Lou Reed, le vendite e le classifiche dopo la sua scomparsa

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Il 2013 è stato un anno ricco di grandi uscite discografiche, ma è stato anche tragico a causa delle gravi perdite nel panorama musicale italiano e internazionale.

Lou Reed è venuto a mancare la scorsa domenica 27 Ottobre 2013 a 71 anni, lasciando un vuoto in quella che è stata la storia della musica di fine anni 60. Trasgressivo, tranquillo e depresso, il sound di Lou Reed e dei suoi Velvet Underground saranno difficilmente rimosse dalla memoria storica di ognuno di noi, e le straordinarie poesie rock dello stesso leader della band simbolo di un’epoca saranno rese eterne dal ricordo dei fan.

Tutti coloro i quali hanno avuto la fortuna di vivere un momento come quello hanno dalla propria l’inestimabile esperienza musicale che chiunque nato negli anni 80 invidierebbe, e chi, più giovane d’età non avrà altro che da ascoltare dischi e sentire i racconti degli altri. Il modo di poter attingere a tanta grandezza musicale è quello di ascoltare continuamente i dischi che hanno scritto la storia della musica, ed è il fenomeno che si osserva quando uno come Lou Reed, ma qualsiasi musicista, viene a mancare. I dati delle vendite subiscono un picco altissimo, e i dischi del povero defunto vanno letteralmente a ruba, facendo registrare ai negozi di dischi il “tutto esaurito” per alcuni titoli. Nel caso di Lou Reed la tradizione non è stata spezzata, e quindi come da copione le vendite dei suoi dischi e di quelle dei Velvet Underground sono schizzate, con grande contentezza da parte dei negozi di dischi e anche degli addetti ai lavori.Il fenomeno per cui si ricorda una persona solo dopo la sua scomparsa però in certi casi non ha valenza, un buon prodotto musicale va valorizzato in qualsiasi momento, e ben venga se a qualcuno viene in mente di farlo in maniera postuma, perché meglio tardi che mai. Il tormento di una vita, e la famosissima antipatia di Lou Reed verranno per sempre ricordate anche grazie alla grande capacità di poterle trasportare nei testi magnifici appartenenti alla sua produzione musicale, e per sempre sarà impressa nella nostra mente, ma anche nei suoi dischi la lentezza ipnotica tanto magica che ci ha fatto amare momenti come “Sunday Morning“.

Lou Reed ©Hulton Archive/GettyImages
Lou Reed ©Hulton Archive/GettyImages

In questo periodo dell’anno sono tanti i dischi a fare i conti con le classifiche, in prossimità della fine dell’anno e anche di uscite molto importanti. I dischi di Lou Reed nonostante abbiano segnato dei momenti molto importanti per la storia della musica da molto tempo non erano presenti nelle chart americane, e solo negli ultimi giorni sono balzati alle prime posizioni dischi come “Transformer“, “Venus in Furs” e il grande “The Velvet Underground & Nico“, accompagnato da “Berlin“. In Italia però rimaniamo sempre più ancorati ai Greatest Hits, e si spinge nelle prime cinque posizioni il “The Very Best Of Lou Reed“, lasciando da parte una meraviglia come “Coney Island Baby“. E’ passato ancora troppo poco tempo per fare un bilancio chiaro della situazione, ma il fenomeno per cui i dischi di Lou Reed andranno a ruba nel prossimo mese è cosa molto conosciuta e comune, e i primi effetti sono già visibili solo a distanza di 3 giorni dalla sua morte. A poche ore da quella che è la notizia ufficiale delle cause della sua morte sembra si siano affievoliti tutti gli speciali riguardo la sua vita e la sua produzione musicale, ma una figura come la sua non andrebbe mai lasciata da parte e andrebbe coltivata continuamente, con tutti i pro e tutti i contro. Dopo il ritorno del vinile si osserva il ritorno dell’acquisto della musica su supporto fisico, che non può far altro che giovare all’industria della musica.

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