John Legend: “Darkness and Light”. La recensione

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John Legend, nato John Roger Stephens, è un cantante, pianista e compositore statunitense molto apprezzato e che nel 2015 insieme a Common è stato premiato alla cerimonia dei Golden Globe per la colonna sonora del film “Selma – La strada per la libertà“: una scelta coraggiosa, dura, di campo, soprattutto per un artista di colore nell’America di oggi, così impaurita di se stessa e così divisa.

Da allora Legend è un pochino sparito dai radar e ha messo insieme tempo, muscoli, pensieri e lucidità per produrre “Darkness and Light“, il suo quinto album in studio, pubblicato il 2 dicembre 2016 da GOOD Music e Columbia Records. Dietro al disco troviamo la mano dei produttori Blake Mills, John Ryan e Greg Kurstin e questo nuovo del pianista segue di tre anni quello del precedente “Love in the future”, venendo anticipato dai due singoli “Love Me Now” e “Penthouse Floor” e debuttando al 14esimo posto nella Billboard 200, con 26.000 copie vendute e 12.5 milioni di streaming solo nella prima settimana.

Detto questo, dimenticate il John Legend elegante interprete e compositore di r’n’b con canzoni sdolcinate e melense: non è questo il disco in cui cercarlo. Qui si fa altro, si canta altro, si suona altro. Forse le prime note di “I Know Better” potrebbero trarvi in inganno, ma vi assicuro che in questo disco del John Legend da matrimoni non ce n’è quasi traccia. Qui c’è un Legend più maturo, più cupo, più versatile, che non ha avuto paura di allontanarsi dai comodi sentieri del pop melenso da classifica per tuffarsi a capofitto in un pop più maturo, oscuro e interessante, con tantissime sfumature e momenti eccellenti. E qui ci sono da ringraziare Mills e una coppia di ottimi autori come Will Oldham e Tobias Jesso jr.

John legend darkness and light album cover
John Legend – Darkness and Light – Artwork

Il disco viene anche impreziosito da tre partecipazioni: la prima è quella che vede Chance the rapper nel pezzo “Penthouse Floor“, la seconda vede Brittany Howard destreggiarsi nella title track e la terza vede Miguel in “Overload“. Ed ognuna di queste canzoni è bella di par suo: la prima è una denuncia verso la situazione politica attuale americana, la seconda è una magnifica torch song con una strepitosa Brittany Howard e la terza vede un grandissimo Miguel e il sax di Kamasi Washington che disegnano un pezzo sui pericoli della sovraesposizione merdiatica per una coppia che cerca di vivere la propria storia d’amore.

Love me now” colpisce per il piano lo-fi, una scelta davvero particolare per Legend e per un brano molto moderno e capace di scalare le classifiche e subito dopo siamo catapultati nelle atmosfere quasi trip-hop di “What You Do to Me” dove si vede la mano di Michael “BloodPop” Tucker, produttore di Kendrick Lamar, Major Lazer, Lady Gaga e Madonna tra gli altri. In “Surefire” troviamo invece la bravura di Ludwig Göransson, produttore dei Childish Gambino, per un pezzo che parla del lato oscuro dell’amore, ovvero dell’incapacità di impegnarsi seriamente in una relazione, ed è questo gioco di luci ed ombre che caratterizza tutto il disco e lo rende prezioso, unico, particolare: ne è un esempio “Right by you (for Luna)” dove gli archi arabeggianti si incrociano con l’hammond per disegnare moanvre di luce nella notte invocata dal pezzo.

L’amore ha tante facce e “Temporarily Painless” con garbo e il giusto piglio racconta una delle tante, quella costituita dalle avventura di una sola notte, mentre il lavoro di Francis Anthony “Eg” White ci permette con “How Can I Blame You” di parlare di tradimenti e di delusioni e con “Same Old Story” invece scaviamo nelle insoddisfazioni di una coppia che è ormai arrivata al collasso. Il disco si chiude con “Marching Into the Dark“, canzone dall’incedere preciso e costante che punta a far riflettere l’ascoltatore sulle cose davvero importanti nella vita e non su quanto guadagnare o cosa fare per il proprio funerale se non si crede all’aldilà.

Per “Darkness and Light” Legend si è avvalso di una schiera di collaboratori di fama mondiale come Will Oldham (Bonnie Prince Billy) e la rivelazione 2015 Tobias Jesso Jr. ma anche da hit maker per teen idol come Julia Michael e Justin Tranter: il compositore americano ha deciso di abbandonare il territorio del suo r’n’b adulto per raccontare invece l’amore ai tempi d’oggi in maniera matura e sincera. Non ci sono solo lati belli e chiari, ci sono anche lati oscuri e bui e questo John Legend lo sa e per una volta lo mette in scena con le sue canzoni e disegna un disco di contemporary pop brillante e senza errori. È un mondo nuovo per il cantautore che decide a 38 anni suonati di dare una svolta alla sua vita e percorrere una strada diversa, fatta anche di paure, punti oscuri e amare riflessioni. Sta ora solo a Legend stesso decidere quale dovrà essere la sua carriera futura.

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