Africa Unite: “Il punto di partenza”. La recensione

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Anticipato dal singolo “L’esercito con gli occhiali a specchio“, è uscito “Il punto di partenza“, il dodicesimo album in studio degli Africa Unite, storica band italiana di reggae e ragamuffin: il disco è disponibile sul sito ufficiale della band sia in streaming che in download gratuito.

L’uscita del singolo coincide con una scelta consapevole e particolare da parte della band di Bunna e Madaski, che loro stessi riportano sul loro sito ufficiale: “Insieme al disco, nasce anche una nuova era per gli Africa Unite. Un’era in cui vogliamo essere sui social network in modo più presente e consapevole, cercando di coinvolgervi nelle nostre scelte e nei nostri pensieri. È per questo che da oggi, 10/3/2015 vi proponiamo SOCIAL RE-EVOLUTION: il nostro modo di intendere i social network e il loro utilizzo nella vita di tutti i giorni, direttamente dalla nostra pagina facebook: africauniteofficial. La SOCIAL RE-EVOLUTION culminerà con l’uscita del videoclip “L’esercito con gli occhiali sa pecchio”, primo singolo estratto dal nostro nuovo album.”

Dopo cinque anni dal precedente “Rootz“, gli Africa Unite si presentano di nuovo in scena più motivati e più numerosi che mai: oltre alla voce ed alla chitarra di Bunna ed ai sintetizzatori di Madaski, troviamo il sassofono di Gabriele Peradotto, la tromba di Stefano “Piri” Colosimo (Piri), le tastiere di Patrick “Kikke” Benifei (Kikke), il campionatore di Mauro Tavella, il basso di Paolo Baldini, la batteria di Ale Soresini, le percussioni di Nicola “Papa Nico” Paparella e la new entry, la chitarra di Marco “Benz” Gentile: il “solito” enorme ensemble a cui gli Africa Unite ci hanno abituati, insomma. Ma numerosità non vuole dire confusione, anzi tutt’altro, vuol dire diversi punti di vista sulla musica, un discorso che gli Africa Unite hanno sempre fatto proprio. E questo disco non fa eccezione.

Il punto di partenza” comincia con “Pure music today“, pezzo che vede la partecipazione di Raphael e che mostra da subito la doppia anima del duo Bunna-Madaski, questo strano connubio reggae-tecnologico che da sempre li caratterizza: con “Riflessioni” respiriamo aria di estate e torniamo indietro di tanti anni, ai tempi di “Un sole che brucia”, con le sue atmosfere rilassate e con il testo sempre ficcante e dissacrante sulle storture del mondo moderno.

africa-il punto di partenza
Africa Unite – “Il punto di partenza” – Cover

Ne “La teoria” ci troviamo in un mare di guai ma in pieno mare caraibico, sulle coste della Giamaica, con le palme a proteggerci contro le inutili ovvietà del mondo moderno: basta poco e ritorna l’anima nera degli Africa con “L’attacco al tasto“, regalandocene una versione orchestrale grazie alla rielaborazione degli Architorti con “L’attacco alla corda“.

A metà disco troviamo il singolo di esordio, “L’esercito con gli occhiali a specchio“, che potremmo definire il nuovo manifesto musicale degli Africa Unite: in questo pezzo c’è tutta la crasi della band, dalla voce melodiosa di Bunna alla voce roca di Madaski, dal testo ironico e graffiante sulla realtà di oggi all’inserimento del nuovo corso nella partecipazione di More no Limiz. La voce roca e cupa di Madaski ritorna insieme al dub-step in “Ritratti” e torna alla mente un brano come “Un sole che brucia”.

Con “Thanx and praises” e “Il volo” si risolcano i mari della Giamaica, piacevolmente cullati in una amaca in riva al mare con un cocktail come compagnia prima di tornare al passato con il reprise di “E’ sempre stata lì“, singolo registrato nel 2013: il disco si chiude con “Cyclop“, pezzo che rivede la partecipazione degli Architorti e che è difficilmente collocabile nell’alveo musicale degli Unite per le sue atmosfere musicali che richiamano gli Specials per poi terminare in piena sperimentazione musicale.

Il punto di partenza” rappresenta un nuovo “punto di partenza” per una band come gli Africa Unite che calca i palchi dal lontano 1981: 34 anni in cui Bunna, Madaski e soci hanno fatto conoscere il reggae in Italia, portandolo all’attenzione del grande pubblico italiano con perseveranza e successo, divenendo punto di riferimento di un intero fenomeno generazionale. La band di Pinerolo è riuscita nel “solito” intento, ovvero non snaturare se stessa ed essere comunque sempre coerente al suo percorso ed alla sua cifra stilistica che l’ha resa riconoscibile ed amata dal suo pubblico. Un gran bel ritorno per una formazione che dimostra di avere ancora tante cose da dire e di volerlo fare lanciandosi in un nuovo progetto di ri-evoluzione sociale senza dimenticare le proprie origini. E allora bentornati Africa Unite.

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