Non è mai facile recensire un CD soprattutto se parliamo di “Museica”, sesto album di Caparezza pubblicato nel mercato discografico lo scorso 22 Aprile per l’etichetta Universal (già disco d’oro, ndR). Non bastano ascolti ripetuti a iosa nè tantomeno una discreta conoscenza del mondo dell’arte: nel primo caso si rischia di finire in confusione, nel secondo caso il rischio è quello di perdere di oggettività. Meglio affidarsi all’istinto, alle sensazioni del primo ascolto. La forza di questo artista risiede soprattutto nei concerti dal vivo, di fatto la curiosità risiede (anche) nelle sorprese targate “Museica Tour”.
Un concept album che non è possibile recensire traccia per traccia, ricco di spunti e riferimenti e sperimentazioni, dal sax ai violini troncati sul nascere (vedi il secondo singolo estratto “Non me lo posso permettere”, ndR) a partiture techno “Giotto Beat” o pezzi “più tosti” come “Avrai ragione tu (Autoritratto)” nell’incipit di “Museica”. Ci sarebbe da scrivere un intero trattato sul perché di questo titolo un po’ inusuale ma, tralasciando questa riflessione, l’eterogenea tracklist ci guida lungo il museo della musica così come concepito di sana pianta dall’artista: “Cover” (primo singolo estratto) ti rafforza l’idea che Caparezza non è mai scontato qualora riprendesse, anche per un attimo, strade già sperimentate – “Kevin Spacey”.
Il primo disco autoprodotto, da Los Angeles a Molfetta prima di partire in tour, tra presentazioni, interviste e chiacchierate Michele è tra i pochi (se non l’unico) rapper che ancora riesce a provocare e a suscitare curiosità: se la nuova frontiera è il rap il punto di riferimento è lui. L’arte ispira la musica, la musa e il suo veicolo arrivano a/per un pubblico sempre crescente. Un museo virtuale che getta le sue radici nei meandri della visione del mondo di Caparezza (facciamoci un’idea guardando la copertina) diventata pian piano anche una visione comune dei “fatti nostri”.
Da “Canzone all’entrata” a “Canzone all’uscita” è possibile trovare viaggi introspettivi come “China Town”. Già, la “profondità” di pensiero è di casa quando si ascolta Caparezza. Pochi singoli perchè, fino allo sfinimento, “Museica” è un CD che va ascoltato nella sua interezza che accoglie a sé i temi più disparati dalla denuncia come in “Mica Van Gogh” o di smarrimento come in “Canzone a metà”. Gioca Caparezza, gioca con le parole ed è proprio questa la sua forza complice (anche) il supporto di Chris Lord Aldge che ha mixato i brani presenti nella tracklist: la potenza della musica e delle parole per raccontare una tematica che accomunano il passato e il futuro, ma parla del presente.
“E’ tardi” ci grida Caparezza ma non per ascoltare. “Museica” si lascia ascoltare, una due o tre volte o anche più non importa: in un’epoca dove la parola supera anche la velocità di pensiero, la curiosità e l’ascolto sono due doti che non bisogna perdere, mai. Forse (anche) questo è “Museica”.
Caparezza – “Museica” Tracklist
1. Canzone all’entrata
2. Avrai ragione tu (ritratto)
3. Mica van Gogh
4. Non me lo posso permettere
5. Figli d’arte
6. Comunque Dada
7. Giotto beat
8. Cover
9. China Town
10. Canzone a metà
11. Teste di Modì
12. Argenti vive
13. Compro horror
14. Kitaro
15. Troppo politico
16. Sfogati
17. Fai da tela (feat. Diego Perrone)
18. E’ tardi (feat. Michael Franti)
19. Canzone all’uscita