Antonio Maggio racconta: “A Sanremo per raccontare il mio universo”

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Antonio Maggio | © fotoglamourstudio.it

A meno di un mese dall’inizio del Festival di Sanremo 2013, MelodicaMente ha intervistato Antonio Maggio, in gara nella sezione Giovani della manifestazione musicale più importante d’Italia. Il grande pubblico lo ha conosciuto in qualità di membro degli Aram Quartet, la vocal band che si aggiudicò la vittoria della prima edizione italiana di X Factor, da allora Antonio è proseguito in una carriera solista che lo ha portato all’Ariston ed alla pubblicazione del suo primo album. Un ragazzo umile ma determinato, un interprete ed un autore dalla forte sensibilità ma con i piedi piantati a terra. Ecco come Antonio Maggio ci ha raccontato la sua vita interamente votata alla musica.

Partiamo subito dal Festival di Sanremo 2013: sei stato selezionato con il brano “Mi servirebbe sapere” per partecipare nella sezione Giovani. Quali sono le tue aspettative riguardo a questa esperienza? Senti di aver avuto la tua rivincita rispetto alla mancata ammissione dello scorso anno?

Sono felicissimo, è un’emozione talmente grande che forse sotto sotto un po’ devo ancora realizzare. Le mie aspettative, che poi sono anche e soprattutto le mie speranze, sono quelle di salire su quel palco per far conoscere a tutti il mio universo musicale, a prescindere da come andrà la gara: ritengo che per un giovane la vera vittoria sia già salire sul palco dell’ Ariston.

A metà Febbraio, in concomitanza con la partecipazione al Festival, sarà pubblicato il tuo album di esordio, che conterrà “Mi servirebbe sapere”. Che cosa puoi anticiparci riguardo al disco? Qual è il concept su cui si fonda? Quali le sonorità?

La settimana del Festival realizzerò due dei miei sogni nel cassetto: oltre a salire sul palco dell’Ariston, infatti, uscirà il mio primo disco da solista, un banco di prova in tutto e per tutto perché per la prima volta mi metterò a nudo, oltre che dal punto di vista interpretativo, anche e soprattutto da quello autorale. Sono infatti sia autore che compositore delle 10 tracce contenute nell’album, che sarà composto da un elettro-pop-cantautorale di cui sono molto orgoglioso, grazie anche alla squadra della Rusty Records e al mio produttore artistico Davide Maggioni con i quali abbiamo lavorato in studio in questi ultimi mesi.

Antonio Maggio | © fotoglamourstudio.it
Antonio Maggio | © fotoglamourstudio.it

La tua è una carriera che comincia prestissimo, hai cominciato a cantare da ragazzino ed hai avuto notevole successo in vari concorsi, uno su tutti il Festival di Castrocaro. Come riuscivi ad affrontarle, tu che eri ancora così giovane, e quali ricordi porti di quelle esperienze?

Sì, le leggende familiari (mio padre) narrano che già a due anni salivo sulla sedia in cucina davanti alla tv e cantavo a squarciagola le sigle delle trasmissioni televisive della fine degli anni ’80, quindi parliamo di “Quelli della notte” o “Indietro tutta”. Poi, crescendo, ho capito io in prima persona di quanto fosse fondamentale per me la musica e da lì in avanti la passione è cresciuta con la mia persona. Di conseguenza, ho iniziato a collezionare tante bellissime esperienze che porto dentro di me e che hanno contribuito a formare la persona e l’artista che sono oggi. Devo ringraziare tutto il mio vissuto e la gente che lo ha accompagnato perché ognuno, nel suo piccolo, è stato importante.

Il grande pubblico ha avuto modo di conoscerti grazie alla partecipazione e vittoria alla prima edizione italiana di X Factor, allora in onda su Rai 2, in quanto membro degli Aram Quartet. Spesso la critica tende a marchiare con un segno negativo chi ha partecipato ad un talent show, ma tu sembri esserti riuscito a sottrarre a questo giudizio. Come ci sei riuscito?

X-Factor e anche il post X-Factor sono stati dei momenti meravigliosi della mia vita, che ricordo con grandissimo affetto. Io però rappresento un caso un po’ anomalo tra i vincitori di un talent-show, perché l’ho vinto con un’entità artistica totalmente diversa da quello che sono adesso. Il passaggio da gruppo a singolo per me ha avuto un po’ il vantaggio-svantaggio di azzerare tutto, dandomi adesso questa grande possibilità di presentarmi a Sanremo a tutti gli effetti come una nuova proposta. Quindi più che essermi sottratto a un giudizio o a un marchio direi che non posso averne, dal momento che mi sto presentando per la prima volta al pubblico come solista e cantautore.

Antonio Maggio
Antonio Maggio

L’esperienza con gli Aram Quartet è finita nel 2010, due anni dopo la vittoria di X Factor, e nonostante un contratto che vi aveva legati ad una major come la Sony. Quali sono stati i motivi, le situazioni che vi hanno spinto a prendere la decisione così netta e definitiva della rottura?

Dopo due anni bellissimi, conditi da due dischi e da due tournée in giro per tutta Italia, un giorno ci siamo seduti a un tavolo e abbiamo discusso come si fa in tutte le grandi famiglie, mettendo sulla bilancia le cose che ancora ci accomunavano e i punti di vista differenti che si erano sviluppati dopo due anni insieme. E vedendo che la bilancia pendeva più dalla parte dei punti di vista differenti, abbiamo preso la decisione di interrompere il cammino artistico, salvaguardando assolutamente però quello umano e d’amicizia che ci teneva uniti già da prima dell’incontro professionale.

Per diverso tempo hai lavorato come corista nell’Orchestra Terra d’Otranto ed hai avuto modo di accompagnare grandi nomi del panorama musicale italiano. Il mestiere è il medesimo, si tratta sempre di cantare, ma quali sono le differenze che tu per primo senti tra ciò che hai fatto in quel contesto e ciò che invece fai adesso in quanto cantante solista?

Bhè, cambia tutto. Nel ruolo di corista bisogna assoggettarsi alle esigenze di un altro artista che si accompagna e quindi omogeneizzarsi al contesto orchestrale. Quando invece il protagonista sei tu stesso, in prima persona, te la canti e te la suoni da solo, nella massima libertà creativa che poi dà vita ad una propria personalità e ad un proprio stile.

Alle soglie di un periodo intensissimo, frenetico quale il Festival e la promozione del tuo album, come vedi il tuo futuro? E come ne uscirà Antonio Maggio?

Il mio futuro lo vedo sempre più immerso nella musica. Spero di poter continuare ad avere la fortuna e il privilegio di vivere di questa mia grande passione. E spero anche che Antonio Maggio possa uscire da questa meravigliosa esperienza con la consapevolezza e l’orgoglio di aver fatto ascoltare alla gente le sue canzoni.

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