Gli Smashing Pumpkins caleidoscopici a Milano

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Smashing Pumkins| © Kevin Winter/Getty Images

Gli Smashing Pumpkins sono ancora realtà, possiamo confermarvelo dopo averli visti dal vivo a Milano, al Mediolanum Forum di Assago, in una serata che ci ha divertito ed emozionato. Nonostante le premesse non fossero delle migliori, il gruppo di Billy Corgan che tornava in Italia tre anni dopo il loro ultimo concerto, con una formazione completamente rinnovata, Nicole Fiorentino al Basso, Jeff Schroeder alla chitarra e Myke Byrne alla batteria, con ben due lavori in corso d’opera, “Oceania” e “Teargarden by Kaleidyscope“, che non sembrano decollare, e con un nome che negli anni ’90 ha dato tantissimo alla musica sia alternativa che commerciale.

L’attesa e il dubbio

L’arrivo al Mediolanum Forum non è stato dei migliori, la pochissima gente fuori dal palazzetto e il concerto in contemporanea di Noel Gallagher all’Alcatraz, tra l’altro seguito in diretta da una radio come RTL 120.5, ci avevano fatto inizialmente pensare ad una disfatta totale per gli Smashing Pumpkins, facendo sperare alle persone che la band di Billy Corgan potesse intendere il live come un qualcosa di intimo e non di deludente. In realtà le cose cambiano quando manca circa un’ora all’inizio del concerto, il palazzetto si riempe in gran parte e arriva il momento del gruppo spalla.

Ringo Deathstarr, gli opener

Tocca ai Ringo Deathstarr, band del Texas, di Austin per la precisione, aprire il concerto. Con il loro noise pop il trio riesce a scaldare gli animi non dispiacendo e facendo divertire i presenti. In circa quaranta minuti di musica il chitarrista e cantante Elliot Frazer ha fatto conoscere, naturalmente a coloro che non avevano già sentito i loro pezzi, il loro Shoegaze, la loro musica fatta di effetti con la pedaliera e di feedback ricercati, spesso realizzati insieme alla bassista e voce Galexy (Alex Gehring), il tutto contornato dagli ottimi tocchi alla batteria di Daniel Coborn.  Così da Summertime a Kaleidoscope, da Chloe a Starrsha, con due pezzi accompagnati anche da Jeff Schroeder, passano in rassegna i brani che li sta rendendo noti al grande pubblico.

I nuovi Smashing Pumpkins: Billy Corgan, Nicole Fiorentino, Jeff Schroeder, Mike Byrne.

Arriva l’ora degli Smashing Pumpkins, che calcano un palco abbastanza sobrio, specie per chi è ormai abituato alle ultime trovate di gruppi come U2 e Muse, ma che rende bene il tutto, poca scenografica, delle stelle filanti e delle eliche giganti, che però nel complesso stanno bene e realizzano bene il loro scopo.
Quello che già i più sapevano, ma che gli altri capiscono subito, è che questo gruppo rinnovato, che vede dei vecchi componenti la sola presenza di Billy Corgan, traccia una separazione abbastanza netta con il passato, “The Other Side of the Kaleidyscope Tour” è un tour che chiaramente da l’indicazione di quello che vuole essere il futuro della band ed ha l’intento di presentare i brani realizzati dalla band nell’ultimo anno e mezzo. Molto probabilmente i fan di vecchia data non gradiranno ciò, ma è anche giusto vedere cose nuove, questo non è il gruppo in cui c’erano Jame Iha, Jimmy Chamberlin e D’arcy Wretzky, e nemmeno quelli in cui appariva la pur bravissima Melissa Auf der Maur, così lasciamo spazio a Nicole Fiorentino, Jeff Schroeder e Mike Byrne nuovi compagni di viaggio del leader della band di Chicago, cercando di conoscerli anche dal vivo e con l’intento di capire cosa potranno riservarci in futuro.

