Anche quest’anno è arrivato, con molto anticipo, il consueto regalo natalizio dei Pearl Jam per i propri fan: Eddie Vedder ha realizzato una cover di “Imagine” di John Lennon, disponibile su iTunes, è stato infatti realizzato per i fan membri del club ufficiale dei Pearl Jam (Ten Club). Il brano è quello registrato durante il concerto dello scorso 18 luglio, a Meco, in Portogallo. Il pezzo è già disponibile in download sul sito ufficiale della band mentre una versione fisica del singolo, su 7 pollici, dovrebbe arrivare direttamente a casa degli iscritti al fan club. Il brano, l’abbiamo già riportato, è disponibile (anche per i non iscritti al Ten Club) su iTunes e i proventi delle vendite saranno interamente devolute a Heartbeat, un’organizzazione umanitaria che si occupa di incentivare la collaborazione tra artisti israeliani e palestinesi attraverso la costruzione di spazi comuni.
“Imagine è la canzone più “potente” che sia mai stata scritta” – così la definisce Eddie Vedder – La canzone è stata proposta per la prima volta dal frontman dei PJ nel corso del live a Meco, Portogallo, per sedare le polemiche scaturite da un suo intervento durante un concerto in Inghilterra sul conflitto nella striscia di Gaza:
“Là fuori c’è gente che cerca una ragione per uccidere, che cerca una ragione per oltrepassare i propri confini e appropriarsi di terre che non gli appartengono. Questa gente dovrebbe tornare indietro, e pensare solo ai fatti propri. Tutti vogliamo la stessa stramaledetta cosa: avere dei figli, mangiare, dipingere, creare arte, ascoltare musica, qualche volta fare l’amore […] Perché la gente fa la guerra? Fermate subito questa merda. Adesso. Non gli daremo più i nostri soldi, non vogliamo che le nostre tasse vengano usate perché loro sgancino bombe sui bambini. Basta!“.
Il suo intervento aveva scatenato le polemiche soprattutto di Israele e dei suoi sostenitori, così che lo stesso cantante aveva spiegato la sua posizione con un comunicato nel quale citava proprio “Imagine” – “You may say I’m a dreamer, but I’n not the only one” – concludendo poi – “Chiamatemi ingenuo, ma preferisco essere ingenuo e speranzoso che piuttosto che tacere per paura che le mie parola vengano interpretate male”