I fans degli Aerosmith stiano tranquilli: se ci sono delle certezze nella musica, una sono loro. Gli Aerosmith, anno dopo anno, rimangono fedeli alla loro linea musicale e continuano a sfornare pezzi che sanno di rock e di pop, di colonna sonora da film strappalacrime e del solito immancabile “lentone” che siamo sicuri diventerà un brano di successo.
Tutto questo (e anche qualcosa di più) lo potete trovare in “Music from another dimension”, il nuovo disco della band di Steven Tyler che segna il ritorno sulle scene musicali del gruppo dopo le voci di scioglimento del 2009, un disco generoso dalle 15 tracce e disponibile sia in versione normale che in versione deluxe. La copertina vagamente psichedelica e dalla grafica fumettosa ci introduce nel primo brano del disco, “Luv XXX”, brano introdotto da un parlato dal sapore fantascientifico e che subito dopo mostra la sua natura decisamente rock, grazie ad una chitarra che sa il fatto suo e che ricorda vagamente “Love in an elevator”.
Il secondo brano, “Oh yeah”, non colpisce molto all’ascolto, almeno non quanto “Beautiful“, il terzo pezzo, dal ritornello decisamente interessante ed in piena chiave Aerosmith, soprattutto nei cori. Con “Tell me” il disco propone il primo brano dalla matrice acustica e decisamente melodica e soprattutto propone una certa chiave country che incontreremo anche più avanti nel disco, soprattutto nella versione Deluxe.
“Out go the lights” mostra il lato scanzonato della band, quello caciarone alla “Rag Doll” per intenderci, ed ha anche una lunga coda strumentale che credo farà il suo effetto soprattutto dal vivo. “Legendary child” scorre piacevole come pezzo ma senza dire molto di sé (fa compagnia a “Oh yeah”) ma subito dopo… signori, preparate i fazzoletti e le scommesse per “What could have been love“, pezzone strappalacrime che siamo certi finirà come colonna sonora in qualche film.
“Street Jesus” mostra una certa matrice rockabilly e pesta davvero veloce sul ritmo, per un pezzo dal sapore di asfalto e Harley Davidson. Ma il disco stupisce subito dopo con “Can’t stop loving you“, duetto con Carrie Underwood ed altro brano che sono sicuro avrà un notevole successo. Siamo ormai oltre al giro di boa ma “Lover alot” dimostra che gli Aerosmith di energia ne hanno da vendere e anche a peso d’oro, energia dal sapore hard rock che quasi stupisce in un disco del genere.
“We all fall down” forse è il migliore brano del disco, inserito in pieno nella chiave melodica che ha reso così famosi gli Aerosmith e dal ritornello decisamente ad alto pericolo per chi ha il cuore tenero. Il pezzo successivo, “Freedom fighter“, difficilmente si inquadra nel disco, anche grazie alla presenza di una star come Johnny Depp ai cori e grazie al cantato di Joe Perry, che ha deciso di scrivere questa canzone dopo aver saputo della storia del generale ugandese e signore della guerra Joseph Kony.
“Closer” è un altro gran bel pezzo di rock che colpisce per il suo ritmo particolare e per un ritornello magistrale che coglie nel segno mentre “Something” è il secondo pezzo del disco cantato dal chitarrista Joe Perry e che vede Tyler alla batteria per il ritorno dei Toxic Twins. Il disco termina con “Another last goodbye“, pezzo voce e piano che mostra gli Aerosmith in tutta la loro poliedricità e che dimostra che il gruppo americano non è assolutamente morto.
Le tre tracce aggiuntive della Deluxe Edition, “Up on the mountain“, “Oasis in the night” e “Sunny side of love” aggiungono una chiave di lettura diversa al gruppo: le prime due sono molto country rock mentre l’ultima è in pieno stile Aerosmith (e ve ne consigliamo l’ascolto).
Che dire, il disco della reunion degli Aerosmith segna il ritorno a certe sonorità tipiche del loro disco “Nine lives” sia per quanto riguarda la musica in chiave rock che in chiave ballad. Gli Aerosmith, in un buon disco di rock, sfornano quei tre-quattro capolavori che siamo sicuri faranno da traino al disco e porteranno le quotazioni di Tyler e soci molto in alto. Niente altro da aggiungere, se non che gli Aerosmith sono tornati.
Voto: Dite la vostra!
Buona recensione e davvero buon disco.Ma ti faccio un appunto:quando dici che un pezzo Hard Rock come Lover alot non te lo aspetti mi si storce un po il naso.Capisco da quello che scrivi che la tua attenzione agli Aerosmith è piu che altro mirata alle loro ballate,ma attenzione a etichettare male un gruppo storico dell hard & heavy come la band di Tyler e Perry solo per qualche ballata di troppo.Questo disco ha piu di un pezzo hard rock e non solo l ottima Lover alot.Su 15 canzoni ci saranno 5 pezzi piu lenti e commerciali se vuoi ma il restante è assolutamente hard rock,blues rock,glam rock,ed è questo che è giusto aspettarsi dagli Aerosmith,non le ballate.Tutto qui.Ti saluto.