Cut Copy: “Free Your Mind”. La recensione

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Cut copy - Free Your Mind - Artwork

I Cut Copy nascono  all’inizio degli anni ’00, quelli che hanno prepotentemente segnato la nascita del genere di cui oggi la stessa band sembra farsi testimone. Il genere è di quelli sfumati e poco definiti nella loro specie musicale, ma è all’ascolto identificabile in quei tempi e quei colori che solo un’elettronica del genere ci sa regalare. I Cut Copy arrivano da una terra che sta facendo ancora i conti con la sua storia, che rimane incontaminata a tratti e che a quanto pare offre un eccellente substrato per le escursioni psycho-elettroniche delle quali i Cut Copy sembrano farsi portavoce. “Free Your Mind” non è solo un titolo ma è un messaggio, è un mantra che si ripropone puntualmente e punta a riconsegnarci a quei colorati decenni naive, a quella lisergica sensazione di libertà che solo la musica psichedelica con tutti i dettagli del caso sa farci assaporare. Catalogare certi suoni entro la volgare definizione di musica elettronica risulterebbe riduttivo, e nel caso dei Cut Copy potrebbe essere addirittura un’espressione utilizzata in maniera impropria, perché la formazione australiana nel tempo ha saputo dimostrare che il loro non è un effimero movimento di nuovo millennio, anzi si sente immerso in quel mood a metà tra dancefloor e on the beach che è quasi diventato uno stile di vita.

Cut copy - Free Your Mind - Artwork
Cut copy – Free Your Mind – Artwork

Un album ricco di sfumature e che all’ascolto va via veloce un po’ per l’immediatezza un po’ per l’ascolto easy al quale ci sottopone e che in questo caso non è assolutamente sintomo di popolarità, anzi, risulta essere anche sofisticato e complicato all’approccio se non si è abbastanza preparati. Il disco è una carrellata di messaggi e di incitazioni, bisogna liberare la propria mente, esplorare, amare, camminare nel cielo, volare e lasciarsi liberi nei propri desideri. Poco invernale ma molto innovativo, il disco dei Cut Copy arriva alla fine di un anno che ha segnato dei ritorni importanti e delle uscite discografiche eccezionali, ma si propone in maniera differente e unica come se non avesse mai avuto rivali.

All’inizio potrebbe sembrare un vano tentativo di applicare ai sintetici sound 80’s quella libertà e quel colore tipico della psichedelia dei movimenti giovanili, ma in effetti è molto più di questo, e le melodie di “Free Your Mind” sembrano collocarsi su di un livello nettamente superiore a tutta quell’elettronica da strapazzo che ultimamente sembra colonizzare tutti gli angoli della musica. L’ascolto del disco si presenta compatto, e seppur diviso in 14 brani il tutto sembra variare solo per la presenza dei titoli, perché se avessimo tolto quelli, il disco avrebbe potuto segnare un blocco unico e solo, un continuo filo musicale che parte da “Free Your Mind” e sfocia nella tranquillità di “Mantra“.

Non ci sono chissà quali pretese se non quelle di privarvi per un attimo da tutte le barriere mentali e da tutte le costrizioni che avete per lasciarvi liberi ai colori e alla libertà di pensiero, desiderio che di certo non viene placato da suoni pseudo elettronici, ma viene soddisfatto in parte dagli sviluppi musicali un po’ alla Cut Copy maniera. Acidità prepotente, escursioni lisergiche ricorrenti e quei suoni lontani collocati tra sogno e realtà non ci abbandonano nemmeno per un attimo durante l’album, segno che forse più che un ascolto musicale sembra essere la preparazione a chissà che tipo di  viaggio. La band di Melbourne sembra farsi testimone di una rivoluzione musicale nella quale ha le pretese di voler racchiudere una rivoluzione politica e culturale. Vi sembrerà di essere i protagonisti per un attimo della “Summer Of Love“, e vi sembrerà giusto perché è proprio a quello che puntano i Cut Copy. Possibile nel 2013? A nulla porre limiti se non alla violenza, perché l’importante è liberarsi da tutto e “Free Your Mind” sarà l’artefice di questa metamorfosi firmata Cut Copy, che per il momento dopo l’ascolto a noi sembra riuscita, per gli altri chissà…

 

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