Si avvicina per Apple il momento dell’inaugurazione della nuova piattaforma musicale Cloud, firmando un accordo licenziatario con EMI ed essendo vicinissima firma di intesa ufficiale con Universal e Sony. Il percorso del gigante di Cupertino(California) appare sicuramente in discesa e si accende sempre più la concorrenza con Amazon. Quindi siamo davvero prossimi al poter usufruire di un servizio ”I tunes-Cloud” che si prefigura migliore di Amazon per molti aspetti e dare una scossa significativa al mercato. Sicuramente la tecnologia ”cloud” è la moda del momento e si preannuncia infuocato lo scontro al vertice giacchè Apple, l’e-tayler più importante del globo, sta cercando di conquistare una fetta significativa del mercato delle applicazioni, dei video e della musica.
Voci di corridoio rivelano che le operazioni di Apple stanno procedendo secondo i piani prestabiliti, seguendo la strada che dovrebbe portare molto presto all’annuncio ufficiale. Qualcuno ipotizza addirittura entro il 6 giugno, ilgiorno di apertura lavori della WWDC a San Francisco.
Prima di Emi, Apple ha stipulato un accordo con la Warner di cui si è parlato circa un mesetto fa ed ancor prima di una presentazione da parte della ”Mela” sembra possibile confrontare il servizio ”cloud” con quello lanciato da Amazon e Google. Il motivo ispiratore è quello del music locker, per l’appunto già sperimentato da questi due colossi.
In particolare: Amazon ha lanciato il servizio Cloud Drive basando il tutto sulle risorse cloud su cui investe già da molto tempo, mentre Google ha introdotto Music Beta, ma il progetto sembra ancora oggi essere in fase embrionale. Apple, invece, si muove cautamente e all’ombra, dal 2009, da quando ha siglato l’acquisizione del gruppo Lala in modo da avere le risorse necessarie per concretizzare l’idea cloud applicata alla musica. Tuttavia non è ancora molto chiaro come funzionerà il servizio, né quali saranno i costi per il fruitore.
Il nucleo della forza di Apple consisterebbe nelle nuove licenze oggetto delle trattative in corso con le major della musica: delle licenze che permetteranno di offrire agli utenti dei servizi migliori a costi più contenuti, maggiore praticità e facilità d’uso, più efficienza. Tutti requisiti che sono invece assenti nei servizi già di Amazon e Google, che hanno evitato i costi superiori delle licenze cloud,utilizzando seppur forzatamente le licenze pre-esistenti e adattandole per l’impiego online. In questo contesto gli ascoltatori di musica si trovano costretti a riversare sugli storage on line i propri files o addirittura complete raccolte musicali, con conseguenti tempi di attesa lunghissimi per l’upload. Invece grazie alle licenze che Apple è riuscita ad ottenere, le versioni master dei brani saranno già presenti sul server centrale. Per cui per l’utente sarà sufficiente eseguire un software in grado di rilevare i brani che sono presenti sul disco fisso, in modo da rendere possibile lo streaming sul web dei brani comprati, con un tempo di attesa pari a zero per l’upload.
La strategia sapiente di Apple sposta così il futuro della musica online in direzione on the cloud. In sintesi, dopo la crisi tra Apple e il mondo della musica, ora Apple potrebbe risollevare le sorti del settore, come è già successo con iPod e iTunes in illo tempore. Se la strategia risulterà vincente tutti gli altri (Amazon e Google in prima linea) dovranno firmare accordi con le major per poterne seguire necessariamente l’esempio.