Dopo la morte di Lucio Dalla ed i suoi funerali, con relative polemiche che ne sono sorte, ecco che l’attenzione dei media si volge con morbosa curiosità sulla questione della sua eredità. Nel corso di 50 anni di carriera aveva sì prodotto grandi successi di livello mondiale, ma anche accumulato un patrimonio stratosferico. Conto in banca a sette zeri, proprietà immobiliari, terreni, opere d’arte, diritti d’autore: il valore totale è quasi indefinibile. Ma che fine faranno ora?
Con una tale quantità di materiale, ciò che deve essere fatto fin da subito è inventariare, per così dire, stimare l’entità esatta complessiva dei beni, poi si può passare a dividere questa enorme torta tra coloro a cui spetta. Già ma qua si apre un problema di non poco conto.
Infatti Lucio Dalla, non aveva pensato di redigere un testamento che chiarisse le varie parti in cui i suoi beni avrebbe dovuto essere divisi né tanto meno i benficiari di tale ripartizione.
Innanzitutto nei giorni passati è stato nominato un curatore dell’eredità, ovvero una persona incaricata di conteggiare e quantificare l’eredità che Lucio Dalla ha lasciato. Il Presidente del Tribunale di Bologna, Francesco Scutellari, ha pertanto nominato a questa funzione Massimo Gambini, commercialista del cantautore scomparso. Data la mole di lavoro che lo attende, Scutellari nominerà anche una serie di notai che lo aiuteranno in questa mansione.
A firmare l’istanza affinchè Gambini venisse nominato curatore era stato nei giorni scorsi Gaetano Curreri, leader degli Stadio e grande amico di Dalla, che in merito a questa decisione ha dichiarato:
L’ho fatto per spirito di amicizia nei confronti di Lucio, che è stato il mio maestro, e per rispettare le sue volontà e tutelare il suo patrimonio sulla base di quello che mi ha sempre detto, a cominciare dall’idea di costituire una Fondazione che portasse il suo nome.
Queste volontà, però, non hanno valore ufficiale, l’unica validità è in questi casi è data da atti rogitati da un notaio. Ma, come già detto, un testamento depositato non c’è. Si parla di alcune lettere, che Lucio Dalla ha scritto ed in cui parlava di queste intenzioni, si sta ipotizzando di poter dare ruolo ufficiale ad esse. Ma tutto rimane ancora nel dubbio.
Quando manca un testamento, i beni del defunto vengono divisi equamente tra i parenti più stretti: dal momento che in Italia non è riconosciuto alcun valore legale alle coppie di fatto ed alle coppie gay, al compagno Marco Alemanno non spetta niente. A beneficiare dell’eredità, invece, dovrebbero i cugini del cantante.
Se ciò venisse confermato, allora, ciascuno sarebbe libero di fare ciò che più reputerebbe più giusto con la somma di cui sarebbe entrato in possesso. L’idea che però sta circolando è che tutti abbiano l’intenzione di tenere fede alla volta di creare una Fondazione a nome di Lucio Dalla, con la quale aiutare quei giovani talenti per cui lui ha sempre avuto un particolare occhio di riguardo.
Addirittura circolano già voci ed indiscrezioni che vorrebbero che la sede di tale Fondazione non solo sarebbe a Bologna, ma più nello specifico in Via D’Azeglio, in quella che è stata la casa di Dalla. Nelle prossime settimane avremo informazioni più certe a riguardo. Vi terremo informati.