Bruce Springsteen, ascolta “Jack of All Trades” e ” Death to My Hometown”

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Bruce Springsteen | © TIZIANA FABI/AFP/Getty Images

Ed eccoci qui. Benvenuti a tutti nella fiction. Inteso: cominciamo ad abituarci all’idea che tutti i nuovi lavori passeranno mano a mano prima nel web – dunque negli Ipod – e poi forse ci dedicheremo con cura ed attenzione alla collezione dei cd. Ah tradizionalisti, noi! Ma in fin dei conti queste – come le altre – sono tutte operazioni di marketing. E il perchè ce lo ha ben reso noto Mister Steve Jobs.

Ma oggi continuiamo – dunque ci proviamo ancora una volta – a parlare di Bruce Springsteen, in arte The Boss, e del suo nuovo lavoro a puntate “Wrecking ball”. Si perchè tra ieri ed oggi sono disponibili al pubblico del web altri due nuovi inediti dell’album, rispettivamente “Jack of All Trades” prima e “Death to My Hometown” dopo. Abbiamo già ampiamente scritto sulla presentazione avvenuta al Teatro Marigny di Parigi, ovvero ci ha pensato il diretto interessato a rendere noti i pilastri sui quali si è basata l’idea per la realizzazione dell’album, e noi non resta che farne da eco.

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Bruce Springsteen | © TIZIANA FABI/AFP/Getty Images

Dunque, giusto per esser precisi, dopo “We Take Care of Our Own” (Traccia n°1), Easy Money (Traccia n° 2), “Schackled and Drawn” (Traccia n°3), This Depression (Traccia n°6), ecco che arrivano le succitate “Jack of All Trades” e “Death to My Hometown” rispettivamente traccia n° 4 e traccia n°5 dell’album.

Jack of All Trades: ancora una volta il sogno americano infranto ed un parallelismo con la realtà distruttiva. Il tutto incorniciato in un lento valzer incoronato da un assolo finale della sua Telecaster, che si scaglia come un fulmine a ciel sereno. Una ballata di sei minuti che contrappone un ritmo lento ad un testo in cui si evince una forte rabbia per quello che è il contesto attuale dell’America. Una spensierata preghiera di un uomo che promette di rendere omaggio a tutto ciò che Dio ci ha donato “[…]I’ll take the work that God provides[…]”, che trova la sua forza nella speranza che un domani possa realizzarsi tutto quello per cui ha combattuto Gesù ” […]We’ll start caring for each other like Jesus said that we might[…]”. Ancora il continuo ripetersi a fine della strofa “Andrà tutto Bene ” “[…]we’ll be alright[…]” quasi come un urlo disperato per farsi forza nelle avversità il tutto rinchiuso nell’affermazione “[…]If I had me a gun, I’d find the bastards and shoot ‘em on sight[…]” ovvero “[…]Se avessi una pistola, troverei quei bastardi e li sparerei all’istante[…]”, proprio per sottolineare la grande differenza che esiste tra chi è più ricco (in questo caso Springsteen si rivolge in principal modo ai banchieri) e chi sempre più povero (ovvero il popolo).

Death to My Hometown: una ballata con suoni celtici di circa tre minuti e mezzo di grande impatto, come una sorta di inno rock generazionale destinata a diventare – con un certo margine di sicurezza – un pezzo live dalle profonde emozioni. Ancora una volta il tema del sogno americano distrutto ma con una giusta contrapposizione: mentre prima a portare morte e miseria ci pensava la guerra, ora invece questa guerra non si sente nè si vede “Oh, no cannonballs did fly, no rifles cut us down No bombs fell from the sky[…]”, ovvero non i cannoni da guerra, nè i fucili, nè le bombe dal cielo hanno portato la morte nella mia città. Possiamo notare come con un gioco di parole rende ben chiara la realtà che oggi è ancor più pericoloso perchè il tutto si racchiude in una guerra silenziosa e bisogna essere pronti per combatterla. Sublime è la frase “[…]They destroyed our families’ factories and they took our homes[…]”, ovvero hanno distrutto le nostre case di famiglia e ci hanno lasciato senza niente ma l’urlo di gioia traspare quando invita tutti i ragazzi a cantare e cantare bene, perchè un domani forse tutto questo finirà.

Queste sono alcune anticipazione che ci ha offerto il web. Attendiamo il 6 Marzo per farne un quadro d’autore. Stay Tuned.

 

 

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