Alexia (al secolo Alessia Aquilani), cantante dalla potente voce soul e che si è fatta conoscere dal grande pubblico italiano (dopo aver conquistato quello estero con le sue canzoni dance) con pezzi come “Dimmi come” e “Per dire di no“, sta da qualche tempo prestando la sua voce alla trasmissione “I migliori anni“, dove reinterpreta grandi classici della musica italiana e internazionale. Noi abbiamo avuto l’onore di intervistarla.
1. Da due mesi è iniziata la tua esperienza in “I migliori anni”, la trasmissione dove in ogni puntata tu canti una canzone che ha segnato la storia della musica italiana. Cosa ti ha spinto ad accettare l’offerta di metterti in gioco in questo modo?
Mi ha spinto il fatto stesso di mettermi in gioco perché mi piace interpretare anche canzoni che non sono state mai nel mio repertorio e che rappresentano un tipo di musica e di performance diverse. Io sono sempre stata una performer abituata a fare cose di ogni genere e tipo soprattutto quando ho fatto la gavetta con le cover band dove ho cantato veramente di tutto e a me piace spaziare tantissimo. Questo programma mi permetteva di farlo.
2. A proposito del fatto che tu hai fatto di tutto, sei stata la regina della dance per molti anni e sei stata anche la prima artista donna italiana ad arrivare al primo posto nella classifica dei singoli in Inghilterra grazie a successi come “Uh la la la”, “Gimme love” e “Goodbye”. Cosa ti rimane di questa esperienza?
Sicuramente è stata un’esperienza meravigliosa, mi sono sentita molto appagata perché portare la musica dance prodotta in Italia e quindi comunque di matrice italiana all’estero è una grandissima soddisfazione soprattutto in Inghilterra che è un paese molto attento a quello che entra dentro a livello musicale. Mi è rimasto sicuramente un bellissimo ricordo e mi è rimasta soprattutto la soddisfazione di vedere che comunque ero considerata un’artista internazionale ben accettata e una gran professionista. Reputo di aver tenuto alta la bandiera del nostro paese in giro per il mondo e di non aver mai fatto brutte figure. (ride)
3. A livello internazionale direi che di brutte figure non ne hai fatte assolutamente, dato che sei riconosciuta come artista dall’Albania all’Estonia, dalla Polonia alla Svizzera, hai fatto anche un tour all’estero e in Italia hai cantato anche in manifestazioni come il Porretta Soul Music Festival e alla manifestazione “O’ Scià” organizzata da Claudio Baglioni per Lampedusa. Ad una artista come te, che ha girato tanto, chiedo: quale è la differenza nella tua attività quando sei in Italia e quando sei all’Estero?
All’estero sei comunque ricevuta come un’artista internazionale. C’è il detto “non si è mai profeti in patria”… Nel tuo paese controllano tutto di una canzone, il testo, di che cosa parla, che arrangiamento hai fatto, con chi hai collaborato… All’estero si fanno molti meno problemi, quello che vedono innanzitutto è la performance sul palco e che sia una performance di livello perché è quello che conta. All’estero guardano la sostanza: se hai venduto, se sei brava e se sei una grande professionista c’è sempre un grandissimo successo. Invece in Italia c’è sempre più diffidenza: ho passato un periodo per me particolare durante la mia maternità, mi sono presa dei periodi sabbatici in cui mi sono dedicata alla mia famiglia e poi a volte mi rendevo conto che ritornando sui palcoscenici c’era un po’ l’atmosfera del tipo “Ma chi è questa? Cosa ha fatto?”. Piano piano ricollegano il personaggio e allora si lasciano andare, ma inizialmente c’è sempre un po’ di diffidenza nel nostro paese.
4. A proposito di periodi sabbatici e particolari della tua vita, sei nata come cantante dance e ti sei traghettata nel tempo verso la musica funky, r’n’b e pop facendo la scelta di abbandonare la musica inglese per scegliere la lingua italiana. Questo passaggio è stato naturale? Era ormai maturo il tempo? Cosa ti ha indotto a fare questa scelta?
