Il 4 febbraio prossimo sarà rilasciato per Etnagigante “Blaccahénze” nuovo album della creatura sperimentale di Roy Paci grazie al progetto CorLeone. CorLeone è una delle tante anime musicali di Roy Paci, forse la meno conosciuta al pubblico, in cui a farla da padrone non sono solo jazz sperimentale d’avanguardia, ma in CorLeone trovano posto i riferimenti alla no wave newyorkese, le grandi contaminazioni di stile di progetti come Naked City di John Zorn e Fantomas e Mr. Bungle dell’amico Mike Patton, richiami di “Live electric and brutal” di Miles Davis, l’energia di Mongezi Feza, la grande lezione di Lester Bowie e Dave Douglas.
“Blaccahénze” (dal dialetto di Montorio, un paese abruzzese) vuol dire “casino, bordello“, e Roy Paci vuole proprio comunicare che il jazz non è stereotipato, nel disco infatti la musica sin dal primo ascolto suona ruvida, bizzarra, deviante che non tradisce le radici sicule del musicista e cantante.
“Ho voluto fortemente registrare un secondo album dopo il primo nel 2005 “Wei Wu Wei”, perché avevo l’esigenza di esprimere i miei nuovi orizzonti musicali, le composizioni scritte in tutti questi anni frutto delle mie esperienze con tanti musicisti eccezionali e di un lavoro specifico sulle mie ricerche clivotonali con l’accostamento di strumenti musicali all’elettronica” – spiega Paci.
L’intento di questo disco è di trasmettere i flussi emotivi della realtà che ci circonda che vanno dalle emozioni viscerali e struggenti della sua terra alle asperità feroci di quest’ultimo millennio. È un succedaneo del jazz di maniera, un laboratorio aperto a contaminazioni disparate e vicino ad un certo tipo di musica filmica pregna di sonorità acusmatiche.
Trombettista, cantautore e produttore discografica italiano, Roy Paci si accosta alla musica sin da piccolissimo e a 13 anni è già il primo trombettista della banda e comincia a suonare con alcuni gruppi di jazz tradizionale siciliano, iniziando ad esibirsi nei locali jazz più famosi d’Italia. Nel 1986, a soli 17 anni, grazie al sestetto As Sikilli del sassofonista Stefano Maltese inizia il suo percorso nel jazz meno convenzionale. Seguono negli anni Zu e Trionacria, formazioni rispettivamente di jazzcore e jazz sperimentale da lui coofondate tra il 1997 e il 2001. The Ex & Brass Unbound e Mondo Cane, costituiscono altre esperienze importanti di questo percorso.
La notorietà al grande pubblico arriva grazie alla formazione della sua band Roy Paci & Aretuska, progetto solista in cui Roy si circonda di giovani talenti siciliani. Il primo disco “Baciamo Le Mani” esce nel 2001 fino ad arrivare, con il quinto album in studio “SuoNoGlobal“, al successo di massa.