Tre Allegri Ragazzi Morti: “Inumani”. La recensione

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Uno dei gruppi italiani più longevi e più interessanti della scena musicale indipendente è la band dei Tre Allegri Ragazzi Morti (spesso abbreviati TARM) che ha alle spalle ben ventidue anni di attività e undici dischi in studio, senza contare le partecipazioni a tantissimi progetti e le varie cover che hanno nel tempo registrato. Quest’anno la band di Davide Toffolo (voce e chitarra), Enrico Molteni (basso) e Luca Masseroni (batteria) ha deciso di produrre un nuovo disco, “Inumani“, per La Tempesta Dischi.

Il disco è stato lanciato il 25 febbraio dal primo singolo estratto dal disco, “In questa grande città (La prima cumbia)“, che vede la partecipazione di Jovanotti e Monique “Honeybird” Mizrahi, ed al disco segue un tour che è composto da undici date, in cui i TARM condividono il palco anche con la formazione italo-americana Honeybird & the Monas.

Il progetto artistico-musicale di Toffolo con la quale la band si riconosce è quello di non comparire davanti al pubblico con le proprie facce ma di nascondersi dietro maschere raffiguranti teschi, diventate ormai un vero e proprio feticcio e il simbolo contraddistintivo della band, grazie anche ai fumetti disegnati dallo stesso Toffolo che hanno creato un vero e proprio universo musicale, culturale e artistico alle spalle del gruppo. Anche lo stile del gruppo nel corso degli anni è mutato e si è evoluto, abbracciando vari stili e miscelando il rock viscerale e cattivo dei primi tempi con il reggae, il dub, il pop e il cantautorato, come dimostra anche questo nuovo disco, “Inumani“.

front
Tre Allegri Ragazzi Morti – Inumani – Artwork

Il disco, composto da undici tracce per quasi 43 minuti di musica, si apre con “Persi nel telefono“, pezzo pop rock che ben spiega come siano cambiate tante cose dai tempi di “Mai come voi” ma come sia rimasta una sorta di scintilla primigenia soprattutto nei testi, dove la sincerità e il disincanto emergono sovrani per disegnare un ritratto generazionale a fil di lama. Jovanotti è la guest star del disco nel pezzo “In questa grande città (La prima cumbia)“, brano dalla profonda anima “cumbia” e il cui video racconta in una visione a specchio la città di Milano, ribattezzata da Tre Allegri Ragazzi Morti “capital ben vestida”.

E invece niente” mostra invece quale e quanto sia l’amore del gruppo per il reggae e per il reggaeton miscelato ad elementi pop per raccontare episodi di infanzia personale da cui trarre esperienza e frutto: con “Ruggero” Toffolo mostra invece di saper ancora raccontare storie paradossali come piccoli spaccati di vita quasi da scenario post-apocalittico, mentre “La più forte” ha una melodia molto accattivante e rimane in mente grazie al suo ritornello ossessivo e ben congegnato.

Con “Ad un passo dalla luna” torna uno dei temi più cari ai TARM, la Luna, raccontata già in tante altre canzoni, questa volta con un tratto molto intimista e una chitarra slide che accompagna una sorta di serenata al nostro satellite: “C’era una volta ed era bella” cambia decisamente genere grazie ad un pop rock molto trascinante ed estivo per un pezzo d’amore fuori dagli schemi che fa ben pensare a questo brano come secondo singolo del disco. Subito dopo troviamo “I miei occhi brillano“, brano molto veloce che strizza l’occhiolino al country dove anche qui si parla di amore ma in maniera poco formale.

Le tastiere synth aprono “Libera“, brano dalle ampie atmosfere anni ’60 che denuncia le ipocondrie e le falsità del rapporto di coppia che potrano alla fine di una relazione, mentre “L’attacco” è un ritorno alle origini musicali dei TARM grazie ad un riff di chitarra molto serrato e chiuso ed ad un ritornello adrenalinico: il disco si chiude con “Disponibile“, forse il pezzo più “strano” del disco, fusione di tantissimi generi e dalla chitarra quasi senza senso, quasi zappiana, che termina con una trasmissione radio distorta.

Inumani” mostra che i TARM hanno deciso di proseguire sulla strada imboccata ormai sei anni fa con “Primitivi del futuro”: la band di Davide Toffolo ha deciso di puntare su un pubblico più adulto e maturo e questo disco è la summa di questo percorso intrapreso anni fa, attraverso anche la partecipazione di ospiti come Jovanotti e Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, che ha dato un’impronta più rock ai brani del trio mascherato e che si è recentemente unito alla formazione live della band. Non ci sono momenti di “stanca” nel disco ma al contrario ci sono brani molto più apprezzabili degli altri (“La più forte” e “C’era una volta ed era bella” su tutti) che tutti apprezzeranno e che permetteranno ai tre ragazzi di Pordenone di aumentare il proprio bacino di ascolto. Un gran bel disco per un graditissimo ritorno.

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