album tanto contestato.

In realtà gli Editors sembra abbiano fatto bene anche questa volta, un po’ perché sono abituati a fare bene, un po’ per smentire e riscattare le atmosfere poco reali del vecchio lavoro. Per una band del genere è inevitabile dirigersi ai paragoni rispetto a ciò che di buono sia stato fatto in passato, ma la dura legge musicale ai tempi d’oggi ce lo impone categoricamente. Un fermento musicale continuo caratterizza The Weight Of Love, e non ce ne meravigliamo, perché in fondo l’amore è un sentimento in continuo fermento.

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REVIEW OVERVIEW
Voto Melodicamente
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Carmen Pierri
Lo studio del pianoforte avvicina il suo cuore alla musica in tenera età facendole sviluppare presto una passione per tutta la musica esistente. Appassionata di musica strumentale è una biologa prestata alla critica musicale. Amante dell'indierock, la sua unica certezza i Radiohead. La musica, l'evoluzione e i numeri la sue passioni.
editors-the-weight-of-your-love-recensione"The Weight Of Your Love" è un album che parla d'amore, ma non lo fa alla maniera classica, né rispetta i canoni della storia d'amore per eccellenza. Il nuovo album degli Editors parla della sofferenza dell'amore, parla della passione, dei sentimenti che passano e che lasciano un vuoto

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