Giovanni Allevi dirige l’inno di Mameli tra le polemiche

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Ricorre quest’anno il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e ieri sera a Torino, Rai Radio 1 in collaborazione con la Fondazione Teatro Stabile, ha organizzato una serata omaggio intitolata “Fratelli d’Italia”, durante la quale  il giovane maestro  Giovanni Allevi ha diretto l’Orchestra Sinfonica Nazionale anche nell’esecuzione dell’inno di Mameli.  La versione diretta da Allevi  sarà utilizzata in apertura e chiusura delle trasmissioni di Rai Radio 1 per tutto il periodo delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia.

L’evento si è svolto al teatro Gobetti dove le note di Goffredo Mameli e Michele Novaro risuonarono per la prima volta  nel dicembre 1847 tra le mura dell’Accademia Filodrammatica di Torino, oggi sede del teatro Gobetti, e sarà trasmessa venerdì 4 Febbraio, nell’ambito della trasmissione “Invito Personale” in onda su Rai Radio 1 dalle ore 21.00: all’inno nazionale è stato dedicato il momento centrale della manifestazione, in cui è stato proiettato  un video, precedentemente registrato all’Auditorium, con la versione dell’inno di Mameli “firmata Allevi”.

La Rai ha scelto il maestro Giovanni Allevi che ha risposto all’invito dichiarando: “Sono un fan del presente e faccio un inno al presente. L’inno, fa parte della mia identità genetica: è come il Natale” . “Dal punto di vista musicale – ha aggiunto Allevi – è pieno di slancio entusiastico. E’una melodia immediata, immediatamente riconoscibile. Ebbe una diffusione velocissima, quasi un miracolo considerando che non c’erano i mezzi di comunicazione veloci di oggi”

Il giovane compositore Giovanni Allevi a sentire le parole pronunciate dal  direttore di Rai Radio1, Antonio Preziosi, è l’artista adatto allo scopo che la Rai ha voluto perseguire: “Scegliere Giovanni Allevi per dirigere l’Orchestra della Rai nell’esecuzione dell’ Inno di Mameli – ha detto Preziosi– è stata una scommessa che abbiamo voluto fare per portare l’inno nazionale ai giovani. E devo dire che la scommessa è stata vinta, visto l’entusiasmo con il quale stamani i giovani del Politecnico di Torino hanno incontrato il maestro Allevi e accolto la sua interpretazione dell’Inno. Allevi e’ l’uomo giusto per parlare dell’Inno di Mameli ai giovani”.

Ma non tutti hanno accolto l’iniziativa con entusiasmo: molte le voci di coloro i quali non hanno visto di buon occhio l’operazione promossa da Radio Rai . Su tutte, le parole di Gian Luigi Zampieri, direttore d’Orchestra e docente al Conservatorio di Musica “L. Refice” di Frosinone, che nei giorni scorsi aveva lanciato perfino una petizione on line (che ha racolto 732 firme a fronte dell’ambizioso traguardo di 50.000 firme) contro il progetto: “La scelta dei vertici Rai di far rivisitare a Giovanni Allevi l’Inno di Mameli e di farglielo dirigere rappresenta l’acme della vergogna per la già bistrattata Cultura italica. Allevi è la peggior espressione del progetto di mediocrizzare il concetto di musica colta, un falso modello per i giovani che studiano musica dentro e fuori dai Conservatori, un ostacolo abnorme per chi opera, insegna, agisce nelle istituzioni musicali con serietà, preparazione e cultura”- queste le pesanti parole di denuncia pronunciate da Zampieri.

E forse l’enorme successo nel mondo di Allevi, che ha saputo portare la musica classica rivisitata secondo i gusti contemporanei al grande pubblico, producendo dal 1997 al 2008 sei album di proprie composizioni originali, “ridisegnando i confini di una nuova Musica Classica Contemporanea”, è la migliore risposte alle critiche. Anche se a qualcuno tutto ciò potrebbe sembrare solo un’operazione commerciale.

Vi riproponiamo un video del backstage dell’esecuzione pubblicato da Repubblica Tv.

