Rossopiceno: “Come cambia il vento”. La recensione

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Rossopiceno - "Come cambia il vento" - Artwork

Come cambia il vento” (Upr/Edel) è il secondo album dei Rossopiceno, folk rock band marchigiana (Rossopiceno è il nome del famoso vino della loro terra) che negli ultimi anni ha varcato i confini della sua  provincia ed ha fatto molto parlare di sé grazie anche alle importanti collaborazioni (con gruppi come Modena City Ramblers, Gang, Bandabardò e Ascanio Celestini) e alle partecipazioni live in prestigiosi festival nazionali (da Irlanda in festa di Bologna e di Urbino a Piceno Summer Festival al festival Collisioni, per citarne alcuni).

Come cambia il vento” è stato anticipato dal singolo “C’era“, inserito nel doppio album “Battaglione Alleato” dei Modena City Ramblers, una combat song sulla memoria delle gesta dei partigiani, costretti alla guerra per costruire un modo futuro di pace e libertà, in cui testo e musica sono interamente frutto dei Rossopiceno, mentre la produzione artistica è stata affidata a Francesco Moneti, violinista dei MCR.

Rossopiceno - "Come cambia il vento" - Artwork
Rossopiceno – “Come cambia il vento” – Artwork

Francesco Moneti è anche produttore artistico di tutto l’album, album che comincia subito alla grande con una energica “Fermoimmagine” mentre Marino Severini presta la voce nell’introduzione di “Come cambia il vento“, secondo traccia dell’album. Il disco prosegue tra canzoni di combat folk più puro (“C’era“) e poesie in chiave folk (“A 4 passi“) dove Ascanio Celestini parla ai cittadini in un ironico e molto attuale discorso alla nazione nell’introduzione alla quinta traccia “Camici e tute“, canzone sul lavoro, tema mai come ora attuale.

Ci sono nel disco anche momenti di tranquillità come “Freddo“, canzone che ricorda molto nello stile i MCR, ma anche sferzate di pura energia come in “Ernesto e Federico” e “Sol“, prima di cedere il passo al folk ragionato di “Prima della pioggia” e alla musica auto psicanalizzante di “Soltanto un po’” e “Caro me stesso“.

Il disco è stato arrangiato e prodotto da Francesco Monetui, violinista dei Modena City Ramblers… e si sente. In certi punti anche un po’ troppo. L’identità dei Rossopiceno ogni tanto scompare per fare comparire il fantasma dei Modena. Ma è solo un  male temporaneo, c’è ancora una forte impronta personale. E speriamo rimanga intatta.

Voto:Dite la vostra!

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