40 anni fa moriva Elvis Presley, il Re del rock’n’roll

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Elvis Presley| © Hulton Archive/Getty Images

Elvis left the building“: con questo annuncio il 16 agosto 1977 veniva dichiarato morto a 42 anni nella sua Graceland Elvis Aaron Presley, il Re del rock’n’roll.

Nato in una famiglia umile da madre Gladys e padre Vernon, Elvis aveva talento da vendere e cominciò a suonare da giovanissimo che non era ancora maggiorenne. Decise di andare in un negozietto per registrare una canzone e portarla in regalo a sua madre e fu notato da una avventrice che era anche la segretaria della Sun Records: la ragazza decise di segnalare quel giovane adolescente al suo capo, il leggendario Sam Phillips, che un giorno ebbe la celeberrima intuizione “Cerco un bianco che canta come un nero”. Elvis si presentò in studio il 6 luglio del 1954 e nacque così il suo primo brano, “That’s alright mama“.

Elvis veniva dal gospel e dalla scuola musicale di Memphis e proprio quello che aveva appreso quando era giovane gli servirono per esplodere: gli elementi che utilizzano non erano per niente nuovi ma era il modo in cui lui si mescolava e li offriva al pubblico che erano qualcosa che nessuno aveva mai visto: il disco fu portato ad una radio locale che all’inizio non voleva trasmetterlo perché proponeva solo musica nera. Poi si decise e da lì i centralini saltarono, tutti volevano sapere chi fosse quel tal Presley e già le ragazzine impazzivano per lui per colpa del suo muovere le gambe.

Inizialmente osteggiato dalle radio, Elvis dava il meglio di sè nei concerti quando sul palco diventava talmente selvaggio e sexy che le donne facevano follie per lui, con scene di isteria e tumulti. Il fenomeno Elvis era del tutto spontaneo e inarrestabile, e sulla sua strada incontra un altro personaggio leggendario, il famigerato Colonnello Tom Parker, che fiuta subito l’affare. Dato che le vendite dei dischi di Presley non erano altissime Phillips lo vende per pochissimi dollari alla RCA che organizza subito una prima seduta di registrazione da cui usciranno “I got a woman” e soprattutto “Heartbreak hotel” che, per la prima volta nella storia, trionfa in tutte e tre le classifiche country, rhythm and blues e pop.

Da lì a poco ci sarebbe stata la prima apparizione televisiva all’Ed Sullivan Show (con la censura dalla cintola in giù per le sue movenze considerate indecenti e scandalose) e canzoni come “Don’t be cruel” e “Love me tender” che gli permisero di diventare l’artista più famoso del mondo: “Elvis the Pelvis” cominciò da lì anche a sfondare nel mondo del cinema (reciterà in ben 29 film) e accettò di buon grado la chiamata alle armi tra i pianti generali delle sue fans. Per molti l’Elvis rivoluzionario del rock è morto lì e dopo ci sarebbe stato solo l’eroe di Las Vegas pieno di onore e successi ma sempre più solo che si sarebbe isolato nella sua reggia di Graceland circondato dalla cosiddetta Memphis mafia morendo a soli 42 anni pieno di medicine e di cibo. Se volete vedere un filmato del Re del rock’n’roll non guardate un filmato di quegli ultimi anni, vedreste un Elvis imbolisto, gonfio, ottenebrato dai farmaci, uno spettacolo pietoso che non merita di essere ricordato: guardate un filmato dei suoi primi anni per capire la sua carica, la sua potenza espressiva, la sua musica. Ve ne proponiamo uno noi. God save the King.

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