Si vocifera da molto tempo circa una pellicola sulla vita di Kurt Cobain, ma solo nei giorni scorsi è stato reso pubblico il nome del regista che si occuperà di questo ambizioso lavoro. Brett Morgen, già regista della pellicola sui Rolling Stones “Crossfire hurricane“, si occuperà del film su Kurt Cobain, scomparso quasi 20 anni fa, e sicuramente sarà in grado di dare giustizia ad una delle personalità più complesse e controverse della storia del rock.
Non è semplice rendere l’idea allo spettatore di quanta grandezza possa contenere l’artisticità di una personalità come Cobain, lo stesso Morgen ha avuto modo di consultare tantissime risorse lasciate dallo stesso cantante, e ha più volte dichiarato, con grande stupore quanto lo stesso Kurt fosse appassionato di arti visive, a testimonianza di tutto questo c’è una grande mole di materiale, fumetti e filmati lasciati proprio a noi dopo la sua morte. Riguardo questa pellicola le informazioni sono davvero molto poche, probabilmente vedrà la luce nel 2014, ma per adesso non ne conosciamo nemmeno il titolo né gli attori che prenderanno parte.
Ricordando il famoso film dedicato agli ultimi giorni di Kurt Cobain, Last Days di Gus Van Sant, ci riferiremo al prossimo come una testimonianza dell’intera, seppur breve, esistenza del leader dei Nirvana. La prematura morte, a soli 27 anni, ha strappato via alla musica uno dei più grandi artisti del grunge, simbolo della musica rock anni 90, che ancora oggi rivive nel ricordo di un repertorio musicale preziosissimo.
Il regista Morgen, azzardando riguardo il successo della sua stessa futura pellicola, si lascia andare in qualche dichiarazione e confessa un desiderio proibito, rendere il film sulla vita di Kurt Cobain il The Wall di questa generazione.
Insomma, davvero una grande ambizione, ma i presupposti sembrano esserci tutti, o almeno all’apparenza sembra, perché oltre che una rivoluzione in musica, siamo certi, o almeno chi ha avuto la possibilità di testarlo con mano (o con orecchie), Kurt Cobain avrà portato una rivoluzione nel modo di pensare rock, e nel modo di concepire la vita non come perenne malinconia e disagio, ma con un mood più tranquillo e sereno, lontano dalle esagerazioni e dalle tragedie che ne conseguono.