Dissidia, come essere originali partendo da tribute band

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Dissidia | Pagina Facebook dell'artista

Per questa settimana, per il progetto The Passenger, abbiamo deciso di dare spazio ai Dissidia, una formazione nata come tribute band e che ha trovato la forza di emergere con la propria musica.
I Dissidia (nati nel 2009 dall’idea del bassista e tastierista Giordano Maselli e della cantante Greta Di Iacovo) nascono come progetto originale nel 2011 dopo aver calcato i palchi romani più importanti come tribute band degli Evanescence; nell’arco di pochi mesi i Dissidia si guadagnano l’attenzione della scena underground di Roma e registrano il loro primo brano, “Shoot And Pray“, che diventa la colonna sonora della web serie Last Monkey. Al gruppo si avvicina il produttore Fabio Pignatelli, musicista di fama nazionale (bassista di Antonello Venditti e dei Goblin) che segue le fasi di registrazione delle tracce demo. Il gruppo collabora anche con Rocky Gray, ex membro degli Evanescence e attuale batterista dei We Are The Fallen, che comincia un lavoro mix e mastering delle tracce demo dei Dissidia.

I Dissidia rientrano nel genere delle FFMB, ovvero delle Female Fronted Metal Bands, e per qualcuno potrebbero essere inseriti nel filone Gothic-Rock per le atmosfere cupe ed inquietanti che caratterizzano i brani; nelle loro canzoni è sempre presente una forte componente atmosferica, in aggiunta a melodie che cercano di essere sempre orecchiabili ed apprezzabili da tutti i tipi di ascoltatori. Le band che maggiormente influenzano i Dissidia sono i Massive Attack, i Goblin, i Korn, gli Evanescence e i Porcupine Tree.

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Dissidia | Pagina Facebook dell’artista

A tu per tu con i Dissidia

I Dissidia sono uno dei pochi gruppi in Italia a suonare metal e a farlo avendo come frontman una cantante donna. La loro nascita come cover band e il loro percorso meritavano un approfondimento, e per questo abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con loro.

1) Siete nati come tribute band degli Evanescence e nel corso del tempo avete acquisito una vostra autonomia musicale, grazie anche ai nuovi ingressi nel gruppo. Come è stato questo passaggio dal mondo delle cover al mondo degli inediti?

La domanda che mi ha posto sul passaggio dal mondo delle cover alla musica originale è veramente molto attuale, non solo per quanto riguarda la nostra esperienza,ma anche attraverso il confronto che abbiamo con i nostri “colleghi” ci rendiamo conto sempre di più dell’abisso che c’è tra chi fa musica originale e chi no.
Quando si suonano cover o si è in una tribute band,non ci sono preoccupazioni. Non ci sono quasi mai tensioni,non si ha effettivamente una meta. Si suona quando si vuole e si può,non si scende a compromessi. Trovare serate è semplicissimo, si viene pagati, il pubblico non manca mai.
I rapporti interpersonali nella band sono semplici ed essenziali,non ci si deve scontrare con problemi economici,organizzativi,stilistici etc,etc…
Il “salto” alla musica originale è un qualcosa che ti cambia davvero come persona. Chi non lo ha mai fatto non può comprendere in che tipo di impegno si sta cacciando,e questo purtroppo è causa del 90% dei litigi nelle band originali. Non tutti hanno abbastanza interesse a reggere determinate pressioni per un progetto,e spesso se ne accorgono quando già ci sono dentro. Comporta una certa maturità.
Fare musica originale diventa una MISSIONE a tutti gli effetti.
A partire dalla composizione,serve essere un buon ascoltatore,investire negli strumenti e nelle attrezzature di registrazione,cavarsela come fonico,pagare la SIAE,essere un buon PR e un buon manager,sfruttare ogni contatto al meglio,essere diplomatici e precisi,essere autosufficienti in ogni campo(almeno che non si abbiano molti soldi da destinare al progetto),sacrificarsi quando serve,disponibili in termini di tempo e convinti al 100% di quello che si sta facendo.
Se si riesce a dividere o condividere questi compiti con tutti i membri della band però,si è davvero molto fortunati.
Scontrarsi con questo genere di difficoltà in ogni momento,porta una buona dose di stress, di delusioni ma anche di crescita; personalmente sono fiera dei passi che ho e che abbiamo fatto.
Anche se era bello,ora come ora non credo che saprei tornare indietro.

