“Dice che era un bell’uomo…” Il libro su Lucio Dalla e Paola Pallottino

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© Archivio-Fotografico-Storico-Fotowall di Walter-Breveglieri - edizioni-Minerva - Bologna

Sono trascorsi cinquant’anni dalla pubblicazione di “4/3/1943”, storico brano di Lucio Dalla, scritto a quattro mani con Paola Pallottino. Dallo scorso 9 marzo è uscito “Dice che era un bell’uomo… – Il genio di Dalla e Pallottino”, il libro del giornalista Massimo Iondini, che racconta il lavoro della coppia artistica. Lucio Dalla ci lasciava l’1 marzo 2012, è stato uno dei più importanti cantautori italiani e ancora adesso il suo lavoro continua ad essere un punto di riferimento e a ricevere omaggi da parte dei colleghi.

Il libro di Iondini è stato costruito anche grazie alle testimonianze esclusivi di colleghi del calibro di Gino Paoli, Ron, Renzo Arbore, Maurizio Vandelli, Maurizio De Angelis, Vince Tempera, Angelo Branduardi, Armando Franceschini e padre Bernardo Boschi. In “Dice che era un bell’uomo…” Massimo Iondini parla del sodalizio artistico tra Lucio Dalla e Paola Pallottino, la loro fu una collaborazione breve ma intensa. Grazie a questa “coppia artistica” sono nati brani come “4 marzo 1943”, “Un uomo come me”, “Il gigante e la bambina” e “Anna Bellanna”. Il brano più “scandaloso” si tutti fu proprio quello che nel titolo porta la data di nascita di Lucio Dalla, come racconta lo stesso Iondini:

Quel Festival del 1971 per la musica leggera italiana fu una vera e propria rivoluzione. Tant’è che Lucio Dalla conquistò Sanremo pur non arrivando primo. Per la sua “4/3/1943” si parlò infatti a gran voce di “vittoria morale”. Un successo a più livelli per Dalla e la quasi esordiente paroliera Paola Pallottino. Anzitutto perché la loro canzone, ripescata in extremis, era passata sotto le forche caudine della censura della Rai e dell’organizzazione del Festival: via il titolo “Gesubambino” e via alcuni importanti versi. Poi perché quell’innovativo testo portava per la prima volta in una rassegna canora di musica leggera il dramma di una ragazza madre e di un figlio della guerra. Infine, perché rappresentava il personale riscatto dello stesso Dalla, fino a quel momento lodato dalla critica ma inviso al grande pubblico per come cantava, per lo stile compositivo e per il suo aspetto trasandato da antidivo.


Dice che era un belluomo Copertina Massimo Iondini b


Il libro di Massimo Iondini racconta altri aneditti della collaborazione tra Dalla e Paola Pallottino, inclusa una versione inedita de “La ragazza e l’eremita” di Angelo Branduardi, al quale aveva lavorato in precedenza proprio Lucio Dalla. Come ha raccontato Iondini:

Con meraviglia e grande emozione ho potuto ascoltare quella vecchia esecuzione piano e voce di Dalla, incisa sul nastro di una vecchia audiocassetta. Si tratta di un provino registrato a casa di Lucio nel 1970, che Paola Pallottino ha conservato gelosamente per tutto questo tempo e che ora per la prima volta viene svelato e raccontato.

Dice che era un bell’uomo… – Il genio di Dalla e Pallottino” contiene la prefazione di Pupi Avati, l’introduzione a cura di Gianni Morandi e numerosi scatti fotografici di Walter Breveglieri. Si chiude, poi, con uno scritto di Lucio Dalla, contenuto originariamente nel libro “Lucio Dalla. L’uomo degli specchi” di Gianfranco Baldazzi. Nel capitolo “Io, Tobia, quel padre che Lucio non ebbe”,  è riportata, invece, l’intervista esclusiva realizzata da Massimo Iondini a Umberto “Tobia” Righi.


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© Archivio Fotografico Storico | Fotowall di Walter Breveglieri – edizioni Minerva-Bologna

 

 

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