Biorn: “Vertigine”. La recensione

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Biorn - "Vertigine" - Artwork

I Biorn è una formazione italiana di pop rock che nel tempo ha avvicinato la sua musica anche all’elettronica ed alle avanguardie musicali, che dopo il disco di esordio “Venere” del 2008 ha deciso di pubblicare il suo secondo disco “Vertigine“.

Questo ultimo lavoro vede la produzione artistica di Josè Fiorilli (Ligabue, Irene Grandi, Velvet) ed è stato pubblicato dopo un lungo stop della band dovuto alla prematura scomparsa di Blaze, voce, fondatore, chitarra e anima della band, il 24 settembre 2011. Ad un anno di distanza dalla morte di Blaze i Biorn si sono riuniti ed hanno deciso di ripresentarsi al pubblico e portare avanti il progetto a cui Blaze aveva dedicato tante energie e passione, rivolgendosi a musicisti ed amici di lunga data che uniscono al talento anche la conoscenza profonda di Blaze.

Il disco comincia con “Altre galassie“, un pezzo orecchiabile e trascinante che rimane nelle orecchie e nel cervello e che non vedrei male come secondo singolo, vista la sua natura molto pop e catchy. Il disco si mantiene sulla rotta pop quasi fantascientifica con i suoni elettronici iniziali di “Aria“, altro pezzo ben realizzato ed architettato con la sua voce quasi lontana ed il ritornello così schitarrato.

Troviamo sempre suoni particolari anche nel terzo pezzo, “Luna in Agosto“, brano che sembra dedicato al compianto Blaze con la sua nostalgia, ma è un attimo e ci troviamo nel ritmo coinvolgente di “L’erba voglio“, pezzo che rimane in mente e che risulta molto piacevole anche grazie al simpatico coro bianco finale che ricorda “I miei robot” dei Negramaro.

Biorn - "Vertigine" - Artwork
Biorn – “Vertigine” – Artwork

Coraggio” è il brano più introspettivo del disco e parla di amore in un modo molto particolare, anche grazie alla musica, sospesa a metà tra il pop e l’elettronica, ed è seguito da “Bianca“, il brano scelto come singolo promozionale del disco, un brano di denuncia della società attuale e della generazione moderna di oggi, muta ed egoista che crede alle favole che le fanno comodo. Concludiamo una ideale terna introspettiva con “Ogni volta“, un pezzo di memoria, pieno di voglia di lottare e di rabbia grazie anche al ritmo così rock ed incalzante.

L’ottavo brano, “Il tuo pezzo migliore“, si candida come il brano più bello del disco e chiude un ideale cerchio che si apre con “Altre galassie”, una sorta di viaggio dallo spazio alla città in cui vivi, dall’ideale al reale, dall’ipotesi alla realtà, una realtà dove “giù in città suonano la tua canzone“: le cicatrici restano, è vero, e la guerra è ancora da combattere… ma non oggi.

L’abum si chiude con gli ultimi due brani “L’obiettivo” e “Si si si“, con l’ultimo brano più efficace del penultimo, grazie anche al ritmo incalzante dettato dalla batteria e dalla chitarra.

Il disco dei Biorn è nato sotto una stella particolarissima, quella della commemorazione del leader del gruppo Blaze scomparso prematuramente, ed è pervaso da una energia particolare che si nota soprattutto in alcuni brani come “Il tuo pezzo migliore” e “Luna in Agosto”. E’ stato un lavoro fortemente voluto dagli altri membri del gruppo e ne capiamo benissimo il motivo dopo l’ascolto: sarebbe stato davvero un peccato non pubblicarlo. Davvero un ottimo disco.

Se i Biorn sapranno mantenere questa energia, ne sentiremo parlare nei prossimi anni.

 

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