Maggiore e il suo progetto di crowdfunding

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Questa settimana, per la rubrica The Passenger, vi presentiamo un progetto del tutto particolare, che parte dal basso e che mostra come la musica sia ancora partecipazione e voglia di comunicare. Vi parliamo di Vincenzo Maggiore che ha presentato il suo primo disco dal titolo “Via di fuga” (Ululati/Lupo Editore) realizzandola grazie al progetto di crowdfunding “3000 ragioni per una MAGGIORE soddisfazione”.

Vincenzo Maggiore, o solamente Maggiore come si fa chiamare, ha lanciato questo suo progetto l’8 marzo 2013 quasi per gioco nello studio di registrazione del Centro di aggregazione “Brindisi per i giovani”, dove le canzoni del giovane artista sono state registrate dal tutor responsabile Marco Lovato, ed in meno di quattro mesi, attraverso molti concerti promozionali ed una rete capillare di promozione sui social networks, è riuscito a convincere numerosi sostenitori a prenotare il suo disco per fargli raggiungere la quota minima necessaria alla raccolta fondi di 3000 euro: tramite il sito internet www.produzionidalbasso.com Maggiore ha raccolto seicento prenotazioni del suo album in netto anticipo rispetto alla pubblicazione dello stesso lavoro ed è riuscito a completare la stesura del disco accompagnato da una nutrita band di musicisti pugliesi composta da Vincenzo Pede (batteria), Francesco Salonna (basso elettrico), Giancarlo Pagliara (tastiera), Valerio Daniele, Francesco Bellanova, Antonio Tunno, Enzo Iaia (chitarre), Camillo Pace (contrabbasso), Renzo Bagorda (pedal steel guitar), Giorgio Distante (tromba), Raffaele Vaccaro (sassofono), Kykah (cori) e William Simone (congas). L’album è impreziosito dalla partecipazione di Matteo Terzi, in arte Soltanto, il busker più famoso d’Italia e pioniere del crowdfunding ed è stato mixato e masterizzato presso il “Chora Studi Musicali” di Valerio Daniele (Monteroni, Le).

Il progetto di Vincenzo Maggiore non è solo italiano, ma anche estero, visto che copie del suo disco sono state prenotate anche a Stoccarda, Bruxelles, Roche-sur-Yon e Córdoba, oltre che a Milano, Torino, Roma, Bologna e Venezia. Un progetto del genere non poteva che attirare la nostra attenzione ed allora ve lo presentiamo su MelodicaMente.

rowdfunding Vincenzo Maggiore

A tu per tu con Maggiore

1) La tua opera prima, “Via di fuga”, è stata realizzata grazie al progetto di crowdfunding “3000 ragioni per una MAGGIORE soddisfazione”. Parlaci di questa iniziativa.

 Quando la produzione artistica ed esecutiva del disco era già a buon punto, ho iniziato ad interessarmi al fenomeno “crowdfunding”. Ci sono alcuni esempi virtuosi in Italia, in particolar modo quello offerto dal busker milanese Soltanto (che è uno degli ospiti del mio lavoro). Quasi per gioco ho pensato di proporre un progetto sul portale produzionidalbasso.com e di raccogliere la cifra di tremila euro utile per migliorare il lavoro già iniziato. In quattro mesi, da marzo a giugno 2013, ho raggiunto il numero di adesioni previste (seicento) e successivamente ha raccolto materialmente le “donazioni”. I sostenitori hanno avuto la possibilità di prenotare una più quote del progetto corrispondenti a una o più copie del disco. Al di là del valore economico, questo progetto è stato un modo per avvicinare il pubblico alla mia musica, per condividere un’idea, per realizzare qualcosa insieme. Al momento sono impegnato nella consegna delle copie, molte delle quali sono state prenotate da persone che non conosco e che vivono in diverse città d’Italia. E’ bello scoprire che c’è gente attenta e sensibile che decide di sostenere una causa solo perché crede nella musica e nell’impegno di chi prova a vivere della propria passione. E’ ancora più gratificante trovare un editore, nel mio caso Cosimo Lupo, che ha il coraggio di investire sulla produzione di un artista emergente e di ristampare un lavoro già pubblicato. Il disco “Via di fuga” sarà infatti disponibile nei prossimi mesi in versione ufficiale per chi non ha sostenuto il progetto di crowdfunding.

2) Come nasce la tua carriera di cantautore? Come sei arrivato a questa opera prima?

