La recensione ed il reportage dei Pearl Jam all’Heineken Jammin’ Festival 2010

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Si è concluso nel migliore dei modi l’Heineken Jammin’ Festival 2010, nonostante alcuni minuti di pioggia tutto è andato per il meglio e i Pearl Jam hanno regalato ai loro fan accorsi al Parco San Giliano di Mestre una delle loro migliori performance live di sempre.

Dopo l’assaggio avuto dalla presenza di Eddie Vedder durante il concerto di Ben Harper and Relentless7 con l’esecuzione di una splendida “Under Pressure”, arriva il momento in cui sul palco salgono, oltre al cantante, i restanti membri della band: Stone Gossard, Matt Cameron, Mike McCready e Jeff Ament.

I 5 sono carichi e si vede fin da subito, l’energia viene immediatamente trasmessa ai fan con una perfetta “Given To Fly“, ottima apertura che invoglia tutti a cantare e saltare. Segue a ruota “Corduroy” che contina a far salire l’adrenalina e la successiva “World Wide Suicide” stimola tutti ad urlare a squarciagola. Chiude il poker iniziale “The Fixer” che ancora una volta anima la folla. A staccare e far riposare per un attimo il pubblico ci pensa “Elderly Woman Behind The Counter In A Small Town“.

Si va così avanti tra successi storici e canzoni nuove, da “Yeld” arrivano “MFC” e “Do The Evolution“, da Backspacer presentano “Unthought Known“, da “Ten” ci fanno ascoltare una sempre bella “Even Flow” e “Porch” con cui chiuderanno la prima parte di concerto.

Si riprende alla grande con l’ingresso insieme alla band di Seattle di Ben Harper che, quasi a voler restituire la visita di Eddie nel pomeriggio durante l’esibizione di “Under Pressure“, ha cantato “Red Mosquito“. Poi gli animi si placano ma solo per dare ascolto alle note di “Just Breathe“, brano poesia contenuta nell’ultimo album “Backspacer“.
Scorrono velocemente brani come “State of Love and Trust, Arms Aloft” un brano di Joe Strummer and The Mescaleros,  fino a “Jeremy” con il quale si chiude nuovamente per una breve pausa.

Si avvicina il gran finale con “Got Some“, “Once“, “Black“, “Public Image” fino all’acclamata “Alive“, in cui Eddie Vedder sorseggia, più che in ogni altro brano, dalla bottiglia di vino rosso custodita gelosamente sul palco. Si arriva alla fine del concerto, ma i Pearl Jam decidono di salutare il pubblico nel migliore dei modi regalando insieme a Ben Harper and The Relentless7 una spettacolare esibizione di “Rockin’ in the Free World“, brano omaggio a Neil Young.

La musica dei Pearl Jam ha sicuramente scaldato i cuori degli oltre 40 mila fan che, nonostante le non perfette condizioni metereologiche dei giorni scorsi, non si sono voluti perdere l’esibizione della mitica band statunitense. Eddie Vedder e soci in questa edizione dell’Heineken Jammin’ Festival ci hanno trasmesso e regalato per una notte l’unico e inimitabile sound di Seattle, la culla del grunge; una sola notte ma che resterà impressa indelebile nelle nostre menti. La musica è soprattutto un mix di emozioni e adrenalina allo stato puro, e noi ieri ci siamo emozionati per davvero.

7 COMMENTS

  1. Trust Arms Aloft Oo come????
    Scusate che pezzo sarebbe???
    Non mi risulta esista un titolo del genere in tutta la discografia dei Pearl Jam…

  2. Io li avevo visti già una vlta a Bologna, ma martedi hanno dato davvero il meglio di sè.
    Li seguio da sempre e trovo che oltre alla voce a alla poesia Eddie Vedder abbia un carisma e una grinta da pochi..MERAVIGLIOSO!
    mi spiace per tutti quelli che se lo sono perso!!

  3. grandissima performance di Eddie e soci…più in forma che mai!!!!!
    ma, devo dire che anche i gossip e skunk anansie non sono stati affatto male!

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