Nel 1972 quello dello spazio era un tema particolarmente affascinante e nell’aprile di quell’anno iniziava la missione dell’Apollo 16.
In quello stesso anno usciva “Rocket Man (I Think It’s Going to Be a Long, Long Time)“, uno dei brani più conosciuti di Elton John, che lo scrisse con Bernie Taupin. In molti hanno accusato l’artista di aver copiato David Bowie, che aveva pubblicato “Space Oddity” qualche anno prima, nel 1969. Di certo lo spazio in quegli anni era un tema di particolare interesse e l’anno in cui uscì l’album di Bowie è stato quello del primo allunaggio di un essere umano. Inoltre, i due artisti avevano in comune il produttore Gus Dudgeon ma John e Taupin hanno sempre negato di aver copiato l’opera di Bowie.
Da dove arriva Rocket Man
La canzone è stata scritta dall’artista britannico e Bernie Taupin ed è apparsa per la prima volta nell’album “Honky Château” nel 1972. Si tratta del quinto album in studio di Elton John, ancora oggi considerato uno dei migliori di tutti i tempi. All’epoca della sua uscita si piazzò al primo posto in classifica, continuando a confermare l’inarrestabile successo dell’eclettico cantante.
Ci sono più versioni sulla genesi del brano, sicuramente ispirato anche al racconto di fantascienza contenuto in “The Illustrated Man” di Ray Bradbury. Nel libro “His Song: The Musical Journey of Elton John”, tuttavia, Elizabeth Rosenthal sostiene che la canzone fosse stata scritta da Bernie Taupin dopo aver visto una stella cadente o un aeroplano molto distante. La prima strofa del brano, come ha raccontato lui stesso, gli venne in mente mentre guidava verso casa dei suoi genitori e continuò a ripetersela per tutto il tragitto per non dimenticarsene. Fu una buona idea.
She packed my bags last night, pre-flight. Zero hour, 9 a.m., and I’m gonna be high as a kite by then.
Questa ballata soft rock racconta dei sentimenti contrastanti di un astronauta che deve lasciare la famiglia. Non si può fare a meno di notare come il lavoro del protagonista venga raccontato come se fosse un lavoro del tutto ordinario, come se chiunque potesse partire per una missione su Marte. “Tutta questa scienza io non la capisco, è solo il mio lavoro cinque giorni a settimana“, dice l’uomo mentre riflette su quanto tempo trascorrerà da solo nello spazio. Nel racconto di Bradbury a cui si ispira al canzone, l’astronauta è molto combattuto: vuole stare vicino alla moglie e al figlio ma allo stesso tempo il richiamo dello spazio è fortissimo. L’uomo finalmente prende una decisione, sceglie la famiglia ma vuole concedersi un’ultima missione… Lo stesso racconto ha ispirato il brano dei Pearls Before Swine, uscito nel 1970 e che si intitola proprio “Rocket Man“. In questo caso, Bernie Taupin disse di aver tratto ispirazione anche da questa canzone, che però non ebbe la stessa fortuna.
Sebbene Bernie Taupin ed Elton John non abbiano mai dato conferma di questo, in molti credono che il brano voglia raccontare la condizione dell’artista in generale. Proprio come l’astronauta, infatti, per via del lavoro un cantante o un musicista sono costretti a stare molto tempo lontani dalla famiglia e si sentono molto soli. Ma si sa, il bello della musica è che si presta alle più svariate interpretazioni e si adatta all’anima di ogni ascoltatore.
Un successo senza tempo
A dispetto di quanto si dica sul pensiero di David Bowie in merito al brano, Elton John l’ha eseguito al piano, unendolo proprio a “Space Oddity” per omaggiare il collega dopo la sua scomparsa, nel gennaio 2016. Proprio come il pezzo di Bowie, anche “Rocket Man” è stata utilizzata in alcune occasioni importanti, come il lancio dello Space Shuttle Discovery nel 1998. Nel 2019, invece, è uscito il film “Rocket Man“, un omaggio alla vita e all’arte di Elton John, che si è aggiudicato il premio Oscar per la miglior canzone. Diretto da Dexter Fletcher, ha come protagonista Taron Egerton, che per la sua interpretazione ha vinto diversi riconoscimenti, tra cui un Golden Globe. Il titolo del film è dovuto al fatto che nel giro di poco tempo il titolo del brano è diventato anche il soprannome di Elton John. Il cantante ha apprezzato talmente tanto la cosa, che quando ha fondato la sua etichetta discografica nel ’73 ha deciso di chiamarla Rocket Records.
Inutile dirlo, la canzone è stata reinterpretata da tantissimi artisti. Una delle versioni più note è forse quella di Kate Bush del 1991, è stata rivisitata anche in versione parlata da William Shatner ai Science Fiction Film Awards nel 1978. L’omaggio è poi stato ripreso ne “I Griffin“, dove il brano viene interpretato dal piccolo Stewie. “Rocket Man” è anche la canzone-simbolo della serie televisiva “Californication“. Inserito in un contesto totalmente diverso da quello originario, il brano diventa perfetto per descrivere la condizione del protagonista Hank Moody, interpretato da David Duchovny. Il pezzo nella serie viene proposto anche nella versione dei My Morning Jacket.
Tra le altre cose, “Rocket Man” è uno dei brani più amati dal Presidente USA Donald Trump, che l’ha spesso utilizzata durante le sue campagne e che nel 2017 l’ha tirata in ballo per scagliarsi contro il nordcoreano Kim Jong-Un definendolo “a little rocket man” per via della sua “passione” per i missili e le tensioni che si erano create tra i due Paesi. Quando i due politici sono riusciti a trovare un accordo, Trump ha regalato al dittatore nordcoreano un cd di “Rocket Man”. Gli autori del brano non ne sono molto entusiasti, poiché non sono d’accordo con le idee politiche di Trump.
Incredibile ma vero, “Rocket Man (I Think It’s Going to Be a Long, Long Time)” non ha avuto un video ufficiale fino al 2017. È stato diretto dal regista e animatore iraniano rifugiato Majid Adin e lo trovate proprio qui sotto. Buon ascolto e buona visione!