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The Smashing Pumpkins | © Kevin Winter/Getty Images

Lo show, “Ocenia” e “Teargarden by Kaleidyscope” protagonisti

Come già detto lo spettacolo presenta molti brani nuovi, in gran parte di tutto lo show le canzoni suonate e cantate sono quelle dei due progetti che i gli Smashing Pumpkins stanno realizzando nel corso degli ultimi due anni, l’album “Ocenia” ed il concept “Teargarden by Kaleidyscope”. Così dopo una brevissima Intro si inizia con due brani che arrivano direttamente da “Oceania”, prima “Quasar”, che nonostante sembra essere conosciuto da pochissimi riesce a caricare gli spettatori e fa capire subito che sarà una grande serata, la voce di Billy Corgan c’è ed ha voglia di cantare, i suoi musicisti lo accompagnano degnamente, dopo tocca a “Panopticon” che fa continuare sull’onda giusta, nonostante i soliti cretini che non riescono a godersi un concerto senza ubriacarsi e far male agli altri, ci pensa la sicurezza, lodevole il loro lavoro ieri, a sistemare tutto.
Nel corso della serata tratte dallo stesso album sentiremo “Oceania”, la title track del nuovo disco che presentata nel mezzo del concerto conferma chiaramente quanto detto sopra e sembra anche servire a spezzare un pò in due tempi il live, infine “Pinwheels” e “Pale Horse”, pezzi che hanno quasi del rilassante, eseguiti con tratti psichedelici senza alcuna sbavatura.

Da “Teargarden by Kaleidyscope” viene presentata invece “Lightning Strikes”, che con il suo ritmo si presenta nel primo quarto di concerto e si mette ne mezzo del vecchio.

Dal passato: Gish, Siamese Dream e Pisces Iscariot

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Billy Corgan - Smashing Pumpkins| © Kevin Winter/Getty Images

Abbiam detto novità, ma c’è anche il passato, con scelte sicuramente particolari, si prediligono brani che non sono hit da MTV ma che comunque i veri fan avranno apprezzato. “Geek U.S.A.”, da “Siamese Dream”,  è la prima delle vecchie canzoni ad essere proposte, e qui arriva la prima risposta forte dal pubblico, un Billy Corgan particolarmente ispirato, anche se parla pochissimo con il pubblico, ottiene il consenso. Dallo stesso album nel corso della serata, non molto più avanti, avremo modo di sentire “Soma”, e quasi sul finale Silverfuck”. Anche se la vera essenza degli Smashing Pumpkins è colta con “Cherub Rock”, penultimo brano prima del bis, dove anche la chitarra di Jeff Schroeder fa la sua bella figura, il ritmo è incalzante, il pubblico scatenato.
Da “Gish”, giusto per ricordarci della sua esistenza, viene fatta solo “Siva”, ma nominarla e ricordare l’Hendrix chord basterebbe.
Il terzo tuffo nel passato lo si fa con i brani di “Pisces Iscariot”, non molti a dire la verità, ma la presenza di “Starla” prima e “Frail and Bedazzled” dopobastano a far si che il pensiero che alcune b-side possano diventare parte integrante di un tour sia realtà.

Il gran finale: Mellon Collie and the Infinite Sadness e Adore

Anche l’album “Adore” trova spazio con un solo brano, si tratta di “For Martha”, pezzo però molto sentito da Corgan, e reso benissimo nonostante il suo colpo di tosse iniziale, che la dedicò a sua madre, e che apre i bis, con Mike Byrne al pianoforte, e quello che sarà un finale sublime.
In realtà, come forse è giusto che sia, degli album vecchi quello che trova più spazio è “Mellon Collie and the Infinite Sadness”, ben 5 i brani in scaletta. Il primo è “Muzzle”, eseguita nella prima parte di concerto, “Thru the Eyes of Ruby” viene presentata prima della fine della prima parte, quella che sarà conclusa con “Tonight, Tonight” dove il coro del pubblico all’unisono accompagna la voce di Billy Corgan portandolo alla fine di ciò che anticipa il bis.
L’encore arriva così, dopo la già sopra citata apertura, con  “Zero”, tra le splendide movenze e sonorità di Nicole Fiorentino, che fa capire che il pubblico continua a gradire ed è ormai nel pieno della soddisfazione. Il delirio e la chiusura del concerto sono date dalle note di “Bullet With Butterfly Wings”, con Mike Byrne che sostiene benissimo la ritmica alla batteria, con il pubblico a urlare a sguarciagola il ritornello e a gioire come se fosse una festa.

Il futuro degli Smashing Pumpkins

Billy Corgan saluta il pubblico promettendo che tornerà presto, è standing ovation per lui e per gi Smashing Pumpkins tutti. Hanno dato prova di poter dare ancora tanto alla musica e noi sinceramente speriamo che lo faranno e che torneranno presto a trovarci, magari si con pezzi nuovi, ma anche con Greatest Hits che per una volta sono stati messi di lato.

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