Mah, guarda, naturale no, il tempo non era maturo ed io non ero pronta, però mi erano arrivate delle proposte interessanti tra cui Sanremo, e per andare a Sanremo bisogna cantare in italiano. Io però avevo chiesto di potermi presentare in una maniera un po’ diversa. Quindi avevo preso un prezzo concepito originariamente per l’inglese e che era dance, funky e soul e che è diventato poi “Dimmi come” e mi sono dovuta cimentare con un testo in italiano che mi consentisse di far suonare bene il pezzo innanzitutto perché il mio interesse era quello e che poi diventasse anche uno slogan divertente e che la gente ricordasse facilmente le parole. Il passaggio dall’inglese all’italiano è stato invece naturale perché me lo sono imposta perché Sanremo era una occasione troppo importante per me, sul palco di Sanremo bisogna andare e fare bella figura ed io mi sentivo di poterla fare e quindi mi sono imposta questa missione e l’ho portata a termine ed è andata molto bene.
5. Andiamo un attimo alla tua vita presente e futura come performer. E’ in programmazione l’uscita del tuo nuovo disco per Giugno di quest’anno e che il 9 Marzo presenterai il tuo nuovo singolo a “i migliori anni”, singolo dedicato all’universo femminile.
Sì, l’intento era quello di fare un album di inediti ma non ce l’ho fatta perché non ho avuto il tempo, la trasmissione e gli altri impegni sono diventati pesanti quindi ho preferito fare solo due singoli inediti. La canzone che presento domani, che si chiama “Io no” è una canzone dove io metto sul piatto della bilancia la fatica che si deve affrontare per portare avanti un rapporto che si sta piano piano sgretolando perché da una parte c’è il desiderio di credere in questo rapporto e dall’altra parte non c’è nemmeno il desiderio di credere nelle proprie capacità di persona, di uomo e di compagno e quindi si tende a buttare la vita per divertimento e con leggerezza. Siccome questo è un atteggiamento che si vede spesso nelle persone indipendentemente dal sesso questa cosa fa soffrire molto chi sta dall’altra parte perché comunque è un tradimento: ti senti tradita perché la persona con cui volevi costruire una vita non ha concentrazione, c’è dispersione della vita, delle energie ma dall’altra parte c’è la forza della donna che nei momenti di difficoltà hanno sempre una marcia in più e cercano di reagire dando anche una chance ma più di tanto non si può dare, ognuno è libero di comportarsi come meglio crede.
6. Non sei la cosa a cantare nella trasmissione “I migliori anni” ma hai un bel parterre di colleghi insieme a te, da Povia a Ruggeri, da Paola e Chiara a Barbarossa. Com’è il dietro le quinte? C’è spirito di competizione o c’è collaborazione?
C’è spirito di competizione sicuramente dato che siamo tutti professionisti ma c’è anche una grande atmosfera da gita dato che noi ci facciamo anche delle grasse risate durante la serata perché ogni tanto arrivano degli artisti internazionali molto datati, alcuni sono ancora in formissima e altri che non ti ricordi chi sono e ci facciamo mille domande. La situazione in studio è molto divertente e carina, non vedendola da casa non posso sapere cosa si percepisce ma in studio è molto bello e il pubblico partecipa tantissimo e ci sono tantissimi giovani. E’ un’atmosfera molto bella.
7. Siete ormai quasi arrivati alla fine (la trasmissione finirà il 30 Marzo, NdR) de “I migliori anni”. Ne rifaresti un’altra edizione?
Subito! (ride) Anzi, vorrei che diventasse un’abitudine quella di rifare Canzonissima, magari cambiando anche il cast, ma a me piacerebbe rifarla, mi sono molto divertita e sarebbe bello proprio per il nostro paese, per i nostri artisti, per la musica italiana e per i nostri autori. Sarebbe una cosa molto bella, da rifare anzi da valutare attentamente: speriamo che il bilancio di questa trasmissione sia buono e che la Rai ci faccia un pensierino.