4 COMMENTS

  1. Non sarò certo io a decretare il futuro di Allevi.
    Ne riparleremo tra 20 anni, quando ancora eseguiremo Musica che va da Bach a Stockhausen e il sopravvalutato ex-ragazzo sarà finito nell’oblio accanto ai Righeira e ai Jalisse.
    Non ho nulla di personale contro l’Allevi persona, nemmeno contro l’Allevi che comunica attraverso la Musica.
    La cosa che non riesco a tollerare è la metodica attività di mediocrizzazione della Musica colta, quella che nasce e deriva dalla tradizione, dalla cosiddetta “letteratura” per fare spazio a personaggi di dubbia preparazione (basti ascoltare le dichiarazioni puerili di Allevi che dirige l’Orchestra RAI nel backstage) che poi assurgono a modelli per i giovani studenti di Musica i quali già combattono con un futuro di potenziali disoccupati.
    Quando ero ragazzo esistevano Richard Claydermann, James Last ed altri musicisti che facevano dell’ottima e nobilissima “Lounge Music” ma nessuno di questi ha mai avuto la pretesa di ergersi a novello Mozart nè tantomeno agenti e critici si sono mai sognati di proporli come tali.
    Evasa la parte delle motivazioni mi si consenta una sottolineatura: il vero Inno di Mameli, peraltro non menzionato nella parrocchiale trasmissione di ieri, è stato per anni quello che fu eseguito dal leggendario Mario Del Monaco sotto la direzione di un altro gigante della Musica quale Franco Ferrara, del quale ho avuto la fortuna di essere l’ultimo allievo. Qui il link per poter apprezzare quella storica esecuzione: http://www.youtube.com/watch?v=tuMeL_zyL_0

    Gian Luigi Zampieri

  2. “E forse l’enorme successo nel mondo di Allevi, che ha saputo portare la musica classica rivisitata secondo i gusti contemporanei al grande pubblico, producendo dal 1997 al 2008 sei album di proprie composizioni originali, “ridisegnando i confini di una nuova Musica Classica Contemporanea”, non è la migliore risposta alle critiche ma, al contrario, la incommensurabile vergogna che le fa scatenare.
    Citando “La Musica Classica rivisitata secondo i gusti contemporanei” lei scrive di qualcosa che non esiste.
    E’ come rivisitare, quasi ne avessero bisogno, Manzoni, Raffaello o Leonardo da Vinci secondo i gusti contemporanei.
    Allo stesso modo la Musica non necessita di essere “rivisitata”, sta benissimo com’è.
    Non ci vuole una laurea o un diploma di Conservatorio per godersi la Musica. Ma ingannare l’ascoltatore, manipolare le sue emozioni, la sua visione della musica e dei musicisti non è solo eticamente discutibile ma toglie il piacere di scoprire sottigliezze e differenze, di metterci in ascolto con vero interesse verso ciò che è ‘altro’ da noi in tutte le sue autentiche risonanze.
    Se ne convinca.

    Cordialmente

    Sergio Lamberto

    • Caro Sergio Lamberto,
      io non ho mai voluto sostenere che la musica di Allevi fosse migliore di quella dei grandi musicisti del passato, i cui nomi hanno resistito al trascorrere del tempo: ho semplicemente riportato gli avvenimenti aggiungendo, come parere personale e perciò opinabile, che Allevi ha una produzione musicale che ha successo nel mondo. Né era mia intenzione darne una valutazione tecnica.
      Gli artisti da Lei citati (Manzoni, Raffaello o Leonardo da Vinci) e accanto a questi tanti altri, hanno prodotto capolavori immensi, ma non per questo le opere di scrittori o pittori contemporanei, vanno criticate a priori perché considerate non all’altezza: questo ragionamento vale, secondo me, anche per la musica dove viene in rilievo il gusto personale.
      La ringrazio per aver voluto esprimere la Sua opinione.
      Cordialmente
      Vittoria Borgese

  3. Allevi è perfetto per tempi come quelli che stiamo attraversando. Politica, TV, stampa; più si è CIALTRONI, più si ha “successo” col “grande pubblico” (metafora per indicare la massa di cafoni che almeno, un tempo, si vergognava di essere tale, mentre oggi se ne vanta, autoeleggendosi “arbitro del buono o cattivo”…)

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