Avril Lavigne: “Avril Lavigne”. La recensione

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Avril Lavigne - "Avril Lavigne" - Cover

Avril Lavigne, la famosa popstar canadese, ha pubblicato il suo nuovo album dal titolo omonimo a distanza di due anni dal suo ultimo album e torna più carica che mai, pronta a riprendere il suo posto nella scena musicale internazionale. Dopo aver venduto nella sua carriera più di 35 milioni di album in tutto il mondo, aver avuto 8 nomination ai Grammy ed aver vinto 7 Canadian Juno Awards grazie a tormentoni come “Sk8r Boi“, “Complicated“, “The Best Damn Thing” e “Girlfriend“, Avril Lavigne ha registrato il suo nuovo disco “Avril Lavigne” in California agli Henson Studios di Los Angeles ed è co-prodotto da Lavigne, Chad Kroeger (leader dei Nickelback e marito di Avril), Martin Johnson (che ha già lavorato in precedenza con lei) e David Hodges (ex membro degli Evanescence che vanta numerose collaborazioni con artisti internazionali tra cui Anastacia e Céline Dion). La cantante canadese non si dedica solo alla musica ma, oltre al suo marchio di abbigliamento lifestyle Abbey Dawn , ha creato tre fragranze di profumo, Forbidden Rose, Black Star e Wild Rose.

Nel 2010 nasce The Avril Lavigne Foundation R.O.C.K.S: Respect, Opportunity, Choices, Knowledge, and Strength (Rispetto, Opportunità, Scelte, Conoscenza e Forza) a sostegno di bambini e i giovani che vivono con gravi malattie o disabilità. La fondazione attraverso la partnership con le principali organizzazioni di beneficenza ha l’intento di progettare e realizzare dei programmi  di sostegno.

Avril Lavigne” contiene tredici canzoni per una durata di 46 minuti e la stessa cantante parla della sua creazione in un’intervista:

“Scrivo da sola le mie canzoni, quindi mi serve più tempo prima di andare in studio e registrare i brani. E’ la mia vita la mia fonte d’ispirazione”.

Il disco comincia con l’energetica e ritmata “Rock N Roll” dal sapore molto accattivante e fresco e prosegue con “Here’s To Never Growing Up“, pezzo più tranquillo dove dominano la drum machine ed i cori. “17” è un brano spiritoso e colorato che scorre piacevole e leggero come un cocktail estivo, come un bicchiere di birra in una festa in spiaggia, senza però lasciare molta traccia.

Avril Lavigne - "Avril Lavigne" - Cover
Avril Lavigne – “Avril Lavigne” – Cover

L’arpeggio iniziale di “Bitchin’ Summer” ci introduce in una canzone molto simile alla precedente che si differenzia per la parte centrale simil-rap prima di introdurci alla perla del disco, la ballad “Let Me Go” che vede la partecipazione del marito Chad Kroeger e che si stacca dal resto del disco per la sua qualità. “Give You What You Like” prosegue sulla linea morbida dettata dalla canzone precedente e con le sue atmosfere sospese e quasi cupe dimostra di essere un gran pezzo.

Bad Girl” prevede la seconda collaborazione del disco, mister Marilyn Manson in chiave punk-pop con tanto di voce effettata e chitarre distorte: poco dopo ci troviamo catapultati nel mondo rosa e puccioso del pupazzo più amato dalle ragazze, “Hello Kitty“, con tanto di vocina in giapponese e ritmo dub-step alla Skrillex.

Dopo questo pezzo parte una piccola “operazione nostalgia“: “You Ain’t Seen Nothin’ Yet” sembra riportarci alla Lavigne di qualche anno fa, al pop-punk di “The best damn thing”, su un terreno che la cantante canadese conosce benissimo. Terreno che ritroviamo battutto con “Sippin’ On Sunshine” che ricorda moltissimo “Complicated” sia nella struttura che nel ritmo. “Hello Heartache” è assimilabile anch’essa a questo ritorno al passato anche se con qualche differenza di maturazione, maturazione che troviamo in “Falling Fast“, brano quasi cantautorale che ricorda alcuni arpeggi di Tracy Chapman. Il disco si chiude con la ninna nanna di “Hush Hush“, composizione dal semplice inizio con solo voce e pianoforte con cui ogni tanto Avril si diletta e ci delizia, mostrandoci una scrittura più consapevole e adulta.

Avril Lavigne” è un disco che piacerà molto ai fan della cantante canadese: in esso troviamo sia pezzi che guardano al futuro (“Hello Kitty” e “Here’s To Never Growing Up”) che pezzi che richiamano al suo passato (“You Ain’t Seen Nothin’ Yet” e “Sippin’ On Sunshine”) senza dimenticare l’immancabile ballad romantica “Let Me Go” con il marito Chad Kroeger. Ascoltando però il disco fino alla fine e risentendo in mente la canzone di chiusura “Hush Hush” viene da chiedersi come mai il disco non è stato tutto come questo brano, come mai non si è spinto su una stesura musicale e testuale più adulta decidendo invece di puntare molto sul clichè pop-punk di cui la Lavigne è testimonial indiscussa al femminile. Ed è un peccato, perché questo disco probabilmente poteva essere meglio di così. Deciderà il mercato.

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