La musica fa 80 – Bauhaus

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1998
I Bauhaus

Signori, benvenuti alla nona puntata della rubrica “La musica fa 80“. Oggi andremo a ripercorrere la carriera di un gruppo che è stato uno dei fondatori del cosiddetto post-punk e del gothic rock, grazie alle sue atmosfere cupe e ai suoi raffinati riferimenti letterari al cinema e alla letteratura dell’orrore. Signori, prendete posto, oggi si parla dei Bauhaus.

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I Bauhaus
L’avventura dei Bauhaus nasce nel 1979, grazie ai due fratelli Kevin e David J Haskins, rispettivamente batterista e bassista. Dopo un inizio deludente in gruppi come i Craze o i Submerged Tenth, prima incontrano il chitarrista Daniel Ash e poi la persona destinata a cambiare la storia del loro gruppo e del punk: Peter Murphy, un ragazzo dalla pelle bianchissima, dal viso squadrato e dal corpo scheletrico, ma dotato di una voce e di una presenza scenica unica.     Poco dopo, nell’agosto del 1979, il gruppo pubblica per l’etichetta indipendente Small Wonder Records il singolo “Bela Lugosi’s Dead/Boys”, con una copertina raffigurante Bela Lugosi, attore del cinema horror e protagonista del testo della canzone: 9 minuti di canzone, con una batteria serrata, un basso cupo, una chitarra sferragliante e le parole di Murphy: “White on white, translucent black capes, back on the rack… Bela Lugosi’s dead.” La canzone diventa subito un piccolo fenomeno di costume nelle discoteche underground e fa nascere la moda gotica, esportata dai film come Dracula e portata nelle città dai Bauhaus, fatta di vestiti neri e di musica cupa e depressa. Dopo il successo del singolo i Bauhaus firmano un nuovo contratto nel novembre del 1979 con la 4AD, sussidiaria della Beggars Banquet, e pubblicano un nuovo singolo nel gennaio 1980, “Dark entries/Untitled“, che proietta i Bauhaus direttamente nel mondo della musica dark e del post-punk. Il gruppo inizia il suo primo tour europeo ed incontra un successo sempre maggiore, grazie ai concerti resi teatrali dal carismatico leader Murphy, riuscendo ad attirare anche l’attenzione ed i consensi della stampa, cosa assolutamente non facile per un gruppo che fa quel tipo di musica. Dopo il tour esce il terzo singolo, “Terror couple kill colonel“, che porta con se sul B-side la bellissima e misteriosa “Scopes“: questo nuovo singolo lancia i Bauhaus come totem del genere Goth Rock, un genere che ha in David Bowie un padrino ormai lontano e che ne piange in quegli anni un altro, quell’Ian Curtis dei Joy Division che aveva deciso di suicidarsi. I Bauhaus riescono anche ad apparire in un cameo nel film “Miriam si sveglia a mezzanotte” di Tony Scott dove interpretano – in ouverture – un’intensa versione di “Bela Lugosi’s Dead“. Nel settembre del 1980 il gruppo comincia il suo primo tour negli USA, pubblicando al contempo il singolo “Telegram Sam”, cover del brano dei T-Rex. Il mese dopo finalmente viene pubblicato il loro primo album, “In the Flat Field”, che raggiunge la cima delle classifiche indipendenti, piazzandosi invece al 72esimo posto nelle classifiche pop: il successo del disco porta il gruppo a piazzare i due singoli “Kick in the eye” e “The passion of lovers” nella Top 60 del 1981, anticipando il successo del secondo album, “Mask”, pubblicato nell’ottobre del 1981. Mask” è un disco dove il gruppo dà ampio spazio alle sperimentazioni musicali dal dub all’elettronica, senza però allontanarsi dalla loro matrice dark che li ora contraddistinti. Ed è un disco di successo, visto che raggiunge la 30esima posizione nelle classifiche inglesi. Il 1982 è un anno densissimo per i Bauhaus: in marzo viene pubblicato l’EP “Searching for Satori”, che raggiunge la posizione 45 delle classifiche, mentre in estate vengono pubblicati altri due singoli, “Spirit” e “Lagartija Nick”. Il gruppo, prima della realizzazione del terzo album, “The Sky’s Gone Out“, pubblica come singolo una cover di “Ziggy Stardust” di David Bowie, brano che incredibilmente raggiunge la posizione numero 15 delle classifiche. Ormai il successo è totale e il terzo album “The Sky’s Gone Out” raggiunge il quarto posto delle classifiche inglesi degli album. Nel 1983 Peter Murphy viene colpito da una polmonite e deve disertare le sessioni di registrazione del quarto album in studio, “Burning from the Inside“, disco dove Daniel Ash e David J danno all’album molti più contributi che in precedenza. Al rientro di Murphy, completamente ristabilito, la band va in tour in Giappone, per poi tornare subito in Inghilterra per la promozione del nuovo LP. Anche questo album riscosse notevole successo, posizionandosi al 13º posto delle classifiche. Ma, come un fulmine a ciel sereno, nel luglio dello stesso anno la band si scioglie improvvisamente, senza un motivo o una dichiarazione sulle cause di questa fine. I membri dei Bauhaus, dopo lo scioglimento, continuano a tentare le strade musicali; Peter Murphy forma insieme a Mick Karn dei Japan i Dali’s Car, ma dopo un album fallimentare, i due, di comune accordo, sciolgono la band e Peter Murphy prosegue quindi una carriera solista: dall’altro lato Daniel Ash continua a suonare con un suo progetto parallelo, i Tones on Tail, mentre David J pubblica alcuni album come solista, e collabora con alcuni gruppi, come i Jazz Butcher. Nel 1985 Ash, Haskins e David J decidono di formare i Love and Rockets, dopo che la proposta di reunion dei Bauhaus non viene accolta da Peter Murphy: la band pubblica sette album, ma il solo successo che si ricorda è il singolo “So Alive” del 1989, ed il gruppo si scioglie nel 1998. Nel 1998, dopo quindici anni dalla separazione, i quattro decidono di riformare i Bauhaus ed iniziano un tour nel quale presentano due nuovi brani, “Severance” (una cover dei Dead can Dance) e “The Dog’s a Vapour“: da questo tour è tratto nel 1999 l’album “Gotham“. Tuttavia la band non produce nuovo materiale, anche perché Peter Murphy continua la sua carriera solista, e si affida solamente ad un tour nel 2005. Solo nel marzo del 2008 i Bauhaus pubblicano un nuovo album di inediti, dal titolo “Go away white“, che però non viene seguito da alcun tour promozionale. Da allora non si hanno più notizie di Murphy e soci.

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