Gianna Nannini sale sul palco con Valeria Solarino, protagonista di “Viola di mare”, film che porta la firma della Nannini per la colonna sonora. Sono due modi diversi di essere donna, due modi diversi di essere Dea: ma quando Gianna Nannini inizia il concerto fa capire che le Muse sono state particolarmente generose con lei. Il pubblico è quello delle grandi occasioni, la serata è ottima: il clima è caldo, non tanto per la temperatura quanto per i fan storici che già dalle code agli ingressi manifestano tutto l’affetto che hanno per questa grande rocker italiana. Sì, sembra di stare dentro a un sogno, che più che il tema dell’ultimo disco di Gianna Nannini sembra il filo conduttore della serata, e i sogni, si sa, iniziano da lontano: Gianna ci concede e si concede molti dei vecchi pezzi, i suoi cavalli di battaglia che l’hanno resa protagonista della scena musicale: da “Profumo” a “I Maschi” a “Ragazzo Dell’ Europa“. I fan approvano, noi anche. Gianna Nannini emana un’energia strepitosa e tutti ricambiano: in molti lasceranno le ugole dentro il Palalottomatica a fine concerto! Se si nota questa tendenza della Nannini a provilegiare soprattutto i pezzi vecchi piuttosto che le sue novità e nessuno si lamenta, c’è da lamentarsi invece per la pessima acustica del Palalottomatica: il suono non arriva ovunque limpido, ma questo è uno dei difetti storici e strutturali di questo luogo. La serata procede vagando tra sogno ed energia, il tempo passa, Gianna Nanini resta: una conferma, l’ennesima per lei. E se anche negli ultimi tempi lei stessa afferma di concedersi alle sperimentazioni, generando nei fan più puristi l’accusa di commercializzazione della sua arte, noi l’abbiamo trovata in grande spolvero, del resto ci permettiamo di dire che nella performance collettiva di “Domani“, degli Artisti Uniti per l’Abruzzo, la sua voce tira su un pezzo buono nelle intenzioni, ma scarso nella qualità. La serata finisce, la nostra voce, come quella di tanti, anche. Ora, con il vostro permesso, prendiamo uno sciroppo per dare sollievo alla gola mentre come ragazzi d’europa immaginari vaghiamo tra le capitali del continente e sogni d’America, con in testa le note della Nannini..ovviamente!