Andando a cercare un po’ per tutta Italia, ci possiamo rendere conto che la musica è nel nostro sangue e che la qualità è davvero buona. Ho sentito persone dire che non ascoltano band italiane a priori. Posso dire che non sanno quello che si perdono. Nostri ospiti oggi sono i Camera237, gruppo indie nato in quel di Cosenza. L’album di cui parleremo è “Alone In An Empty Bed“, prodotto dalla Foolica Records, in uscita nei negozi di dischi a partire dal 18 Marzo 2011. Vi darò qualche anticipazione, per permettervi di arrivare preparati al primo ascolto di questo disco ricco di risultati soddisfacenti. Intanto le tracce: sono nove e le trovate di seguito.
- Etiquette is useless
- Wake up alone in an empty bed
- Carry on (To carry on)
- 6:00 am
- John Arne
- Echoes from my brain
- Nova Ruda
- My wrong words
- Caledonian McBryne
Iniziamo col dire che la cosa più stupefacente è il sound. Le atmosfere evocate creano uno scompiglio emotivo al di là della percezione standard. Per questo consiglio di dedicare loro un primo ascolto ad “orecchio libero”: niente cuffie, iPod, mp3 o altro. Collegatevi ad un impianto stereo, riempite la vostra stanza di sensazioni, lasciando fuoriuscire la poetica di questo gruppo pezzo dopo pezzo. Nulla è mai scontato e sembra proprio che non ci sia un solo suono fuori posto. Mi verrebbe da definire electro-zen il modo che hanno i Camera237 di coinvolgere nel loro mondo; per tanti artisti, elettronica significa esasperazione del suono, creazione di tunnel labirintici nel cervello dell’ascoltatore che però nel più dei casi lo portano a confondersi e a non trovare altro che sovrapposizione, disordine. Pare che qualcuno se ne stia accorgendo per primo: per questo la mia definizione di gruppo electro-zen. Cioè che emerge da “Alone In An Empty Bed” è proprio la pacatezza del suono. Esso non viene sparato, come spesso accade. E’ come iniettato dentro di voi, fatto scivolare in un’ascesa verso la culminazione in qualcosa di afrodisiaco. Badate bene, questo non significa che sia un album fiacco, consigliato per il riposino pomeridiano: la carica c’è eccome. Ma ancora una volta il concetto che ne hanno i Camera237 è superiore, quasi filosofico. La carica non viene ottenuta attraverso l’utilizzo di chitarre distorte al massimo, con la frenesia di incendiare il plettro sulle corde. E la testimonianza più significativa penso sia data proprio da “Nova ruda”: un percorso di saliscendi sonoro, con scariche elettriche che si eclissano, ritornano e danno una sensazione incredibile. Il consiglio è quindi quello di avvicinarvi a questo gruppo. L’album che vi abbiamo presentato è un esempio ottimo del saper fare musica. Dato che spesso assistiamo ad affermazioni di santoni, che sopravvalutano gruppi altresì limitati, sul piano tecnico e soprattutto a livello di inventiva: i Camera237 innnovano. Graffiano la vostra pelle per poi disinfettarla con il rilascio di suoni straordinari e ricerca del possibile nell’originalità. Aspettiamo anche i vostri pareri, buon ascolto!