Gli Artic Monkeys chiudono il Pistoia Blues Festival 2014

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Pistoia Blues Festival - Artic Monkeys | © Melodicamente

Si chiude in grande, dopo una settimana, il Pistoia Blues Festival, con la piazza del Duomo pienissima, popolata da fan degli Artic Monkeys provenienti da tutta Italia e non solo, ci sono anche tantissimi inglesi.

Dopo l’apertura di The Kills con Jamie Hince arrivato a Pistoia con la mogliettina Kate Moss, gli Artic Monkeys sono arrivati sul palco alle 22, aprendo con “Do I Wanna Know?” e subito il pubblico in visibilio. Emozionante vedere una folla così attiva, che ha accolto più che calorosamente la band.

Cinque album all’attivo e tantissimi premi, gli Artic Monkeys sono un gruppo di successo influenzato da diverse correnti musicali: chiamatelo post punk oppure indie rock, ma quello degli Artic è un genere particolare e ben definito, che omaggia anche i più grandi gruppi della storia della musica e forse non può rientrare in un solo tassello.

Alex Turner e soci sono arrivati a Pistoia con l’intenzione di presentare il loro ultimo album, “AM“, ma anche per tirare fuori dal cilindro vecchie glorie. Dal punto di vista musicale non si può dire molto, nel senso che la band funziona bene, non è numerosa ma svolge il suo lavoro con grande energia. L’acustica di ieri sera, rispetto ai giorni precedenti, non era il massimo ed ha penalizzato molto la performance.

In ogni caso, non si è potuto fare a meno di notare che la voce di Alex Turner scarseggia nei live e che per la maggior parte i brani sono molto più apprezzabili in studio. Tra i brani di “AM” (la cui immagine di copertina campeggia sul palco) proposti ci sono anche “Fireside” e “Arabella“, oltre alla famosa “I wanna be yours”, che arriva sul finale per scaldare ulteriormente il pubblico.

Da “Suck it and see” arriva anche “Don’t sit down ‘cause I’ve moved your chair“, c’è spazio anche per “Brianstorm” e “R U Mine?“. Una piccola critica che si può muovere all’intero gruppo è che nonostante il loro grande successo non abbiano tenuto molto i piedi per terra: Alex Turner arriva con un ciuffo-omaggio ad Elvis Presley e giacca rosa, per poi toglierla e restare in total black, tenendosi addosso quell’aria un po’ spocchiosa. Interagisce pochissimo con il pubblico, ogni tanto tira fuori qualche parola in italiano, i soliti “grazie” e “buonasera”, ma non scherza, non presenta i brani, non fa grandi sforzi in merito. Sembra preoccuparsi molto più delle pose da rockstar-stereotipo che di stare in maniera naturale sul palco, che spesso vuol dire essere anche più appassionanti. Bisogna saper trascinare la folla e dal vivo sicuramente gli Artic Monkeys perdono molto, hanno all’attivo degli album davvero molto interessanti che, come già detto, si apprezzano di più da casa. Forse non sono ancora maturati abbastanza per prestare più attenzione alla qualità del loro lavoro che alle apparenze, che rimangono in superficie, li terremo d’occhio per i prossimi live e i lavori successivi. Ciò non toglie che siano uno dei gruppi migliori che ci siano attualmente sul panorama musicale internazionale.

Si conclude alla grande, tirando le somme, questa edizione del Pistoia Blues Festival, che ci ha regalato la sua serata migliore con lo straordinario Robert Plant, ma ci ha riservato anche belle sorprese, come per esempio The Lumineers. Rispetto alle edizioni passate di blues ne è rimasto poco, ma c’è la voglia di farsi conoscere ed estendere l’evento a diversi target, non a caso la serata che ha ottenuto più successo è stata appunto quella riservata agli Artic Monkeys: 6 Brit Awards in saccoccia, ma ancora molta strada da fare, almeno per quanto riguarda i live.

 

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