Freddie Mercury, il ricordo a 25 anni dalla sua morte

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Freddie Mercury | © Dave Hogan/Getty Images

Da pochi giorni si è consumata la commemorazione per la scomparsa di Farrokh Bulsara, meglio noto al grande pubblico come Freddie Mercury, indimenticato cantautore, musicista e compositore britannico nonchè leader dei Queen.

Nato a Zanzibar con ascendenze parsi e indiane, Freddie Mercury fondò nel 1970 il gruppo dei Queen e insieme ai suoi compagni di viaggio Brian May, Roger Taylor e John Deacon divenne un’icona del rock mondiale e autore e performer di indiscusso talento e fama grazie a brani a dir poco leggendari come “Bohemian Rhapsody”, “Crazy Little Thing Called Love”, “Don’t Stop Me Now”, “Innuendo”, “Somebody to Love” e “We Are the Champions”. Oltre all’attività con i Queen ebbe anche una carriera solista che lo portò ad incidere due dischi, “Mr. Bad Guy” nel 1985 e “Barcelona” nel 1988, da cui fu estratto l’omonimo brano cantato insieme al soprano spagnolo Montserrat Caballé che divenne divenne l’inno ufficiale dei Giochi della XXV Olimpiade svoltisi a Barcellona.

Mercury fu anche uno dei primi artisti famosi ad ammalarsi di AIDS: la malattia fu diagnosticata nella primavera del 1987 e il cantante cominciò a parlare delle sue condizioni di salute con amici e colleghi riuscendo a recitare il suo canto del cigno con “These are the days of our lives“, canzone tratta dal disco “Innuendo” e ultimo video in cui compare Mercury. Il video fu registrato volontariamente in bianco e nero per cercare di nascondere le sue condizioni di salute, ormai precarie: May scrisse per lui “Mother Love“, una canzone che lui riuscì a cantare fino al penultimo verso quando dovette prendersi un giorno di pausa per le sue condizioni di salute. Non riuscì mai a finire il brano e infatti nella versione finale è May a cantare l’ultima strofa del pezzo.

Freddie Mercury è morto per una grave broncopolmonite sviluppata a casa dell’AIDS sopravvenuta per ironia della sorte il giorno seguente alla pubblica dichiarazione del suo grave stato di salute. In suo onore, il 20 aprile 1992 fu organizzato il Freddie Mercury Tribute Concert, al quale parteciparono molti artisti musicali internazionali e i cui proventi furono utilizzati per fondare The Mercury Phoenix Trust, un’organizzazione impegnata nella lotta all’HIV.

Per quelli come me che hanno almeno una canzone dei Queen nella colonna sonora della loro vita, non basteranno tutte le classifiche del mondo per decretare la sua importanza nella storia del rock e della musica: a me basta sapere che nel settembre di quest’anno l’asteroide 17473, scoperto nel 1991 (anno della scomparsa dell’artista), è stato rinominato 17473 Freddiemercury. Così si può dire che Freddie Mercury è davvero tra le stelle.

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