Björk si è unita alla campagna #metoo, condividendo il racconto delle molestie sessuali subite da “un regista danese”.
Considerato che la cantante ha girato pochissimi film e che l’unico regista danese con cui ha lavorato è stato Lars Von Trier, non è stato complicato capire chi fosse l’accusato. I due non hanno mai avuto un buon rapporto e questo era risaputo anche in passato. Björk non ha fatto esplicitamente il nome del regista di “Dancer in the dark“, che però ha replicato alle accuse tramite il suo produttore di Zentropa, Peter Aalbaek Jensen, il quale ha dichiarato:
Per quel che ricordo, le vittime siamo stati noi. Quella donna era più forte di me, Lars e la nostra compagnia messi insieme.
Non tutti si sono mostrati solidali nei confronti di Björk, che ha deciso di dettagliare la sua storia. Nel post, pubblicato sui social, la cantante islandese fa riferimento al solito “regista danese” e anche al produttore che ha risposto a nome suo. Se i dubbi erano inesistenti, questa è un’ulteriore conferma. Björk racconta che il regista dopo ogni ripresa le metteva le mani attorno e spesso la accarezzava senza che lei lo volesse. Quando finalmente si decise a dirgli di smetterla, Björk racconta che il regista spaccò una sedia sul set e mandò tutti a casa. Nei vari episodi raccontati, la cantante islandese ricorda sempre che la moglie del regista era presente, anche quando lui faceva espliciti riferimenti sessuali.
Mentre stavano facendo delle riprese in Svezia, racconta Björk, il regista le ha detto che si sarebbe arrampicato dal suo balcone fino alla sua stanza con “chiare intenzioni sessuali, mentre sua moglie era nella stanza accanto“. L’artista spiega di essere scappata nella stanza dei suoi amici. Con riferimento alle “storie fabbricate per la stampa” riguardo i pessimi rapporti, come riferito da Jensen, Björk dice:
Questo coincide perfettamente con il metodo di Weinstein e la sua prepotenza. Non ho mai acconsentito ad essere sessualmente molestata e questo è stato tradotto dicendo che io sono una persona difficile. Se essere difficili vuol dire imporsi per non essere trattati così, allora lo accetto.