Bruce Springsteen, un tuono invade il Plebiscito. Il diario di uno spettatore

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Bruce Springsteen

Sarà che di prima mattina arrivano le sfogliatelle di benvenuto o che la pioggia battente da metà concerto non ha fermato il delirio collettivo o che il sound-check non è stato effettuato (salvo scoprire il perché qualche ora dopo) ma Bruce Springsteen & The E- Street Band, un tuono che invade Piazza del Plebiscito a Napoli.

Le emozioni fanno fatica a trovare le parole adatte ma la maratona rock sta per iniziare. Se poi ci aggiungiamo che un bambino (Matteo) piangeva lacrime di gioia sulle spalle di Springsteen mentre, intonato, cantava il ritornello di “Waitin’ on a Sunny Day” o Rosy dal pubblico che vede dedicarsi “Rosalita (Come Out Tonight)” è facile pensare che torneranno a casa con un’esperienza, un ricordo, una sensazione in più che per una sera ha premiato tutti. Loro i portavoce, Bruce Springsteen & The E-Street Band gli amplificatori.

Gli omaggi alla terra natìa dei suoi nonni di certo non mancano, l’intro di “O’ Sole Mio” suonato con la fisarmonica e il pubblico fa da eco mentre lui, Springsteen, corre a prendere un sole regalatogli da un ragazzo di nome Luca con scritto “Bruce burnin’ Love!/O’ Sole Mio” o ancora una gigantografia con l’immagine vintage del Gran Caffè Zerilli a Vico Equense che divertito prende e porta a casa: “Se i miei nonni non fossero emigrati in America, forse starei ancora lì a servire pasta!”. La signora Gina direttamente dall’America, già da Lunedì mattina a Napoli per accaparrarsi il posto in prima fila, o un’altra che ieri sera ha festeggiato il suo concerto n° 309 o Thomas dal Belgio presente in prima fila dagli anni ’70 ad oggi, generazioni che convergono e si fondono tra loro coadiuvate dalle note di “Thunder Road” finale suonata chitarra e voce così come fu per l’ultima volta a Napoli quel 22 Maggio 1997. Silenzio.

Bruce Springsteen & The E-Street Band -  Wrecking Ball Tour 2013, Napoli - Ph. © A. Moraca
Bruce Springsteen & The E-Street Band – Wrecking Ball Tour 2013, Napoli – Ph. © A. Moraca

L’avventura comincia lunedì 20 Maggio ore 23:00 circa. Un temerario gruppo di 70 persone tra nomi e numeri vogliono a tutti i costi conquistare la prima fila. Una prassi ripetuta per tre giorni fino a ieri Giovedì 23 Maggio. Tra appelli, domande, file interminabili c’è spazio per una pioggia scrosciante (che però arriva solo a metà concerto, contro ogni previsione, sulle note di “The River”) e per le sfogliatelle gentilmente offerte di prima mattina dal manager di Barley Arts – Claudio Trotta che temerario si aggira tra il pubblico concedendosi senza remore. Alle 8:30 del mattino si contano già 730 persone in fila per la zona pit, oltre mille già intorno alle 12:00. Australia, America, Belgio, Olanda, Perù e l’Italia da nord a sud convergono verso il colonnato della Chiesa di San Francesco di Paola mentre uno studente trova anche il tempo di recarsi all’università per convalidare un esame. Durante l’attesa un poeta metropolitano elargisce dediche ai presenti e al “Boss”, una cita così: “Dedicata for The Bruce. La tua divina voce incanta ‘a vita mia, saprei riuscirci io? No! Perchè il tuo è un dono divino che ha eletto te voce universale e…nessuno ti può eguagliare!” La stampa intervista e fotografa, i presenti diverti esibiscono striscioni e intonano cori, si conoscono, mentre un vento di mare spazza via tutte le nuvole minacciose.

Un dubbio nel frattempo assale i presenti: il palco è pronto ma il sound-check non è stato effettuato. Ci pensa direttamente Bruce Springsteen che alle 18:15 fionda sul palco con l’armonica e la chitarra e canta “This hard Land” e “Growin’ up” giusto per 15 minuti salutando tutti con “Hi my people. Tutto bene? See you later”. Una bandiera, quella italiana, veleggia in alto sul palco, dall’altro capo un’altra bandiera, quella americana, fa da sponda: le condizioni metereologiche non intimidiscono i fan dalle prime alle ultime file. Backliner, tecnici di palco, operatori e addetti alla sicurezza pian piano prendono postazione e alle 20.23 entra in scena la E – Street Band dopo aver lasciato spazio a Nils Lofgren, Charlie Giordano e Roy Bittan che, armati di fisarmonica, intonato “O’ Sole mio” cantata all’unisono da tutta la piazza, settentrione compreso. E via allo show con “Long Walk Home”, “My love will not let you down”, “Out in the street” e “Hungry heart” prima di passare in rassegna alcuni brani estratti dall’album “Wrecking Ball”: a fare da eco alla tracklist dell’album ci sono “We Take Care of Our Own”, “Wrecking Ball” e il funk di “Death to my Hometown”.

