Sabato 17 Marzo, nella cornice del Teatro Rendano, c’è stata la prima delle due date cosentine del tour di (Dario) Brunori Sas. Come prevedibile nella “sua” Cosenza lo spettacolo ha registrato il tutto esaurito, e lo stesso vale per la seconda serata in programma per oggi, 19 Marzo.
Come recita il titolo dello spettacolo, “canzoni e monologhi sull’incertezza”, è stata proprio l’incertezza il filo conduttore della serata. Lo spettacolo si apre con la scena vuota e un telo su cui vengono proiettate le sagome delle tre anime del cantautore: l’intelletto, il sentimento e l’istinto, mentre la voce fuori campo di Dario, accompagnata da pianoforte, dà luogo a uno scambio di battute che fanno emergere, con la consueta ironia che contraddistingue il cantautore calabrese, le contraddizioni della sua- e della nostra-personalità.
I vari brani presentati, per lo più dall’ultimo album “A casa tutto bene” , sono alternati, e legati tra di loro, da monologhi incentrati sui dubbi, le incertezze e le paure. Così, ad esempio, un monologo sulla selacofobia, l’irrazionale paura degli squali, quando bisognerebbe temere invece l’uomo, diventa l’introduzione perfetta per “Don Abbondio”(Don Abbondio nello strazio / Del mio mare violentato/ Dello stato delle cose/ Che ormai è dato per scontato…), mentre il trait-d’union tra “La vita liquida” e “Lamezia-
Milano” è un monologo sulla situazione di sentirsi “divisi” tra la Calabria e Milano, tra i ramen e la pasta al forno, la metropoli e i paesini dell’Aspromonte abbandonati negli anni ’70, in uno stato di perenne insoddisfazione e, forse solo apparente, contraddizione.
Lo spettacolo scorre veloce, le canzoni sono belle e ben arrangiate, i monologhi divertono e fanno riflettere, con riferimenti che vanno da Mino Reitano a Baumann e da Socrate a Uomini e Donne. Una menzione particolare alla band, composta da Stefano Amato (violoncello, mandola contralto), Dario Della Rosa (pianoforte, tastiere) , Mirko Onofrio (flauto basso, clarinetto, vibrafono, cori), Massimo Palermo (percussioni) , Lucia Sagretti (violini, cori) e Simona Marrazzo (cori, percussioni), quest’ultima anche voce solista in una bella versione di “Diego e io”.
Per i bis Dario attinge alle sue canzoni più tristi (la definizione è sua): “Kurt Cobain” e , infine, “Arrivederci tristezza”, il cui testo (Mi spiace mio caro intelletto/Vattene a
letto/E dormici su…) sembra chiudere idealmente il cerchio dello spettacolo.