Alex Baroni, “Il senso di Alex”. La Recensione

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Alex Baroni "Il senso di Alex" Cover

Avevamo già annunciato l’uscita di “Il senso di Alex”, disco tributo che alcuni colleghi ed amici hanno voluto realizzare in ricordo di Alex Baroni, il cantante milanese morto all’età di 36 anni. Il 13 Aprile è ricorso il triste anniversario del decennale della sua scomparsa arrivata dopo tre settimane di coma, tre settimane in cui tutti noi abbiamo pregato affinché si svegliasse e tornasse presto a cantare. Il destino, però, non ha voluto così, ha deciso di portare via troppo presto uno dei più grandi talenti che l’Italia abbia mai potuto vantare e che ancora oggi fatica a trovare un successore morale.

Non è stato un semplice passaggio nella musica, il suo, Alex Baroni ha lasciato in essa un segno profondo, un modello cui tanti, tutti cercano di aspirare con risultati quanto mai discutibili. Non sono chiacchiere di mera retorica, nessuna frase fatta: basta accendere la televisione e soffermarsi per qualche minuto su uno dei tantissimi programmi per musicisti emergenti, non solo talent show, ma anche piccoli concorsi a carattere regionale. Ebbene, se tra le donne le canzoni più gettonate sono quelle di Giorgia e Laura Pausini, Baroni è sicuramente il riferimento per molti cantanti uomini.

Alex Baroni
Alex Baroni

Potenza, estrema tecnica e capacità di gestire la voce, ma anche sensibilità unica, cuore, anima che Alex Baroni metteva in ogni nota perfetta che era in grado di far uscire dalla propria bocca. Non solo grande interprete, ma anche autore di buona parte dei brani che ha cantato, è stato affiancato da un team dal sapore quasi familiare, che lo ha assistito artisticamente (e non solo) allora e che oggi, a dieci anni dalla sua morte, ha pensato di rendere un grande tributo ad un grande artista ed uomo.

A capo del progetto si è messo Marco Rinalduzzi, che con Massimo Calabrese ha rappresentato la seconda famiglia di Alex Baroni fino al momento tragico della sua morte. Per l’occasione si è voluto circondare di vecchi amici di Alex, persone che per lui hanno nutrito stima ed affetto e che con lui avevano avuto anche modo di collaborare in passato.

A cominciare da Giorgia, sua compagna di vita per diversi anni e che è sempre rimasta fortemente legata al suo ricordo, fino a Michele Zarrillo, Gegè Telesforo, Amii Stewart. Ma anche volti nuovi della musica italiana, che non hanno avuto modo di conoscerlo, ma che da Alex Baroni hanno imparato molto del loro attuale mestiere: tra questi Noemi e Marco Mengoni, che si distinguono nella trakclist de “Il senso di Alex” per interpretazioni particolarmente significative.

Gli amici cantano Alex Baroni

Ad aprire l’intero disco, però, è proprio Alex, la sua bellissima, calda, inconfondibile voce, registrata anni fa in “Arrivederci amore mio”, un inedito mai pubblicato fino ad ora e dal significato particolarmente importante. “Non ci sarò ogni volta che vorrai, non c’è più sole qui con te”, dice il testo, mai così tristemente azzeccato.

Claudio Baglioni è uno degli amici che ha voluto partecipare a questo tributo, presentando una propria versione di “Ce la farò”: nel suo caso, così come per Mario Biondi in “La voce della luna” o Michele Zarrillo in “Ultimamente”, piuttosto che Gegè Telesforo in “Parlo di te e di me”, si ha il felice connubio di cifre stilistiche molto diverse tra loro e di un accostamento canzone-interprete a primo acchitto forse azzardato, in realtà riuscitissimo.

Prima di ascoltare i brani, leggendo la tracklist, gli accostamente più azzardati di tutti sembrano essere quelli che vedono protagoniste Noemi e Carmen Consoli, che si sono cimentate rispettivamente in “Cambiare” e “Voci di notte”: due versioni estremamete delicate, eppure intense, coinvolgono commuovono prendono il cuore e lo riscaldano in un turbinio di emozioni. Due voci molto diverse tra loro e molto diverse da quella di Baroni, ma che ottengono il medesimo risultato: due dei punti più alti e sorprendenti dell’intero album.

Altrettanto delicata e carica di emozione è la versione che Marco Mengoni dà di “Scrivi qualcosa per me”. Brano malinconico, che il giovane vincitore di X Factor 3 ripropone senza eccessi di pathos né con straziante e sfrontata sofferenza, ma al contrario con forte rispetto della natura originaria del pezzo.

Arriviamo poi ad Alex Britti ed alla sua chitarra, che in “Il senso di Alex” reinventano con un arrangiamento del tutto nuovo “Pavimento liquido”, successo dell’ultimo album da lui realizzato nel 1999.

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Alex Baroni - "Il senso di Alex" - Artwork

Tra gli interventi più particolari di questo album tributo, pur per motivi molti diversi tra loro, possiamo inserire Amii Stewart e Fabrizio Frizzi: alla prima l’arduo compito di cantare “Onde”, a mio modesto parere una delle canzoni più sensuali mai scritte, senso che va un pochino perdendosi con un italiano “mangiucchiato”, di cui però la stessa cantante statunitense non ha alcuna colpa.
Frizzi, invece, intenerisce nella sua versione di “Sei la mia canzone”: non è un cantante, si sente forte e chiaro, ma commuove la sua voglia di fare la propria parte in un progetto come questo per ricordare un grande artista ed un amico.

In “Il senso di Alex” vediamo anche la partecipazione di due figure importanti nella vita di Alex Baroni: Giorgia, come già detto sua compagna per diverso tempo, e Luca Jurman, suo vocal coach, rispettivamente nella ritmata “Viaggio” e nella toccante “Solo per te”.
Particolarmente commovente, poi, il duetto tra lo stesso Alex e Renato Zero in “E il cielo mi prese con sé”, da molti considerato il testamento spirituale del cantante scomparso. La si ascolta in silenzio e una lacrima scende inevitabile.

Chiude, infine, “Male che fa male”, cantata al gran completo da tutti gli artisti che hanno preso parte singolarmente al disco, riunendosi sotto al nome di Gli Amici di Alex.

Un disco tributo è sempre difficile da giudicare, perché si rischia di fare una gran confusione tra i vari piani che lo compongono: da un lato abbiamo le canzoni di chi non c’è più e la voce di questi che risuona, palpita ancora forte nella mente, dall’altra si hanno le personalità di coloro che si sono prestati al progetto e che si approcciano a tali canzoni con profondo rispetto.

Come già accennato più sopra, ci sono molti abbinamenti non scontati tra canzone ed interprete, alcuni rivelatisi particolarmente azzeccati, altri un po’ meno, ma sono i rischi che si corrono sempre quando ci si cimenta nelle cover. Ed in questo caso, “affrontare” la voce di Alex Baroni rende il compito ancora più difficile.

Le canzoni sono belle, uniche, legate indissolubilmente a quella voce che per prima le ha trasformate da carta in suono. Una voce che non passa, inutile, passano solo i mesi e gli anni. Non è retorica, basta ascoltare, niente parla meglio della musica, niente parla meglio de Il senso di Alex”.

Voto: Dite la vostra!

1 COMMENT

  1. Ho ascoltato anche io e sono d’accordo sul tuo giudizio generale, aggiungendo, però, di mio la particolare menzione per l’esecuzione dei brani cantati da Zarrillo e da Britti, anche se sfegatato Zerofolle.

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