Per questo nuovo appuntamento di The Passenger MelodicaMente vi presenta gli AIM, band della Brianza al loro primo disco italiano.
Gli AIM, power trio brianzolo, nascono nel 2003 dall’idea dei gemelli Marco e Matteo Camisasca (basso e batteria) e di Marco Fiorello (voce, chitarra e testi) e decidono di lanciarsi subito sul power rock cantando in inglese. Dopo 3 album in lingua ed una lunga serie di tour che li portano a calcare i palchi dell’Italia, della Germania, della Repubblica Ceca, della Danimarca e di Malta, con il terzo disco “We are sailing” la band comincia a cantare qualche canzone in lingua madre (“Il nemico in casa” e “Xave“) grazie al loro produttore Federico Dragogna. Da lì parte l’idea di fare un disco interamente in italiano, un’assoluta novità per gli AIM, e nasce “Finalmente a casa”, coprodotto dagli AIM stessi con Fabrizio Pollio e presentato così dal leader Marco Fiorello: “Sappiamo tutti che c’e’ la casa, ‘un posto buono da restarci dentro”. Ma allora perchè finalmente? Perchè anche se riconosciamo il Bene di questo luogo (inteso non solo come luogo fisico, ma come tutto ciò che ci fa stare bene), ci sono tante forze che agiscono su di noi e in noi che ci portano fuori strada. Lontano da casa”. Noi di MelodicaMente abbiamo deciso di raccontarvi questo viaggio fisico e musicale verso casa, accompagnandovi nel mondo degli AIM.
A tu per tu con gli AIM
“Finalmente a casa” è il vostro primo lavoro interamente in italiano: cosa vi ha spinto a questa scelta?
Sicuramente l’amore per le sfide. Nel disco precedente “We are sailing” c’era già stato un primo tentativo, concretizzato in pezzi come ” Il nemico in casa” o “Xave”. Ma un disco completamente in italiano non l’avevamo mai fatto. Ed ecco “Finalmente a casa”. Devo dire che è stato molto faticoso scriverlo, soprattutto lavorare sulla coesione tra musica degli Aim e testi in italiano. Ma l’unico modo per evolvere è provare a superare il proprio limite. Ogni volta.
Avete registrato questo disco in presa diretta, in un modo crudo e primigenio: cosa vi ha portati a sperimentare questa scrittura?
La scelta e’ stata dettata dalla voglia di imprigionare l’energia di ogni nostro live in un disco. I lavori precedenti avevano un approccio completamente diverso, da studio, dove l’energia era sacrificata in favore della pulizia e della precisione. Con “Finalmente a casa” tutto, dalla scrittura dei pezzi, alla registrazione alla post-produzione, è stato progettato per ottenere un disco”live”. E devo dire che il risultato ha rispecchiato, ed è andato oltre, le nostre aspettative.
Con questa nuova strada intrapresa gli AIM possono dire di essere “Finalmente a Casa”?
Sicuramente è un ‘altra meta raggiunta. Ma agli Aim piace cambiare, mutare, contaminarsi e ad oggi non so dire che “casa” sceglieremo in futuro. Come dice Eugenio Montale “…perche’ tutte le immagini portano scritto “più in la”. “
“Finalmente a casa”: la recensione e l’ascolto
Il quarto disco degli AIM, il primo completamente in italiano, comincia con il singolo che dà anche il nome al lavoro e spiega subito quali saranno le coordinate su cui ci troveremo a viaggiare in compagnia di questa band brianzola: power rock duro, puro ed energico, senza compromessi e senza fronzoli, registrato in presa diretta e senza nessun trucco. Il muro di suono diventa un poco meno evidente con “Non parli già da un po’“, secondo pezzo che trova in una batteria posseduta il suo punto forte. E’ sempre la batteria ad introdurre le distorsioni elettriche di “Voglio il mio tempo“, con la chitarra di Fiorello che fa quasi sparire la voce.
La linea è tracciata ed il disco continua sui solchi di un rassicurante ed energico power rock come con “Nel nuovo giorno“, brano dal grande impatto e di sicuro successo caratterizzato da una coda riverberata finale. “Vittoria” comincia in modo più calmo rispetto alle altre canzoni e mostra una natura più “melodica”, non per forza votata al rumore e facendoci scoprire un Fiorello discreto paroliere: con l’arpeggio di “Dormo in te” gli AIM dimostrano di saperci fare anche in chiave puramente acustica e la canzone risulta essere una delle più belle di “Finalmente a casa”.
Dopo questa parentesi calma il disco riprende vigore con il controtempo di “Mi vuoi migliore“, dove il basso e la chitarra tracciano una linea ben precisa da cantare a squarciagola e da accompagnare con la testa ciondolante: in “Dove è ancora più profondo” ritroviamo il basso ed il muro del suono alla My Bloody Valentine, più post rock che power rock per un brano molto piacevole e ben ritmato. Il nuovo disco degli AIM si chiude con “La tregua“, dove idealmente si richiude il cerchio cominciato con “Finalmente a casa”, con un power rock energico e quasi orchestrale, con pochissimo cantato ed in un crescendo musicale notevole fino al finale dove il riverbero della chitarra elettrica somiglia al vento che passa in una vallata in una terra di confine.
Il nuovo lavoro degli AIM mostra una buonissima attitudine musicale e una buonissima padronanza dei mezzi ma ahimè manca di un piccolo dettaglio: l’impatto live. Per quanto alcune canzoni siano davvero belle ed apprezzabili anche stando seduti su di una poltrona, credo che questo disco trovi la sua consacrazione dal vivo, dove gli AIM sono apprezzati ovunque per i loro show adrenalinici e carichi di energia. Non resta allora che ascoltarli live per capire la vera bontà delle canzoni di questo “Finalmente a casa“.