L’Italia dimentica l’arte, e Firenze inaugura La cittadella della Musica

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Cittadella della musica - Firenze| Foto: Maggiofiorentino

Oggi vogliamo parlare di un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti, ma spesso e volentieri viene trascurato. Chissà poi perchè. Sarà che l’Italia è una nazione in cerca di un’identità, sarà che il suo popolo (almeno la maggioranza) se ne frega degli eventi culturali che da sempre invadono le nostre piazze e che da sempre ci fanno ammirare nel mondo (vediamo ad esempio il Rinascimento italiano). Sarà anche che non riusciamo mai a valorizzare quello che di buono abbiamo perchè è prassi comune andare a guardare nel piatto altrui. Ma è anche vero che c’è una minoranza di popolazione che ha a cuore le dinamiche e le vicende che interessano il Paese, non riducendole a sterili e puerili questioni di egoismo ed individualismo.

E così, da un lato si tagliano fondi per il turismo, per la cultura, per la libertà di espressione, e dall’altro si ingrassa ancor di più la borghesia penalizzando così, di fatto, quella periferia rappresentata da una popolazione che realmente ha qualcosa da dire, da esprimere, trascurando così che il vero centro è la periferia stessa. Strutture in totale degrado, un sud Italia dimenticato e lasciato alla stregua della legge della giungla, secoli e secoli di arte ed espressività venduti al miglior offerente di turno. E quelle poche strutture in grado di ospitare eventi di una certa portata relegati solo al nord Italia, per volere di chi governa, di chi comanda. Diciamo una trisitezza infinita. E così ci ricolleghiamo all’incipit dell’articolo, ovvero che non esiste in Italia reale voglia di valorizzare quello che si ha. Si aspetta che sia qualcuno a comprare e privatizzare, per migliorare. Del resto, questa è democrazia.

cittadella della musica
La Cittadella della musica - Firenze| Foto: Maggiofiorentino

Però c’è anche da ribadire che non è giusto farsi assalire da tanto pessimismo, ma bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, perchè abbiamo ancora tanto. E la nostra missione è quello di valorizzare ciò che abbiamo, altrimenti poi la storia la conosciamo già. E così domani, 21 dicembre 2011, verrà inauguarata a Firenze “La cittadella della Musica” un’opera futurista che ospiterà rassegne, esibizioni e qualsivoglia forma d’arte con una capienza pari a 5.000 posti. La serata di inaugurazione è affidata a Zubin Mehta, che eseguirà con l’orchestra la “Nona sinfonia di Beethoven” e”Amore Corrisposto” del fiorentino Sylvano Bussotti.

L’opera architettonica nasce da un teatro bombardato e demolito durante la seconda guerra mondiale che compirà nel 2012 ben 150 anni, e che si scaglia a circa 200 metri dal vecchio Teatro Comunale. E’ stato possibile realizzare tutti ciò grazie ai fondi stanziati in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, fondi che tra l’altro serviranno anche per ristrutturare il museo archeologico di Reggio Calabria, il Palazzo delle Esposizioni e la stazione di Tiburtina a Roma. I lavori saranno diretti dallo studio romano ABDR, abbreviazione delle iniziale dei cognomi dei soci fondatori Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo.

Ancora, il complesso sarà esteso su 57mila metri quadri destinati principalmente alla lirica, con una sala di 1800 posti ed una più piccola di 1100 posti destinata ai concerti. Grande innovazione è presente sul tetto con una terrazza che ospiterà 2200 posti a sedere per i concerti in estate.

Insomma, in questo clima poco sereno qualche buona notizia ancora arriva, sperando che l’Italia intera (e non solo una elitè) destini una buona parte dei propri fondi nel finanziare ogni genere d’arte senza discriminazione alcuna.

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