Dall’Italia all’Inghilterra o forse dall’Inghilterra all’Italia. La storia musicale di Franc Cinelli è un percorso all’interno di una musica che profuma di ottimo cantautorato vintage. Non perché le sue liriche non siano attuali, tutt’altro, ma il suono deriva proprio dal country tradizionale, dal country americano. Franc Cinelli si ama definire alt country, un alternative country nato proprio a partire da quello tradizionale e reso maggiormente commerciale e pop, nel senso buono della definizione. La musica e soprattutto i generi musicali sono un ammasso di influenze strettamente legate fra loro e tutti i generi correlati al country, nonché le sue origini, si scorgono all’interno di “I have not yet begun to fight”, nuovo disco del cantautore che recentemente ha aperto anche gli show londinesi di Ligabue.
Come sempre abbiamo scambiato qualche parola con il nostro artista della settimana di The Passenger, Franc Cinelli, ripercorrendo assieme a lui le tappe principali del suo percorso musicale, nato quando Franc aveva solo nove anni. Un viaggio all’interno di una musica da riscoprire, sotto una luce nuova, una luce propria di “I have not yet begun to fight”.
A Tu per Tu con Franc Cinelli
1. Un rock tradizionale il tuo che richiama profondamente grandi artisti come Bob Dylan e Bruce Springsteen. Ci racconti il tuo amore per la musica da dove è nato e come si è evoluto nel corso degli anni?
La mia storia con la musica incomincia a nove anni con il violino. Dopo 2-3 anni ho incominciato a far finita che il violino era una chitarra elettrica e da li’, il passo obbligatorio alla racchetta da tennis davanti allo specchio e a 13 o 14 anni la prima chitarra acustica. Il primo amore, anzi il legame forte con la musica che ho sentito per la prima volta e’ stato verso il blues. Dopo uno dei miei primi concerti, visti a Londra, Eric Clapton al Royal Albert hall che suonava un repertorio solamente di blues. Mi ha raccontato la storia di quella musica in un solo concerto. Da li’ sono andato alla scoperta di quei musicisti, da Robert Johnson, Muddy Waters, Freddie King. Una volta arrivato al blues la strada per il rock n roll e il mio genere di cantautore alt-country e’ abbastanza diritta. Ho avuto anche la fortuna che a casa avevamo un giradischi e una collezione di LP, non grandissima ma per fortuna fantastica. I Police, Dire Straits, Bob Marley e un box set di Springsteen live che da piccolo ritenevo come oggetti magici e misteriosi, era un mondo nuovo da scoprire.
2. La Royal Albert Hall di Londra è uno dei luoghi “sacri” della musica britannica. Tu hai recentemente aperto alcuni show di Ligabue proprio in questa location. Come è stato esibirsi poco prima di uno dei nomi cardine della musica italiana, in un luogo a te caro come l’Inghilterra?
La mitica Albert ed il grande Liga! Erano due serate molto speciali per me per entrambi i motivi; la Royal Albert Hall e’ sicuramente una sala molto importante e dove, abitando a Londra da quando ero piccolissimo, sono stato tantissime volte ma ugualmente per avere l’opportunità di aprire le due serate a Ligabue. Ho sempre stimato lui e la sua musica da prima che io incominciassi a suonare. Crescendo a Londra, la sua musica non la conoscevano i miei amici e i musicisti con cui ho incominciato a suonare perciò era come se Buon Compleanno Elvis fosse stato scritto solo per me.
3. “I Have Not Yet Begun To Fight” è una lirica in inglese ma emerge lampante il brano “Passerà” cantato in italiano. Come mai questa scelta d’inserire una canzone scritta in italiano in un disco inglese? Come definiresti questo tuo lavoro fresco di pubblicazione?
Spero che con questo album ho trovato il mio sound; le radici sono strettamente nel folk, blues & country, mentre le storie e gli arrangiamenti portano tutto l’insieme in un posto nuovo, un posto mio. Alt country e’ un termine in cui mi ritrovo sempre di più. Per quanto riguarda “Passera’”, non e’ stata una scelta decisiva, direi come tutte le canzoni più interessanti se non quelle che riescono a colpire quel po’ in più e’ arrivata così, inaspettata. Mi ha sorpreso molto questa frase così semplice, “anche questo passera’”, che proprio in quel periodo mi trovavo in un punto che avevo bisogno di sentirmi dire esattamente questo, e mi ha dato forza. Era una delle prime che ho scritto per l’album, anche se l’arrangiamento e’ cambiato diverse volte, l’ho sempre vista come un punto di riferimento importante per tutte le altre canzoni sull’album. In questo periodo sto scrivendo cose nuove, anche in italiano, chi sa cosa verra’ fuori per il prossimo album.
L’ascolto di “I Have Not Yet Begun To Fight”
Rilasciato il 18 Giugno, “I Have Not Yet Begun To Fight” propone dieci canzoni che sono state realizzate fra l’estate e l’autunno del 2012. Franc Cinelli adopera la tecnica del “fingerstyle” architettando canzoni che raggiungono la mente e il cuore dell’ascoltatore. Una chitarra sempre presente ma anche suoni interamente realizzati ed orchestrati dal cantautore italo-inglese, ad eccezione dei fiati e contrabbasso. La musica scorre nelle vene di Franc Cinelli fin da bambino e la sua sapienza musicale si nota immediatamente, essa non cozza contro la giovane età. Una musica spensierata ma nello stesso tempo pregna di ottimismo e solarità. Un disco che si può ascoltare praticamente ovunque, mentre si cucina, mentre si studia o si lavora, mentre si guida.
Se vi piace il country non potete assolutamente perdervi Franc Cinelli. “Rose Garden” rimane nel cuore e lo riscalda, “Abracadabra” è un brano vintage, simili a quelli che si sentono spesso nei film degli anni che furono e non può mancare “Passerà“, il brano in italiano di cui abbiamo discusso proprio con il musicista.
C’è grande qualità in questo lavoro di Franc Cinelli, dal country o meglio alt-country, passando per una spruzzata di blues che è immediatamente ascoltabile in “Fat Charlie Sings The Blues”. “I Have Not Yet Begun To Fight” è un disco che fra gli amanti dei due generi sopracitati non può rimanere inascoltato ma anzi diventerà una perla da continui ascolti. E dopo l’apertura dei concerti di Ligabue, la strada per Franc Cinelli non può essere che in discesa, se le premesse sono queste.
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