Cesare Cremonini: “Logico”. La recensione

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Cesare Cremonini - Logico - Artwork

Finalmente è arrivato, a distanza di due anni dall’ultimo lavoro “La Teoria dei Colori”, ecco il nuovo album di Cesare Cremonini: “Logico“. Il cantautore bolognese conta ormai sei album di inediti in studio, quindici anni di successi a partire dall’esordio con i Lùnapop nel 1999, fino ad oggi. Fino alla maturità, alla credibilità di Logico.Un album che riflette il suo percorso, di autore, musicista e sopratutto la sua vita in questi primi 34 anni.

Dopo l’immenso successo de “La Teoria dei Colori“, vero best seller nelle uscite discografiche degli ultimi anni, uscire con un nuovo lavoro non è di certo facile ma Cesare ha convinto ancora una volta, plasmando la sua anima sulle note dei brani. Il risultato è un album puro, sincero, trasparente, in cui identificare perfettamente l’artista che l’ha composto e in cui l’artista stesso ha fermato la sua evoluzione. Un passo verso sé stesso e allo stesso tempo verso una nuova direzione: Cremonini è un artista in continuo mutamento, che non significa nel suo caso discostarsi dal suo percorso precedente, ma solo percorrerlo ulteriormente.

Cesare Cremonini - Logico - Artwork
Cesare Cremonini – Logico – Artwork

 

La title track, nonché prima traccia reale dell’album – viene anticipata da un intro ‘blu’ esclusivamente strumentale – apre il disco nel migliore dei modi, non a caso è stato scelto come singolo di lancio e resiste da settimane in vetta all’airplay radiofonico: un brano che parte di pianoforte e chitarra acustica, per poi aprirsi in un synth che stupisce per un artista italiano ma che ritroveremo, filo conduttore, in vari brani di questo ultimo lavoro. Le parole del testo che riassumono un pensiero, una riflessione: ritrovare una logicità in questo ‘disordine’, in cui ciò che è più semplice viene inspiegabilmente messo in dubbio. L’elettronica del primo brano si ritrova anche in “Grey Goose“, brano dal ritmo incalzante che racconta una storia di una notte, di bugie e false promesse, di quelle che sbiadiscono il trucco e di prima mattina si torna alla vita. La “50 Special dell’età adulta” potrebbe essere il prossimo singolo. La prima apertura verso atmosfere maggiormente intimiste l’abbiamo con “Io e Anna“, brano che racconta il rapporto di due amanti clandestini incerti della loro sorte. Ironia, arpeggi pop, chitarra e riferimenti ad Hollywood in “John Wayne“, dedicata appunto al mondo del cinema.

La vetta dell’album si raggiunge con la splendida “Fare e Disfare“, ballad ariosa e suggestiva, in cui i cori si alternano alla voce morbida di Cremonini, per poi esplodere in un assolo di tromba finale: forse è questo il brano che contiene la vera essenza dell’album, un testo intimo che contiene una riflessione su ciò che è stato ma soprattutto uno spunto per sé stessi. “Eppure c’è una strada che non sa chi sono, uno specchio a cui non chiedere perdono e quella strana voglia di essere migliore di come sono” recita l’ultima strofa e Cesare esce fuori in tutta la sua essenzialità, non solo musicalmente, ma soprattutto umanamente. In “Vent’Anni Per Sempre” l’artista mette in fila Sasha Grey, gli Stones, Angry Birds e i One Direction per un tuffo nel passato, nei ricordi e nelle emozioni, con lo prospettiva dei trent’anni. Tematica familiare in “Quando sarò milionario” dedicata al padre e “Se C’era una volta l’amore (Ho Dovuto Ammazzarlo)” in cui Cesare ha preso spunto dal titolo dell’omonimo romanzo di Efraim Medina Reyes per un racconto autobiografico della separazione dei genitori. L’album si conclude con due brani molto diversi tra loro, “Cuore di Cane“, forse l’unica vera canzone d’amore dell’album – archi, piano e voce quasi sussurrata creano la malinconia giusta per una storia impossibile – e “Cos’Hai Nella Testa?“, forse ancora una riflessione su sé stesso o più probabilmente una divertente provocazione.

“Logico” è un album in cui Cremonini ha espresso perfettamente la dicotomia tra la riflessione, la profondità e la volontà di vivere lasciandosi andare: il risultato è un album che vuole sì intrattenere ma porta con sé contenuti più che mai attuali, adempiendo perfettamente a ciò che la musica dovrebbe sempre fare.

 

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