Bruce Springsteen presenta “Wrecking Ball” a Parigi

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bruce Springsteen | © Kevin Winter / Getty Images

Si potrebbe considerare una kermesse. Del resto lo spirito di un artista rispecchia in pieno le sue doti, la vitalità e il modus operandi. Questo è quanto è accaduto al teatro Marigny di Parigi sulle Champs-Élysées, blindato per l’occasione, in linea d’aria con l’Eliseo. Una contrapposizione, un paradosso. Nel primo si respira aria di goia, nel secondo si cominciano a pianificare le linee politiche da adottare così da far crescere ancora di più il divario tra classe dirigente e popolo. Per fortuna che noi ci concentriamo sulla musica.

Non si lascia attendere il Boss che si presenta in giacca camicia e jeans neri in tono, ed anfibi. Proprio come nel video ufficiale “We Take Care of Our Own, presentato proprio pochi giorni fa sul canale ufficiale Youtube di Springsteen. Si accomoda su uno sgabello, veste i panni dell’umile rocker e si lascia andare ad interviste e domande di curiosi e giornalisti, non mostrando alcun diprezzo neanche a quelle che a prima vista potrebbero sembrare le più scontate, le più ovvie. Ricordiamo per l’occasione che l’uscita è prevista per il prossimo 6 Marzo.

Così mentre a Sanremo la divina Patti Smith ha cantato una versione di “Because the Night” scritta proprio con il Boss, a Parigi quest’ultimo ci spiega che ha lavorato per ben un anno e mezzo ad un album che poi ha accantonato per dare alla luce questo qui. E’ prassi comune, specialmente con artisti di un certo calibro, lavorare su un’idea e nel mentre concentrarsi su una nuova, più sublime. La collaborazione in fase di strutturazione dei pezzi vede l’influsso di Ron Aiello, ed entrambi hanno lavorato su basi prettamente folk, per poi spaziare versi i generi più disparati, avendo a disposizione un’intera libreria di suoni e utilizzando perfino qualche campionatura hip hop, un genere non molto familiare al Boss. Il fulcro del quadro è la rabbia: la crisi finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti – e quindi il mondo intero! – ha messo in discussione l’intero contesto mondiale, e gli influssi ricadono anche nel lavoro di ogni artista che si rispetti. “Wrecking Ball” (Palla da Demolizione), per l’appunto, è stato concepito a partire dal 2008 dove – come spiega Bruce Springsteen – “nessuno può contare più su nulla e nessuno; amici e parenti hanno perso casa e lavoro e non si riesce ancora oggi a trovare un colpevole da condannare, tutti puri e senza colpe; la dignità è stata strappata a chiunque senza chiedere permesso e non potevo occuparmi di altro in un momento delicato come questo; una situazione che sta colpendo il cuore dell’America, e che sta spezzando in due un intero Paese”.

Si evince chiaramente che le intenzioni sono quelle di proteggere ed elevare ancora una volta quello che è il sogno americano. In un contesto in cui aumenta la disoccupazione e le persone restano senza casa – alludendo così anche alla situazione che lo colpì da ragazzo, dove la madre lavorava nel mantenere la famiglia ed il padre affannava nel trovare un lavoro – situazione che poi si è ripercossa durante la sua esistenza dove ha cercato di trovare una spiegazione psicologica più che sociologica all’intera faccenda, affermando ancora che se non si elevano i principi di uguaglianza giustizia e libertà un Paese non può sopravvivere per nessuna ragione al mondo. E così spiega anche il significato (e dunque il significante) di “We Take Care of Our Own”, in cui traspare l’idea di quello che sarebbe dovuto succedere ma che in realtà non è stato. “Stiamo offrendo un’equa opportunità a tutti? Riusciamo, oltremodo, a prenderci cura di noi stessi?” La risposta ad entrambe le domande è no. Del resto anche nei precedenti lavori la sua indagine è stata sempre quella di misurare la distanza tra la realtà e quello che viene definito il sogno americano.

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bruce Springsteen | © Kevin Winter / Getty Images

Ritorna, ancora, il tema del patriottismo specialmente nel pezzo “Lands of Hope and Dreams” in cui si scaglia come un fulmine a ciel sereno un assolo del compianto Clarence Clemons. Per l’occasione ricorda Bruce che la loro era un’affinità elettiva, un incontro di anime che si completano a vicenda. Mai nulla di materiale in gioco. La loro alchimia derivava da quello che volevano esprimere, dalla loro reciproca presenza in studio di registrazione. Una notizia recente ci svela che nel nuovo tour – che è in fase di preparazione in New Jersey – ci sarà il nipote di Clemons, Jack, che si unirà alla E-Street Band.

Anche il tema del cattolicesimo è oggetto di indagine nel nuovo lavoro. Del resto, come dice – quando cresci cattolico lo resti tutta la vita – e questo ha causato non pochi problemi all’ allora adolescente Bruce – “portando ripercussioni anche in ambito sessuale” (ndA). Alle domande sull’attuale politica portata avanti dal Presidente Obama, dichiara di appoggiarlo anche se rimane concentrato sulla musica. Del resto, come ci spiega, il capitalismo è un cancro che si diffonde a macchia d’olio e dopo il movimento Occupy Wall Street ora tutti sono più vicini alla gente che alla classe dirigente; ha ucciso Bin Laden ed ha approvato una riforma sulla sanità che ha permesso che tanta gente non venisse a mancare per una semplice malattia.

E ritorna così sulla metafora di “Wrecking Ball” che da un lato lascia trasparire quella palla d’acciaio che – nel vero – ha raso al suolo lo stadio nel New Jersey casa dei New York Giants, già teatro di precedenti esibizioni del Boss, ma – metaforicamente scrivendo – quell’influsso che distrugge tutto per lasciare spazio al nuovo, all’irrisolto, al sogno tutto da ricostruire. E, alla domanda dei presenti sul fatto che avvertisse o meno la pressione dei fan sulle sue opinioni politiche, risponde che il suo è un pubblico vasto ed eterogeneo e che gli piacciono tutti i suoi fan. C’è chi va ad un concerto per ballare e divertirsi a suon di musica e chi è anche interessato alla sue opinioni politiche, chiarendo però che – “non potete chiedere risposte a quelli che fanno musica. Noi, al massimo, siamo i canarini nella miniera” (ndA).

Del resto la sua è davvero un’esistenza benedetta, e noi aspettiamo il 6 Marzo per l’uscita del nuovo album e il mese di Giugno per i concerti in Italia dove, per l’occasione, non promette affatto di non sforare l’orario di chiusura per il concerto a San Siro. Ricordate la polemica che lo interessò qualche anno fa? Stay Tuned & Keep Rockin.

 

Bruce Springsteen – We Take Care of Our Own – Album Presentation

 

 

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