Più tardi arriveranno, ancora, “Shackled and Drawn” e “Land of Hope and Dreams” non prima però di “Spirit in the Night”: Rosy in prima fila è in compagnia del suo ragazzo che sfrontato esibisce un cartoncino con su scritto “Rosalita (Come Out Tonight)” suggerimento gradito e raccolto. E via così “One, Two Three Four”, lei lo ringrazia infinite volte con le lacrime agli occhi, fosse solo per il fatto che il cartoncino le viene restituito da Springsteen in persona. Il momento di maggiore enfasi si raggiunge con “The River” e “Prove it All Night” prima di ripetere l’operazione cartoncini: dal pubblico qualcuno suggerisce “Radio Nowhere” ed eccola qui. “The Promise Land” anticipa “Pay My Money Down” che vede gran parte della E – Street Band sul palco armata di ombrellini hawaiani ballare, divertirsi, entusiasmare. Ma il momento tanto atteso è alle porte.

Matteo in prima fila accompagnato dai genitori è la preda perfetta per il “Boss”: “Waitin’ on a Sunny Day” è delirio allo stato puro, sotto la pioggia battente e il vento graffiante c’è spazio per questo bambino che intonato propone il ritornello, salvo finire sulla spalla destra di Bruce Springsteen in un fiume di lacrime, lacrime di gioia. Gli si gonfiano gli occhi, incredulo, mentre quarantamila mani applaudono per un’esperienza unica e irripetibile che ricorderà per il resto della sua vita.

Bruce Springsteen & The E-Street Band – Wrecking Ball Tour 2013, Napoli – Ph. © A. Moraca
Bruce Springsteen & The E-Street Band – Wrecking Ball Tour 2013, Napoli – Ph. © A. Moraca

“Who’ll stop the rain?” dei Credence Clearwaters Revival è una provocazione ad hoc e, scontato ma doveroso scriverlo, gli emarginati del mondo si scatenano in una danza senza fine sulle note di “Badlands”, come se non ci fosse domani, subito dopo aver invocato la resurrezione con “The Rising”.  A questo punto la vicenda sembra rievocare un libro “Illusioni” di Jonathan Bach: il copione non è scritto, questo è rock! “My Hometown” è la dedica ai suoi amici di Vico Equense, in lingua italiana: “Questo pezzo lo dedico agli amici di Vico Equense, la mia città” e strappa di mano uno striscione che recita “This Land is Your Land”; lo esibisce coadiuvato da Stevie, un uomo che si guarda allo specchio. Non mancano, ancora “Born in the U.S.A.” e l’inno degli springsteeniani “Born to Run” mentre su “Dancing in the Dark”, stavolta, non è una sola ragazza ad essere invitata sul palco bensì due. En plain.

“Tenth avenue freeze-out” e “Twist and Shout” si ballano e si cantano quando ormai le tre ore di concerto sono appena trascorse ma il silenzio di una piazza intera riecheggia dal golfo al centro storico della città quando armonica, chitarra, voce, mani e cuore intonano “Thunder Road”. A lato, uno striscione recita “Come Back Thunder Road, 22.05.97”. Si, proprio quella fu l’ultima canzone eseguita sedici anni ed un giorno fa or sono quando Bruce Springsteen comparve di nuovo a sorpresa dal balconcino del Teatro Augusteo invocato a gran voce dai presenti. Quella non fu l’ultima volta, ma questo è certamente un inizio.

Scaletta Wrecking Ball Tour 2013 – Napoli, Piazza del Plebiscito 23 Maggio 2013

  1. “O Sole Mio”
  2. “Long Walk Home”
  3. “My Love Will Not Let You Down”
  4. “Out in the Street”
  5. “Hungry Heart”
  6. “We Take Care of Our Own”
  7. “Wrecking Ball”
  8. “Death to My Hometown”
  9. “Spirit in the Night”
  10. “Rosalita (Come Out Tonight)”
  11. “The River”
  12. “Prove It All Night”
  13. “Radio Nowhere”
  14. “The Promised Land”
  15. “Pay Me My Money Down”
  16. “Shackled and Drawn”
  17. “Waitin’ on a Sunny Day”
  18. “Who’ll Stop the Rain?”
  19. “The Rising”
  20. “Badlands”
  21. “Land of Hope and Dreams”
  22. “My Hometown”
  23. “Born in the U.S.A.”
  24. “Born to Run”
  25. “Dancing in the Dark”
  26. “Tenth Avenue Freeze-Out”
  27. “Twist and Shout”
  28. “Thunder Road”