A dire il vero non so neanche se sia iniziata una vera e propria carriera. So solo che dopo anni trascorsi a suonare nei locali pugliesi, ho sentito l’esigenza di dare una forma inedita alle emozioni che provavo e che provo. Nascono così le mie canzoni. Belle o brutte che siano, sono le mie e mi rappresentano completamente. Cerco di essere onesto con me stesso e con chi mi ascolta, scrivo evitando inutili sovrastrutture e senza preoccuparmi troppo di trovare la formula giusta. Alcuni pezzi sono nati molti anni fa e sono stati completati poco prima di essere registrati. Non ho fretta, non c’è nessuno che mi impone di rispettare delle tempistiche prestabilite. Vivo la musica in maniera libera e senza presunzione, con la consapevolezza di chi ha trovato la propria “via di fuga”, un modo per stare bene e meglio al mondo.
Dopo aver registrato alcuni provini, ho coinvolto i musicisti che mi accompagnano stabilmente e altri nomi del panorama musicale pugliese per ricamare gli arrangiamenti dei brani. La prima parte del lavoro è stato realizzata presso il laboratorio audio del Centro di aggregazione “Brindisi per i giovani”. Il missaggio e il master hanno preso forma presso il Chora Studi Musicali (Monteroni – Le). Chi ha suonato sul mio disco ha scelto di farlo per amicizia o per stima, o semplicemente perché ha trovato interessante la produzione. Non posso fare altro che ringraziare Vincenzo Pede (batteria), Francesco Salonna (basso elettrico), Giancarlo Pagliara (tastiera), Valerio Daniele, Francesco Bellanova, Antonio Tunno, Enzo Iaia (chitarre), Camillo Pace (contrabbasso), Renzo Bagorda (pedal steel guitar), Giorgio Distante (tromba), Raffaele Vaccaro (sassofono), Kykah (cori), William Simone (congas) e Vincenzo Deluci (tromba).

3) Ora che questo tuo primo disco è stato pubblicato, quali sono i progetti futuri di Vincenzo Maggiore? Farai altre collaborazioni con Soltanto?

Dopo la pubblicazione ufficiale del disco a settembre 2014 inizierò a suonare in giro, sperando di riscontrare l’interesse di chi avrà la possibilità di ascoltarmi. Nel frattempo, spero di ultimare la stesura di brani che ho iniziato a scrivere ultimamente.Stimo molto Soltanto, soprattutto per il suo coraggio e per la sua disponibilità. Gli ho parlato di una bella idea da realizzare insieme, ma preferisco non svelare nulla in proposito. Almeno per ora!

“Via di fuga”: la recensione e l’ascolto

Via di Fuga“, che ha visto la collaborazione di Marco Lovato e Valerio Daniele, parte con “Una punta d’Africa“.  E parte benissimo, visto che la canzone è molto bella ed accattivante. Il secondo brano, “In segno di protesta“, dedicato a Camila Vallejo, presidentessa della Federation de Estudiantes de la Universidad de Chile, e parla di proteste e di piazza, di lotta e di potere, di cosa perdere e cosa guadagnare.

Il lavoro di Maggiore continua con la atmosfera notturna ed umbratile, quasi magica di “Pezze a colori“, e con il pop classico di “Parole sante (cosa vedi e cosa no)“, una riflessione del cantautore sulle parole che diciamo oggi “per dare un peso sbagliato alle cose”. Si arriva al pop-rock di “Bacio sul treno” che vede la partecipazione di Soltanto e che parla di qualcosa che abbiamo vissuto forse tutti, una scena quasi da film, un bacio su un treno, un incontro finalmente di due persone. Dopo troviamo il carillon di “Tempo prezioso” e la celestia di “Parte unica“, dedicata alla morte di Melissa Bassi, vittima dell’attentato avvenuto a Brindisi il 19 Maggio 2012.

Il disco si avvia verso la fine con “Sotto le scarpe“, brano ironico di lucida critica verso chi ci lascia per strada, fino ad imbattersi nella title track, una delle tracce migliori del’album grazie alla sua chitarra arpeggiata ed alle sue parole che parlano di quante volte nella nostra vita abbiamo cercato una via di fuga dal nostro mondo dove “si è schiavi dei se”. “Via di Fuga”si conclude con “Casa mia“, brano in classico stile cantautorale che richiama atmosfere alla Rino Gaetano e che chiude degnamente il disco con una divertente parentesi finale macchiettistica in dialetto.

Il lavoro di Maggiore, per quanto sia nato per gioco e per quanto sia figlio di un progetto agli inizi, è notevole. Maggiore mostra una padronanza dei suoi mezzi e della sua cifra stilistica molto alta e non ci si deve fare trarre in inganno dall’etichetta del “crowdfunding”: le buone idee non hanno bisogno di grandissimi mecenati ma possono anche essere portate alla ribalta anche grazie all’opera silenziosa della folla che fa valere i suoi gusti sul mainstream che domina le classifiche musicali. Se avete la possibilità di acquistarlo, vi garantisco che non avrete buttato i vostri soldi.

Vincenzo Maggiore – Sotto Le Scarpe

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