Si può dare un voto alla nostalgia? Si può quantificare un ricordo? Si può dare un colore alla magia che frena lo scorrere del tempo e che ci fa tornare in un attimo di nuovo bambini? Io non credo, o almeno reputo sia molto difficile. Ed è quello che è successo con “Duets – Tutti cantano Cristina“, la prima vera raccolta pop delle sigle dei cartoni animati cantate dalla leggendaria Cristina d’Avena insieme ad una schiera di musicisti e cantanti più o meno affermati che hanno avuto la possibilità di cantare con la regina nostrana delle canzoni e coronare un loro sogno infantile ovvero cantare con lei la propria sigla preferita dei cartoni animati.
Molti di voi (e di noi) avrebbero probabilmente dato un braccio o fatto carte false per trovarsi al loro posto e, come ha confessato la stessa Cristina, sono state fatte delle dolorose scelte prima di incidere questo disco, scelte che sono anche state in alcuni casi delle vere e proprie rinunce da parte dei cantanti (leggasi Alvaro Soler) che hanno deciso di non partecipare a questo progetto. Hanno fatto bene? Hanno fatto male? Non sta a me dirlo, io voglio giudicare il prodotto finale e parlare di chi invece c’è stato.
“Duets – Tutti cantano Cristina” è la strenna natalizia regalata da Cristina a tutti i suoi fans ed è composta da 16 canzoni. Come detto prima, i cantanti hanno avuto la possibilità di cantare la loro sigla preferita e così è stato ma, in una sorta di gioco di specchi, anche le canzoni si sono riflesse nei cantanti, cambiando un pochino a seconda dell’interprete che le eseguiva e le faceva proprie. È stato questo per esempio il caso di J-Ax con “Pollon, Pollon combinaguai” e di Baby K con “Kiss me Licia”: i due rapper hanno non solo modificato la base della canzone ma hanno inserito anche delle parti rappate originali all’interno dei pezzi, trasformandoli in qualcosa di nuovo.
Una delle persone più entusiaste del progetto è stata Loredana Bertè a cui è stata affidata “Occhi di gatto” che ha acquisito una venatura rock e grintosa inedita: una delle cover invece meno efficaci, a mio avviso, è stata quella di Giusy Ferreri e della sua “Nanà Supergirl”. Tra queste due canzoni c’è un’ampia gamma di interpreti femminili che hanno potuto coronare un loro sogno, da Francesca Michielin e la sua “L’incantevole Creamy” a Annalisa con “Mila e Shiro due cuori nella pallavolo”. Menzione speciale per “Magica, magica Emi” che fa tornare la voce di Arisa molti anni indietro (ed è un bene) e per la grinta di Emma che si identifica quasi in “Jem“.
Ci sono anche i maschietti in questo disco: prima troviamo Michele Bravi che si lancia nella “I Puffi sanno” per poi essere seguito da un allucinato Elio che rilegge il cartone cult “Siamo fatti così” alla sua maniera. E qui, passando tra La Rua che ricanta “E’ quasi magia, Johnny!” alla coppia Benji & Fede che si lancia nella quasi omonima “Che campioni Holly e Benji“, si trova la canzone a mio avviso più bella di tutto il disco, “Piccoli problemi di cuore“: Ermal Meta riesce a trasformare una canzone da cartone animato in una ballata intima che potrebbe tranquillamente essere trasmessa per radio e far parte di uno dei suoi dischi. Completano il disco due personaggi femminili forti come “Una spada per Lady Oscar” (cantata da Noemi) e “Sailor Moon” (cantata da Chiara) prima del gran finale con “All’arrembaggio!” con Alessio Bernabei.
Per chi come me ha vissuto il periodo dei cartoni nel pomeriggio di Italia 1 con Bim Bum Bam con la merenda a base di Girella e Billy all’arancia, questo disco apre una sorta di porta spazio-temporale che vi ritrascinerà direttamente in quegli anni perchè è innegabile, quando sentiamo una sigla dei cartoni animati torniamo subito a cantarla senza vergogna perchè è qualcosa che fa parte di noi. L’ambizioso progetto di Cristina d’Avena non è una semplice operazione di marketing ma una vera e propria rivisitazione in chiave moderna di sigle dei cartoni animati che non vengono snaturate ma anzi assurgono al ruolo di vere e proprie canzoni grazie anche agli arrangiamenti molto moderni che hanno dato loro valore e peso. E quindi preparatevi a ciondolare la testa e a cantare insieme a Cristina e ai suoi ospiti: il bambino che è dentro di voi ne sarà pienamente soddisfatto. E chissà che, visto l’immenso repertorio di Cristina, non sia questo l’inizio di un lungo viaggio.