2) Il vostro ambito musicale è quello delle FFMB, ovvero delle “Female Fronted Metal Bands”, ricchissimo di nomi in Europa e nel mondo (tanto per dirne due Evanescence e Nightwish) ma poco battuto in Italia. Da dove è nata la scelta di fare questo tipo di musica?

Per quanto riguarda la scelta stilistica,è un qualcosa che è nato in modo molto spontaneo.
Il nucleo iniziale,dal quale è partito tutto e al quale poi si sono aggiunti gli altri,siamo stati io ed il bassista/tastierista. Da donna ho trovato subito naturale avvicinarmi a quel genere che,oltre ad essere il mio preferito,si adattava anche meglio alle mie capacità;dunque è nata l’idea di costruire un progetto “gothic rock” ( o Dark,che in un certo senso è più ampia come definizione e più adatta) al quale poi si sono aggiunte strada facendo ulteriori sfaccettature ed influenze.
Non sapevamo a quale difficoltà andavamo incontro ma lo rifarei 1000 volte.

3) Avete pubblicato delle tracce inedite come “The ash of you” e “Shoot and Pray” e Rocky Gray (batterista dei We Are The Fallen ed ex-membro degli Evanescence) sta rimasterizzando alcuni dei vostri pezzi. Che altri progetti ci sono nel futuro dei Dissidia?

La collaborazione con Rocky Gray è stata veramente una bellissima sorpresa,è una persona davvero speciale. Per adesso tuttavia è impegnato con la tour dell’album della sua band Machina,e per ovvi motivi non ci è possibile portare avanti il lavoro svolto;nel frattempo il nostro impegno si sviluppa su due fronti:ovvero suonare ovunque e far conoscere la nostra musica con un sacco di concerti e cercare un’etichetta discografica che ci aiuti nella realizzazione di un full length e nella diffusione dei nostri brani sui media,possibilmente esteri.
Fabio Pignatelli ci segue costantemente nelle registrazioni delle demo, parallelamente al nostro batterista/fonico, che ha firmato il mix del singolo “ So Mad”.

Dissidia: “The Butterfly Effect” – L’ascolto

Per chi volesse ascoltare i Dissidia, c’è solo l’imbarazzo della scelta: oltre al loro sito ufficiale, trovate anche il loro canale SoundCloud e il loro canale Youtube con video anche di performance live.

Dissidia - "The Butterfly Effect - Artwork
Dissidia – “The Butterfly Effect – Artwork

Il gruppo sta lavorando al suo primo disco dal titolo “The Butterfly Effect”, disco composto da dieci tracce e dove i Dissidia mostrano di cosa sono capaci.

E dal primo ascolto si capiscono bene le parole della band quando ci ha detto che loro hanno subito influenze da gruppi come Massive Attack, Goblin, Korn, Evanescence e Porcupine Tree. Il loro metal sinfonico si sposa con il progressive rock e con le atmosfere

cupe di un certo gothic metal e di una certa musica elettronica, ma tutto secondo una chiave personale, una rilettura propria di tutti i generi per non risultare una semplice copia di qualcos’altro. Già in canzoni come “Going insane” e “The ash of you” la band mostra una propria identità, cosa che innegabilmente ci fa piacere, vista la difficioltà in questo particolare settore musicale ad essere originali e personali. La nostra speranza è che il cammino dei Dissidia sia ancora lungo e che il loro primo disco abbia il successo che merita.

Formazione:

Francesco Lanza alla batteria
Samuele Serangeli e Ludovico Trombetta alla chitarra
Giordano Maselli al basso e alle tastiere
Greta Di Iacovo voce solista

 

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