E’ stato dato da poco in pasto al pubblico “Views“, il nuovo disco di Drake, meglio noto al secolo come Aubrey Drake Graham, produttore, attore, cantante, rapper e songwriter nato e cresciuto a Toronto, Ontario. Dopo essere salito agli onori della cronaca prima come attore e poi come rapper finendo scoperto da Lil Wayne e debuttando al primo posto della U.S. Billboard 200 con il suo primo disco “Thank me later” del 2010, Drake ha abbinato alla sua carriera solista anche quella da produttore discografico e la Billboard lo ha eletto membro della “Forbes Five”, una schiera di rapper ricchi e famosi composta da lui, Birdman, Jay Z, Dr. Dre e Piff Diddy.
Dopo tutte queste premesse, non si fatica a capire come l’uscita di “Views“, il suo quarto album in studio, sia stata anticipata da un mare di aspettative che sono state tutte confermate dai singoli di lancio “Hotline Bling”, “One dance” e “Pop Style” che hanno spinto il disco ai vertici delle classifiche internazionali appena dopo la sua uscita. Questo progetto vede una masnada di produttori, songriter e featuring (ve ne cito solo alcuni per completezza di informazione: Aubrey Graham, Nicholas Cobey, Maneesh Bidaye, Noah “40” Shebib, Alexander Morgan, David Brooks, Craig Marsh, l’immancabile Kanye West, Axel Morgan e Phillip Weatherspoon) e ben venti canzoni per un totale di più di 81 minuti. Direi quindi di non dilungarci oltre e passare alla recensione del disco.
“Views” si apre con “Keep the family close“, pezzo prodotto da Maneesh che si apre con la voce femminile di Sabrina Galmo e il vento in sottofondo per una sorta di jazz cittadino in pieno stile Drake, quello che lo ha reso famoso in tutto il mondo, ovvero il suo modo di unire le ritmiche hip hop e una musica molto raffinata di stampo dichiaratamente pop. E in questo pezzo il risultato è centrato in pieno. Con “9” si entra invece in pieno territorio hip hop (almeno sulla carta, grazie alla performance di Serani) per una canzone che risulta indecifrabile all’ascolto e di cui non si capisce la presenza nel disco: stesso fato per “U with me?” che vede la partecipazione di Divine Brown.
“Feel No Ways” parte dal sample di “World’s Famous” di Malcom McLaren e qui troviamo Drake da solo nel suo terreno preferito, questo hip hop dalle basi molto curate, quasi vaporwave, mentre “Hype” ha più uno stile gangsta-rap molto duro con pochissime variazioni sul tema: “Weston Road Flows” prende in prestito la voce della Regina dell’hip hop Mary J. Blige per un pezzo che punta sul flow e centra in pieno sia la linea melodica che la parte rappata, uno degli episodi migliori del disco senza dubbio.
“Redemption” prende in prestito “One Wish” di Ray J e torniamo alla voce effettata e alle atmosfere rarefatte tanto care a Drake: subito dopo troviamo il primo featuring ufficiale, quello di PARTYNEXTDOOR nella canzone “With you” (che vede anche la presenza di Jeremin), e il secondo featuring, quello di Pimp C e Dvsn per “Faithful“, un pezzaccio hip hop vecchio stile m***a f***a n***a addolcito dai bridge vocali di Drake: lo stesso stile lo troviamo dentro “Still here” dalle liriche “discretamente” esplicite.
“Tear Off Mi Garment” di Beenie Man apre “Controlla“: avete letto bene, “Controlla”. Tranquilli, non è italiano, ma slang canadese per un brano senza infamia e senza lode. “One Dance” vede la partecipazione di Wizkid e Kyla in un susseguirsi tribale che porta inevitabilmente a muoversi sulla sedia così come “Grammys” vede la partecipazione di Future e invece pesta sull’hip hop più classico senza soluzione di continuità.
La strada ormai è tracciata e lo dimostrano pezzi come “Childs play”, “Pop style”, “Fire & desire” e “Views” che vede il sample di “The Question Is” delle The Winans: a distinguersi dal resto del disco troviamo brani come “Too good” che vede la partecipazione di sua maestà Rihanna e “Summers over interlude” che sfrutta la voce di Majid Al Maskati per confezionare un brano davvero curioso rispetto al resto del disco. L’album si chiude con “Hotline bling“, brano manifesto direi di tutto il progetto musicale che mostra tutto quello di cui Drake è capace.
Facciamo un piccolo ma doveroso riassunto dopo ben ottanta minuti di musica: “Views” è stato anticipato da alcuni singoli pazzeschi come “Hotline bling” ed è subito balzato in testa alle classifiche quasi sulla fiducia. La critica invece lo ha accolto in maniera più tiepida e mi trovo d’accordo con i colleghi d’oltreoceano: il nuovo disco di Drake è accattivante e ben fatto, con suoni ricercati ed eclettici, ma spesso si perde in se stesso portando alla lunga l’ascoltatore alla noia, colpa forse anche del poco ritmo delle metriche che non incalzano l’ascoltatore con la loro velocità ma con i loro effetti post-produzione. Nonostante Drake sia l’artista pop del momento, “Views” non è un disco perfetto e dall’impatto così efficace e alcune canzoni sembrano scritte giusto per aumentare il minutaggio, ma mostra un tendenza di un certo tipo di mercato hip hop, più raffinato e attento alle melodie e meno “grezzo” e d’impatto. Se piace alle classifiche di vendita, meglio per Aubrey Drake Graham, no?