Andrea Romano: “Disco Bianco & Disco Nero”. La recensione

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Andrea Romano - "Disco Bianco & Disco Nero" - Artwork

Cominciamo prima di tutto a dire che questo nuovo lavoro di Andrea Romano, “Disco Bianco & Disco Nero“, non è semplicemente un album doppio ma è come se fossero due pezzi di un unico puzzle, due lati della stessa medaglia, la prima più “commerciale” e la seconda più profonda.

C’è anche da dire che i due dischi vantano anche collaborazioni differenti, dato che il disco bianco è prodotto da Cristian Piccinelli (che ha già collaborato con artisti come Tiziano Ferro e Vasco) mentre il disco nero è prodotto e arrangiato da Paolo Salvarani e Michele Bonivento.

Il primo disco contiene 6 brani e parte subito con il funky di “Sabbia bagnata“, molto piacevole e dai ritmi molto anni ’70, proseguendo con il bel ritmo molto estivo ed a tratti battistiano di “Dentro una TV“. Il disco continua con il pop raffinato e impreziosito dal sax di “Spine morbide“.

Tra la polvere” è un pezzo intimista e pieno di speranza, mentre ci accoglie subito dopo il pop elettronico e scanzonato di “Splendida“, canzone il cui ritornello rimane impresso in mente. Il disco bianco viene chiuso da “Sciappa“, pezzo dal profumo folk e che fa venire voglia di ballare.

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Andrea Romano – “Disco Bianco & Disco Nero” – Artwork

Il disco nero viene introdotto da un pezzo dove un bambino ci introduce nel nuovo disco e un altro ci recita un pezzo tratto da “Novecento” di Baricco. E il disco nero comincia con “E ti amerò per sempre“, pezzo che parte con il pianoforte e la voce per poi salire di tono e di intensità sia a livello strumentale che a livello di testo. Il pianoforte viene di nuovo a trovarsi nel ruolo del protagonista in “Dimmelo ancora“, pezzo delicato ed intimo che fa apprezzare il lato più personale di Romano.

Con “E la chiami vita” ci troviamo sulle strade battute da cantautori come Erz, con un brano drammatico ed intenso: l’armonica irrompe in “Fino a 100” insieme alla chitarra elettrica in un pezzo molto bello. Cambiamo pezzo e cambiamo introduzione, stavolta con una fisarmonica, per “Come pioggia“, uno dei pezzi più belli del disco nero e che richiama alla mente in qualche modo Parigi e l’autunno per una bellissima lettera d’amore.

Il disco nero si conclude con i due brani “Salvami” e “Dimmi“: il primo è un brano pianoforte, voce e strumento a fiato, mentre “Dimmi” è un brano dalle atmosfere marcatamente jazz ed è tratto dal precedente album di Andrea Romano “Quante stelle un solo cielo” ed è cantato da da Gilda Reghenzi e Kenneth Baily.

Il doppio lavoro di Romano si fa apprezzare su due lati: col primo disco si fa apprezzare per la sua qualità pop e leggera che lo rendono un disco davvero piacevole da ascoltare, mentre col secondo disco scopriamo la natura intimista e compositiva del cantautore italiano, una scoperta davvero piacevole per quello che mi riguarda, grazie anche alla riscoperta di un brano come “Dimmi“, tratto da un suo lavoro precedente e che è una piccola perla alla Gaber.
Il tutto sommato insieme promuove il disco a pieni voti.

Voto: Dite la vostra!

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