E’ morto Scott Mckenzie il genio della “Summer of Love” californiana

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Scott McKenzie

California, estate del 1967. Da un lato il “Greenwich Movement” di New York, meglio conosciuto in quegli anni come “controcultura”; dall’altro la “Summer of Love” in California . Dunque gli emarginati che combattono il mainstream, valorizzando l’underground newyorkese; gli hippie e la filosofia buddista amplificano il ruolo della città di San Francisco. Bob Dylan, Paul Simon, Byrds, Tim Buckley, Zappa e Buffalo Springfield. I poeti della Beat Generation, Jefferson Airplaine, The Doors, Jimi Hendrix. Ed in Europa i Pink Floyd e i Rolling Stones. Tutto prende forma proprio in questi anni: siamo a ridosso tra la metà e la fine degli anni ’60 del secolo scorso ed il 1970, anni in cui i primi festival musicali venivano celebrati come unione di anime, come movimento di protesta. Nascevano i primi club in Inghilterra ed in Europa, mentre le band destinate a segnare una pagina della storia del rock andavano formandosi. E proprio quell’estate, quella del 1967 cioè, lasciò un segno indelebile nell’animo e nel corpo di milioni di giovani conosciuti poi con l’appellativo di hippie.

Scott McKenzie
Scott McKenzie

Quaranta e passa anni dopo la “Flower Power” lascia ancora il suo segno indelebile anche se alcuni dei suoi esponenti non ci sono più. E tra questi ricordiamo oggi Scott McKenzie, morto lo scorso 18 Agosto nella sua casa nei pressi di Los Angeles, affetto da Sindrome di Guillain-Barrè, malattia che colpisce il sistema nervoso. A darne l’annuncio è il suo sito ufficiale che – rivela – la ragione della morte per un problema cardiaco. Scott McKenzie (nome d’arte di Philip Wallach Blondheim) fu musicista di professione cresciuto nella Bay Area di San Francisco; la canzone che lo portò al successo fu per l’appunto San Francisco (Be Sure To Wear Flowers In Your Hair)” canzone scritta da John Pihilps incisa per sponsorizzare il Festival di Monterey che avrebbe poi dato il via al più conosciuto Festival di Woodstock. In poco tempo divenne un inno generazionale raggiungendo l’apice delle classifiche come singolo più ascoltato. Di sicuro ha segnato una generazione. Decise poi di continuare la sua carriera solista da folksinger alternando momenti di ardente creatività a periodi di profonda solitudine. Per un periodo della sua attività è entrato a far parte del gruppo The Mamas & The Papas autori della celebre canzone “California Dreamin’” il pezzo forse più conosciuto e tradotto al mondo.

In 3 minuto e 07 secondi, la canzone racchiude la filosofia del movimento hippie e quella voglia che spopolava nel vedere – vivere! – un mondo lontano da maschinità e cattiverie, dove la fama per i soldi ed il successo erano più quotati della fame dello spirito. E quarant’anni e passa anni dopo lo scenario non è per niente cambiato: è peggiorato con l’aggravante che una buona fetta di giovani non conoscono neanche l’esistenza del moviemento hippie e della musica che ha segnato una generazione. Per fortuna, però, c’è chi ancora apprezza e corre ad ascoltare San Francisco (…assicurati di indossare un fiore nei tuoi capelli). Ciao Scott!

Scott McKenzie – San Francisco (Be Sure to Wear Flowers in Your Hair)

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