Era ovvia una risposta a tutto questo polverone che si è scatenato sul Concerto Primo Maggio 2012 in seguito all’annullamento dell’esibizione degli Afterhours, un annullamento non voluto certo dalla band ma frutto di una disorganizzazione totale.
La band, proprio poche ore fa, ha parlato a Radio Città Futura dove ha spiegato e presentato “Padania” ma, i conduttori non potevano di certo lasciarsi scappare l’occasione di avere la spiegazione ufficiale di questa non-esibizione. Questa mattina abbiamo fatto il punto della situazione con le notizie che c’erano pervenute, molto poche, molto rade e soprattutto, abbiamo sperato tutti che ci fosse una spiegazione diversa da quanto era trapelato. Invece no, l’Italia ancora una volta si trova a dover combattere contro una incompetenza organizzativa e lavorativa. Gli Afterhours, nella persona del leader Manuel Agnelli, hanno innanzitutto portato le loro scuse. Scuse che sono state fatte in tutti i modi possibili e immaginabili dalla formazione che sa bene quanta gente era lì quasi esclusivamente per loro, che sa bene quanta gente è stata lì fino alle 24.00 solo per vederli apparire sul palco e cantare “Padania”, con il cuore in mano. Invece no, invece ancora una volta c’è stata una totale mancanza di organizzazione.
Come sottolinea la band, apparsa molto calma, con un self control davvero invidiabile, gli organizzatori hanno proposto loro di suonare dopo mezzanotte solo per il pubblico presente in Piazza, una soluzione di certo a metà, di certo un toppa su uno strappo ben evidente ma, comunque sia, gli Afterhours avrebbero accettato. Manuel Agnelli racconta e, chi ha ancora un pizzico di amore verso questo paese, sente quasi il magone addosso, perchè la situazione è stata ancor più tragica di quanto noi, poveri umani comuni pensavamo.
Afterhours: “siamo stati vittime di una disorganizzazione più che visibile”
Manuel Agnelli infatti racconta che parlando con i tecnici ha scoperto che dopo le mezzanotte sarebbe stato necessario abbassare i master del volume dell’impianto e spegnere i ripetitori, in quanto decaduti i permessi e, quindi “sarebbe stata una presa per i fondelli”. “Oltre che umiliati saremmo stati anche sbeffeggiati”, questa una parte di frase pronunciata dalla band. Insomma, più si ascolta Manuel parlare più la rabbia sale e ribolle, non certo per loro ma per questa situazione penosa.
Ci troviamo davvero senza parole. Ci troviamo ancora una volta ad essere delusi, amareggiati, risentiti, per una Italia che “sarebbe potuta essere ma che non è stata”. Una giornata intera a parlare di lavoro, di rispetto, di tante cose belle e poi una mancanza di rispetto totale verso una delle band più rappresentative del nostro paese, una band che in America farebbero carte false per avere ma, indipendentemente da questo, un trattamento del genere non se lo sarebbe meritato neanche l’ultimo gruppo nato ieri in uno scantinato. Rispetto e organizzazione, due parole che l’Italia che conta non conosce. Due parole che sembrano profonda utopia.
Concludiamo proprio con il video della spiegazione della non esibizione a cura degli Afterhours e trasmessa immediatamente da Radio Città Futura. 2 minuti e 12 di puro risentimento, due minuti in cui ci si chiede dove mai andremo a finire. Siamo tutti d’accordo che nella vita ci sono cose più importanti ma, tutto questo è sintomo di un paese alla deriva, di un paese che vorrebbe ma non fa. Se iniziassimo a dare responsabilità a chi è in grado di averle, a chi è in grado di costruire qualcosa di buono, saremmo già un passo avanti. Vorremmo concludere dedicando, per restare in tema “Quello che non c’è”, proprio della band di Manuel Agnelli che, ancora una volta, sembra essere così magicamente perfetta per il momento.