Ciao tutti, riprendiamo la nostra rubrica aperiodica sulle cover andando a rispolverare le varie interpretazioni di un grandissimo successo rock degli ultimi anni, ovvero “Creep“.
“Creep” è il primo singolo (non considerando l’EP Drill) pubblicato dalla band alternative rock inglese dei Radiohead e fa parte del loro album di debutto “Pablo Honey ” del 1993. All’inizio la BBC Radio 1 lo giudicò “troppo deprimente” e lo escluse dalla programmazione dopo solo due trasmissioni: nonostante questo il singolo è diventato una delle più grandi hit del gruppo e ha raggiunto il 15esimo posto della classifica dei “100 Migliori brani alla chitarra” della rivista Q.
Eccovi il pezzo originale.
La prima cover che andiamo ad ascoltare è di quelle che spiazza completamente. E’ stata eseguita dal coro belga Scala & Kolacny Brothers, con l’accompagnamento di Steven Kolacny al pianoforte. E’ stata anche la colonna sonora del film “The Social Network“.
La seconda cover ci porta direttamente ai Pretenders di Chrissie Hynde, che ne eseguono una meravigliosa e sentita versione live nei loro concerti, con tanto di violini.
La terza cover che andiamo a sentire è del cantante e compositore irlandese Damien Rice, che ne esegue una versione acustica con il suo caratteristico stile.
Ormai siamo al giro di boa, e continuiamo con il quarto pezzo, una versione jazz della cantante Karen Souza che trasforma completamente il pezzo dei Radiohead in qualcosa di completamente diverso.
Il quinto pezzo che andiamo a sentire è una spettacolare versione live di Hana Pestle, la cantautrice del Montana che, armata solo di una chitarra e della sua voce, regala emozione a piene mani.
Siamo ormai al sesto pezzo, e per finire in bellezza vi propongo una versione davvero particolare del pezzo dei Radiohead, una versione registrata durante la trasmissione “The Opie & Anthony Show” con alla chitarra e voce un uomo di strada, tale Homeless Mustard. Sembra quasi un’altra canzone.
Di solito propongo solo sei versioni per questa rubrica, ma questa volta voglio fare uno strappo alla regola e proporre una settima cover, una versione acustica live di Fabrizio Pollio e Niccolò Polimeno da brividi. Perchè anche noi italiani sappiamo fare cover.
Non mi resta che augurarvi buon ascolto, buona musica e buone cover per tutti.