E’ terminata con l’esibizione di numerosi musicisti che hanno attratto a sé il pubblico sulle note del rhytm’n’blues degno della miglior tradizione afro-americana, mentre l’accoglienza spetta a Pino Ciccarelli e la Banda Speranza seguito dagli allievi del conservatorio di Benevento, Salerno, Avellino e Napoli. Nel mezzo un mercato a cielo aperto di vinili, CD, memorabilia, gadget, chicche da collezione, premi, riconoscimenti, chiacchiere, amici e la mostra “The Icons” che si ritaglia uno spazio a sé. Questo lo spartito completo della X edizione DiscoDays che saluta tutti e da appuntamento al pubblico il prossimo mese di Ottobre.
Partecipare ad eventi del genere ci pone davanti una prospettiva un po’ confusa nel suo complesso, anche se i margini sono vividi: veder scavare negli espositori un dj ancora in erba ed un veterano del rock’n’roll alla ricerca di un 33 o 45 giri da ascoltare o custodire gelosamente,vuol dire assistere al confronto tra due mondi diversi, due culture che cercano il comune denominatore, che si amalgano tra di loro degne delle migliori vicende kafkiane. Un’osmosi di note e di culture che migrano verso orizzonti ancora inesplorati, l’una il presupposto dell’altra. Senza dimenticare l’ampio spazio dedicato alla musica live con le giovani leve che hanno avuto la possibilità di mettere in mostra il proprio talento ed il rapporto esponenziale tra la musica e l’arte (intesa come accezione generale): due sostantivi femminili che hanno bisogno di cura ed attenzione, pena il dissolversi tra le dita come granelli di sabbia.
I cancelli aprono alle ore 10:00 e in poco più di mezz’ora gli stand si riempiono, i partecipanti avidamente scavano tra gli stand, chiedono informazioni, prezzi, qualcuno si ferma al bar, qualcun’altro è interessato a scambiare e/o vendere i vinili con altri, molti acquistano i CD: uno spettacolo assistervi, proprio in un’epoca dove lo streaming e il digital download regnano incontrastati. Pino Ciccarelli e la Banda Speranza aprono le danze per la parentesi dedicata alla musica live, mentre sul palco si alternano gli studenti del conservatorio di (in sequenza) Benevento, Salerno, Avellino e Napoli: tutti premiati con la targa Miletti Great Album Tribute Award nell’ambito della rassegna Miletti Workshop Experience, ma saranno gli allievi del conservatorio di Salerno a prender parte al Sorrento Jazz Festival giunto alla 14ma edizione, selezionati ad hoc dai curatori della kermesse sorrentina.
La pausa pranzo è anticipata dalla presentazione del CD di Sergio Forlani dal titolo “Non solo etno”, mentre qualcuno si ferma ad ammirare la mostra “Musiscattando!” a cura di Elena Aquila dove il particolare sembra letteralmente ritratto dall’obiettivo della macchina fotografica, un misto tra senso di ammirazione e curiosità. Nel frattempo un paio di Dj si dilettono dietro la consolle tra mixer e computer.
Il momento può esser propizio per ammirare la mostra “The Icons – i volti della musica” a cura di Nello Arionte promossa in collaborazione con PromuoviamoArte: una chiacchierata veloce con il curatore che con dovizia di particolari illustra ai presenti le opere nate dall’ingegno e dalla passione degli artisti, alcuni reduci dalla biennale di Venezia. Il suo racconto guida i presenti tra i meandri delle creazioni, illustrando le tecniche compositive, le innovazioni, la fantasia, il gusto, le linee guida di una forma d’espressione che oggi come ieri cerca strade ancora inesplorate: dai frammenti della pop-art a materiale post-impressionista, i volti di Kurt Cobain, David Bowie, Amy Winehouse, Janis Joplin, Ray Charles, Jimi Hendrix e tanti altri (per un totale di 15 opere esposte sembrano prendere vita proprio grazie alle parole spese, alle energie impiegate.
Si prosegue con la presentazione del progetto editoriale Musica contro le Mafie e l’esibzione del gruppo Capatosta vincitori del contest in oggetto nel 2010, mentre il duo Tarall&Wine ricevono il Premio Rete dei Festival per il loro primo CD apprezzato ed accolto da pubblico e critica. Mentre la giornata volge al termine c’è ancora spazio per la presentazione del CD “Ok il momento è giusto” a cura di Antonio Manco e i suoi Briganti e le premiazioni per il Festival della Cicala a cura di Nino Buonocore con l’alto patronato del Presidente della Repubblica aggiudicato dagli emergenti The Playmore.
Mentre l’affluenza del pubblico va pian piano scemando, eventi del genere ci lasciano con una semplice ma efficace consapevolezza: non esiste il miglior cultore, il miglior musicista, il miglior curioso; esiste la musica e con lei i suoi supporti di diffusione che, con un po’ di impegno, difficilmente scompariranno dal mercato in questione. Almeno fino a quando ci sarà spazio (e vita) per iniziativa del genere.